Nell’era dello streaming e delle grandi catene che monopolizzano il mercato, come sopravvivono le sale cinematografiche indipendenti? Nicola Curtoni e Emilia Desantis con il loro Giro dei Cinema hanno intrapreso un tour di 45 giorni lungo lo stivale per vedere come i piccoli resistono ai colossi. Le tappe nella nostra regione hanno dato un esito lusinghiero, l’Emilia Romagna è ricca di fermento e dinamicità: «Molte sale stanno bene e hanno creato dei luoghi piacevoli da frequentare indipendentemente dal film», racconta Nicola. Gli esempi sono tanti e diversificati.
«Molto bella è l’Edison di Parma. Geograficamente una scommessa, si è puntato su una programmazione di qualità, basata sui film in versione originale. Ha inoltre una comunicazione sui social molto seguita perché le persone si sentono parte di un progetto».
Spostandosi a Modena sono due le sale: la Truffaut, che propone film ricercati lavorando su rassegne e festival, e il FilmStudio 7B il cui pregio è quello di essersi trasformato in punto di aggregazione per una zona difficile della città.
Si arriva poi a Bologna con il Cinema Europa che vive della collaborazione con l’associazione Kinodromo: un tentativo ben riuscito di dare vita a uno spazio dove è possibile prolungare la visione, in un’ottica di «svecchiamento della sala cinematografica, per renderla più ludica e informale». Ovviamente, non si può non parlare anche della Cineteca, «che ha probabilmente l’unico corso di formazione per gli esercenti in Italia, segno che esiste una forte collaborazione tra pubblico e privato – più che mai necessaria».
Spostandosi verso la Romagna, a Cento si arriva al Cinema Don Zucchini, una sala parrocchiale la cui peculiarità è il folto numero di volontari under 35 che lo gestiscono e che insieme danno vita a uno spazio sociale di crescita e sviluppo delle competenze personali. C’è poi il Supercinema di Santarcangelo: «uno spazio vivo, accogliente, pieno di iniziative, con una programmazione basata su film d’essai o di seconda visione». Non troppo distante, anche il Cinema Tiberio di Rimini, «esempio di sala parrocchiale che si è ritrovata ad essere la prima in Italia per sperimentazione», grazie a una programmazione basata su spettacoli live e documentari d’arte.
Ma qual è il segreto per sopravvivere? «Oggi è importante che il pubblico si senta protagonista del progetto. Bisogna sfruttare le potenzialità del digitale e costruire spazi vivi e piacevoli da frequentare. È importante anche essere in collegamento con le altre associazioni e cinema della zona, per costituire delle collaborazioni stabili».
Il giro dei cinema, di Nicola Curtoni e Emilia Desantis – girodeicinema.it