Visti da noi alla Mostra del Cinema di Venezia

0
Un'immagine tratta da Stray dogs di Tsai Ming-liang (2013)
Un'immagine tratta da Stray dogs di Tsai Ming-liang (2013)
Un’immagine tratta da “Stray dogs” di Tsai Ming-liang (2013) 4 stelle

Leone d’oro

Sacro GRA, di Gianfranco Rosi (***): il Grande Raccordo Anulare, che circonda Roma come un anello di Saturno (cit. Fellini), cattura vita comune e non. 7 storie di un’umanità bizzarra ai margini della città eterna. Oltre la grande bellezza.

Fuori concorso

Die Andere Heimat, di Edgar Reitz (*****): Heimat, alla sua quarta serie, torna indietro nel tempo, alla metà del secolo XIX, e si sofferma sul giovane Jakob, inquieto sognatore ad occhi aperti. Vorrebbe fuggire dal suo piccolo e grigio mondo e fantastica di terre e popoli lontani, nel nuovo mondo. Per gli scherzi del destino, in anni in cui la miseria più nera spinge molti ad emigrare, sarà costretto a rimanere ed a lasciare ad altri il proprio sogno. Pur non essendo mai uscito dal borgo natio, conosce però a menadito lingue e dialetti degli indiani d’America. Le radici e le ali.

 Cani randagi

Stray dogs, di Tsai Ming-liang (****): un uomo e due bambini, ciò che resta di una famiglia disgregata, vagano come cani randagi nello squallore di una metropoli asiatica (Tapei), battuta da una pioggia da diluvio universale; vivono alla giornata, di miseri lavori, consumano in piedi i loro pasti, si lavano in bagni pubblici e si ritrovano la sera in tane ricavate in edifici in rovina. Nei loro volti, mostrati in inquadrature fisse interminabili (e per alcuni insopportabili), si esprimono con forza emotiva devastante angosce e desideri frustrati. Relitti alla deriva.

Under the skin, di Jonathan Glazer (**1/2): un alieno, che si nasconde all’interno delle sinuose forme di Scarlett Johansson, si aggira sulla Terra, a caccia di uomini soli, che ammalia per poi condurre ad una tragica fine. Gli sarà fatale l’incontro con un uomo dal cuore tenero. Glaciale.

U'immagine tratta da Philomena di Stephen Frears (2012) 4 stelle
U’immagine tratta da “Philomena” di Stephen Frears (2012) 4 stelle

 Famiglie a fette

Philomena, di Stephen Frears (****): la storia vera di una anziana donna alla ricerca del proprio figlio, sottrattogli dalle suore che “accoglievano” le ragazze madri in difficoltà. L’aiuta un giornalista in disgrazia. Il confronto tra i due personaggi è descritto con leggerezza e ironia, mentre il racconto lascia spazio alla commozione. Mamma coraggio.

Miss Violence, di Alexandros Avranas (***1/2): il ritratto di da una famiglia devastata da anni di violente e soprusi. Il precario equilibrio costruito grazie ad un accumulo di silenzi e rimozioni crolla di fronte alla scelta estrema della piccola Angeliki. Convivere con l’orrore.

La moglie del poliziotto, di Philip Gröning (***): più che il contenuto (la violenza all’interno di un nucleo familiare apparentemente felice) ad intrigare è la forma: 59 brevi capitoli, senza connessioni lineari, di ognuno dei quali è mostrato l’inizio e la fine. Il resto è affidato alla fantasia dello spettatore. Puzzle.

Moebius, di Kim Ki-duk (***): un ragazzo è evirato dalla madre, che vuole vendicarsi del marito traditore; per completare l’opera divora i suoi genitali. E siamo solo all’inizio di una sequenza inarrestabile di episodi shock: c’è chi lascia la sala, chi ride, chi dice “che c… ridi?”, chi inizia a disquisire pensoso di sesso e morte, di piacere e dolore, di orgasmo senza pene. Senza parole.

 Solitudini

Locke, di Steven Knight (***): 85 minuti tutti all’interno di un’auto, in viaggio verso Londra. Dentro Ivan Locke, solo con il suo telefonino. Ha abbandonato di punto in bianco il suo lavoro di capocantiere a poche ore dall’inizio di un’importante opera per farsi carico della responsabilità di un errore compiuto alcuni mesi prima. Anche a costo di mettere in gioco la sua vita. Teatrale.

Eastern boys, di Robin Campillo (***): nei pressi della Gare du Nord trafficano, anche con i loro corpi, i ragazzi di vita dell’est Europa. L’incontro con un parigino, nel mettere a soqquadro vite ed esistenze, apre nuovi orizzonti. Miglior film della sezione Orizzonti.

Still life, di Uberto Pasolini (***): John colma il vuoto della sua vita con la commovente dedizione con la quale svolge il suo lavoro: quello di provvedere alla sepoltura delle persone che muoiono sole ad abbandonate. Esubero per eccesso di umanità.

 Passioni al microscopio

Tom à la ferme, di Xavier Dolan (***): Tom raggiunge una sperduta fattoria, dove vivono la madre e il fratello del suo compagno, per partecipare al suo funerale. L’incontro spiazza Tom e pure le aspettative dello spettatore. Passioni forti, racchiuse e represse, pronte ad esplodere senza badare alle conseguenze. Fisico.

La Jalousie, di Philippe Garrel (***): una storia sull’amore e sulla gelosia, delicatamente filmato, semplice nella struttura, con i protagonisti che si alternano nell’interpretare il ruolo sofferente di amante tradito. Un film d’altri tempi, come lo sono le immagini in bianco e nero alle quali Garrel ci ha abituato. I dubbi dell’amore.

 *da evitare; **guardabile; ***da vedere; ****imperdibile; *****capolavoro