Il frammento come strumento. Per un’archeologia dell’effimero

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Si concentra su un’archeologia immaginaria la nuova mostra curata da Lorenzo Bruni alla Galleria Enrico Astuni di Bologna, una doppia personale dedicata a Maria Thereza Alves (San Paolo, 1961) e di Øystein Aasan (Norway, 1977).  Le opere in mostra hanno in comune la volontà di adottare il reperto e il frammento per risalire alla conoscenza dell’oggi e del reale. Da una parte della galleria si erge una struttura/volume dell’artista brasiliana capace di far riflettere sulla tensione tra idea di cultura, quella di natura e di colonialismo. L’artista stabilisce questa narrazione facendo convivere la documentazione di archivio, gli appunti scritti a mano e i quadri di piante ritenute “tipiche” della zona di Guangzhou, che ha studiato in occasione della triennale del 2008. Dall’altra parte dello spazio espositivo si colloca, invece, la struttura/piattaforma ideata dall’artista di origini nord europee, che indaga lo stato di salute dell’eredità del Modernismo e le connessioni tra architettura, rito e concetto di sublime. Aasan ottiene ciò sviluppando un dialogo/frizione tra quadri e sculture, tra immagini trovate e oggetti creati o ri-creati. Conclude il percorso gli interventi di Piero Gilardi, autore precursore di queste e la cui poetica oggi torna prepotentemente di attualità.

Fino al 28 Ottobre 2017

Bologna, Galleria Enrico Astuni, Via Jacopo Barozzi 3

Info: www.galleriastuni.net