Sabato sera, Estragon, Bologna.
Fuori c’è appeso un bel manifesto.
Il volto di una donna con gli occhi chiusi, dentro un alba e, dietro, un cielo aperto e blu.
Una donna con gli occhi chiusi per non guardarsi attorno o solo per immaginare domani più luminosi. Che tanto non costa niente e ci fa stare bene.
E’ la copertina di Costellazioni, ultimo lavoro di Vasco Brondi alias Le Luci della Centrale Elettrica.
Negli anni in cui quasi tutto è self made, anche le grafiche dei dischi, è bello quando ti passano davanti immagini fortissime ed evocative come questa.
Si prende posto.
Ore 23. Entra la band.
Pochi secondi. Boato.
Brondi imbraccia l’acustica e inizia ad arpeggiare con un sorriso stampato in faccia.
Si percepisce un’insolita aria di festa, fin da subito.
Un festeggiamento costante, insensato e suadente.
La scaletta si snocciola tra nuovi brani melodici e POPolari e i vecchi monocordi e punk.
La band suona insieme e le dinamiche sono di livello.
Nell’impasto generale escono molto le elettroniche, molto wave e un po’ di hardcore. Più che nel disco.
Brondi balla e continua a sorridere.
Chi conosce Le Luci dagli inizi, non faticherà a notare un cambio di rotta rispetto quella che è stata l’epica di Brondi.
La pars destruens, l’esistenza tormentata, quella della carta stagnola e dei polsi ricuciti lascia spazio ad una pars costruens di amore e speranza.
“il futuro era sempre li a sorriderci”
Si puo avere vent’anni o ricordare bene i propri vent’anni e rimanere incastrati nel mondo di Brondi oppure no.
Ma una cosa è innegabile. Lui ha una visione e una luce negli occhi.
FEDERICO BRASCHI
Visto il 12 aprile all’Estragon di Bologna
Il 19 aprile Le Luci della centrale Elettrica suonano al Bronson a Madonna Dell’Albero di Ravenna, via Cella 50, ore 22, info: 333 2097141, bronsonproduzioni.com