Homunculus 2014 – Splendenti nel buio del bosco

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foto di Daniele Pezzi
foto di Daniele Pezzi
foto di Daniele Pezzi

 

«Per il 2014 Homunculus sceglie di confrontarsi con il tema del vedere. Per William Bates la vista è strettamente collegata alla visualizzazione (l’atto di creare immagini con la mente) e alla memoria. “Nel momento in cui memoria e capacità di visualizzare saranno perfette, anche la vista” scriveva “guarirà all’istante”. Questo pensiero, che contiene un’utopia, allo stesso tempo riconduce l’ambito della vista al suo essere percezione della realtà, esterna ma anche interiore. È un invito ad aprire le vie della visione. William Bates, nei suoi scritti, collega la vista al rilassamento del corpo: per vedere bene gli occhi devono essere rilassati; “perciò”  sostiene “è necessario acquisire una coscienza del rilassamento corporeo”. La vista è dunque collegata ad un’assenza di tensione, segnalata dalla presenza, ad occhi chiusi, del nero perfetto, quello stesso da cui sorgono tutte le visioni interiori. Dunque sviluppando la capacità di purificare questo nero, sorgeranno insieme visioni e capacità visiva. La visione interiore ha anche una dimensione collettiva, cosi come un cielo in cui ognuno porta una stella. Homunculus propone esperienze che possano produrre delle forme collettive pur preservando la propria solitudine, il proprio senso dell’intimità. È una forma particolare dello stare insieme, a partire dal condividere le immersioni nel buio di Filippo Tappi, o gli esercizi filosofici per gli occhi di Zuffi/Tappi/Bartolini, fino al trovarsi insieme ai testi di Ascolta un’alba, raccogliendo la propria attenzione attorno a variazioni di luce. Homunculus è un progetto che si sviluppa intorno ad un’idea, e a partire da questa ogni volta si denota una modalità, sempre specifica, per coinvolgere artisti, ricercatori e pubblico. Tre anni fa, per esempio, Homunculus aveva assunto la forma di una scuola temporanea sul corpo sottile, dal titolo How to grow a lotus. Due anni fa la strada collettiva coinvolgeva un gruppo di artisti in un tempo intensivo dedicato all’addestramento al sogno lucido. L’anno scorso, infine, Esperienza della montagna era un invito, fatto a sette artisti, a fare un’esperienza  psichica collegata a una mudra dello yoga, che si configurava come una traslitterazione alchemica del corpo condotta a partire da un atto di adesione fisica ad un’immagine data».

Francesca Proia

 

la montagna - foto di Daniele Pezzi
la montagna – foto di Daniele Pezzi

 

Programma

Homunculus 2014 ha inizio il 17 ottobre alle ore 19.00 con una conferenza, a cura di Stefano Bartolini, che introduce il tema del vedere da un punto di vista filosofico ed esperienziale: «Non si deve riporre troppa fiducia nel linguaggio. Esso è a nostra disposizione anche quando sarebbe meglio che non lo fosse. Ci vizia, quando dovrebbe essere un genitore severo. Non ci si stanca mai di dirlo: cosa saremmo senza di esso? Questo mantra ci ha imbolsiti, anneghittiti. Dobbiamo capire che la fiducia riposta nel linguaggio è immeritata e che essa fa danni. Le parole vogliono funzionare, mettersi in fila, non si curano del pensiero. Paul Valery ritenne che fosse arrivato il momento di fare qualcosa a riguardo». (Stefano Bartolini, Ogni cosa osservata intensamente perde il proprio nome. Una lettura dai Quaderni di Paul Valery e Leibniz).

Filippo Tappi, Studio di occhio (2013)
Filippo Tappi, Studio di occhio (2013)

 

Il 18 e 19 ottobre gli artisti e ricercatori Italo Zuffi e Filippo Tappi presentano il laboratorio Quando vedere: «Sull’atto del vedere: un laboratorio teorico-pratico per ragionare il gesto della sosta e del suo campo visivo, e da qui valutare i rudimenti di una tecnica. Dialoghi, azioni e movimenti generati dal desiderio di piegarsi al proprio sguardo. Sulla condizione del vedere: tra l’esercizio generico e la volontà precisa di discernere. Scegliere di vedere. Un pensiero che nasce come conseguenza di un deliberato atto visivo. In questo laboratorio, 3 conduttori si coordinano per sviluppare e condividere un dialogo sulla possibilità di agire in deflagrazione: insistenza mirata verso un fuoco, verso una pulizia ottenuta da una scansione ottica e temporale. Essere presenti al proprio sguardo, prendere dimora nella sua struttura architettonica. Non è prevista una presentazione al pubblico. Al suo posto una lente sarà giudice. Nel finale il gruppo si dispone verso una videocamera, si lascia guardare». Il laboratorio è aperto a tutti coloro che sono interessati e si svolge in orari mattutini e pomeridiani.

Il 18 e 19 ottobre, inoltre, Filippo Tappi presenta ad Ardis Hall l’installazione Dilata interiora: «Dilata Interiora  è una camera di immersione. Il buio completamente puro che come un gas satura ogni luogo, nella mancanza di colore stesso che si impone, destruttura la stessa fisiologia della visione che con noi si è creata. Annienta qualsiasi certezza percettiva. Anche i sensi che sembrano improvvisamente esplodere, come l’olfatto o l’udito, in realtà non fanno altro che insinuare la sensazione di dubbio, ricorrendo più ad una “salvifica memoria sensoriale” che una effettiva realtà». Dilata interiora è fruibile il 18 e 19 ottobre dalle 20 alle 22, con orario continuato.

duna - foto di Daniele Pezzi
duna – foto di Daniele Pezzi

 

Infine: il 24, 25 e 26 ottobre alle ore 21.00, ad Ardis Hall, sono presentate le letture pubbliche Ascolta un’alba. Si tratta di un progetto ideato dalla coreografa Francesca Proia: «Ogni sera si ascolta un testo differente, mentre si assiste ad un passaggio di variazioni di luce che mima l’alba. Si tratta di testi, scritti appositamente, dove ciascuno prova a mettere a nudo la propria soggettiva percezione dello spirito, in qualunque forma lo si sia potuto incontrare. Le letture si configurano come semplici atti di presenza, in cui chi legge non è l’autore di quel testo, ma di un altro. Ho preferito infatti che gli autori si scambiassero i testi, in modo che tutti, incluso chi legge, si trovino nella condizione di scendere  in una dimensione spirituale aliena, come un allunaggio. È proprio in questo ascolto di storie specifiche che riguardano la vita degli altri che trovo una forma di cuore pubblico: esporsi crudamente per ciò che si è,  con la propria storia unica, senza ricette o soluzioni». Gli autori coinvolti, oltre alla stessa Proia, sono Alessandro Berti e Adele Cacciagrano. Ogni lettura ha una durata di circa 40 minut i. Al termine è offerta la colazione.

Siate curiosi, fatevi avanti. 

 

MICHELE PASCARELLA

 

17-26 ottobre 2014, Ravenna, luoghi vari – Info: http://homunculus2014.tumblr.com/