Coez: un amore disatteso

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coez-540x400Il sabato sera bevo troppo.

Sono capace di ingurgitare dai 6 ai 10 cocktail a discapito del mio portafoglio e del mio fegato.

Per questo il giorno dopo mi sveglio prestissimo, e vado a correre, per superare i miei problemi di coscienza.

Lo scorso week end sono ritornata a Ravenna alla ricerca di due cose in particolare (…) ma ho trovato solo quello che era disponibile: Coez e il mirabolante Bancone del Bronson.

Probabilmente non avete mai sentito parlare di un cantautore romano, classe 83, che risponde al nome di Silvano Albanese.

Vi dirò io quale è stata la sua impresa più memorabile: attraversare la scena rap romana degli anni 2000, stare gomito a gomito cioè con gente del calibro di Noyz Narcos ed il Cicoria e sfangarla praticamente indenne e con la fedina penale pulita.

Ha studiato cinema, ma solo per amore dei microfoni e della sinestesia, è stato un cantante rap e nel 2007 fonda con Lucci la crew Brokenspeakers.

Nel 2012 ripudia tutti e intraprende una stretta collaborazione con Raniero Pizza e soprattutto con Riccardo Sinigallia, con il quale lavora assiduamente sul nuovo progetto discografico.
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l risultato di questa importante contaminazione artistica, è il primo disco ufficiale, prodotto dallo stesso Sinigallia, uscito Carosello Records l’11 Giugno 2013.

Silvano è brutto, è basso e nelle sue canzoni parla solo di prese male (con le donne ) e di sbronze fotoniche.

 

 

L’amore degli altri può essere un sentimento egoistico, a volte, perchè ci sussurra a denti stretti di essere aderenti alle altrui volontà.

L’amore degli altri è un potenziale generatore di aspettative e disattese infinite, di concrete imposizioni psicologiche che ricattano costantemente il nostro modo di essere: soprattutto se siamo dei tipi curiosi e intelligenti come Coez.

Degli animaletti che procedono a balzi, sempre in agguato.

Camminando lungo un campo ci può capitare di pensare a quanta fatica potremmo risparmiare, a quanto sarebbe più breve il nostro percorso se lo tagliassimo in mezzo, e spesso lo facciamo.

E poi ci ritroviamo con il fango fino alle ginocchia.

Questa è l’accusa più feroce che viene rivolta a Silvano : Coez adesso fa delle belle canzoni pop.

Che differenza passa tra un personaggio eclettico e uno “banderuola”?

L’amore attraverso cui lo osserviamo in primis, poi certo conta la sua sincerità nel fare le cose, la naturalezza.

Quello che mi piace di Coez è che è sincero e umile. Ha cambiato rotta accettando a testa alta se stesso, sopravvivendo alle più sordide dispute e critiche sull’autenticità del suo personaggio.

Senza perdersi in futili disquisizioni filosofiche, quello che fa a livello artistico mi piace perchè riesce ad esprimere esattamente ciò che è: nudo in mutande e col cuore in mano. E riesce a commuovere.

Io non mi intendo molto di Rap per cui ho chiesto a Filippo Papetti cosa ne ha pensato lui del live di Coez : “Il live é stato un po’ imbarazzante perché non c’era nessuno e lui cantava questi pezzi molto da stadio, da concerto pop da 10.000 persone …quindi l’effetto un po’ era inquietante. Sono andato lì pensando fosse una specie di Fedez, che odio con tutto il cuore, e invece come cantante pop italiano non è male, il live non un granché, ma su disco è molto bravo. Lo sto ascoltando da due giorni ed è una bomba. Son tutte semifilastrocche, con accordi banalissimi… Però i testi sono intelligenti e soprattutto la produzione è di alto livello.”

Non c’è dubbio: le uniche cose delle quali gli esseri umani hanno un vero bisogno si riducono a due: l’affetto degli altri e la coerenza con le proprie idee; e traiamo da esse il massimo beneficio soltanto quando siamo pronti a riceverne il massimo valore e quando esse suonano all’unisono.

Quando non ci sentiamo accettati per quello che siamo possiamo agire solo in un modo: tagliare con le forbici quello che non va, lasciando nel passato alcune parti di noi .

Pezzi che si ritroveranno da qualche parte un giorno, nelle nostre vecchie stanze, nelle tasche di un vestito che non mettiamo più.

 

ANTONELLA GARRO

Coez, visto l’8 febbraio al Bronson, Ravenna