Intervista a Leonardo Blanco: le mappe geografiche dell’anima

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«L’indagine dei Leonardo Blanco si calibra sull’esperienza della visione e della concertazione spaziale, attraverso una pratica intesa a istituire una visibilità “pura” del reale, scevra di condizionamenti prospettici. Ciò che infatti si accampa su queste tavole sono unicamente ritagli e stratificazioni della nostra capacità di vedere ciò che si dà a vedere – o altrimenti, il loro unico oggetto risiede nella nostra partecipazione visiva a una ipotesi di spazio». Così la curatrice Roberta Bertozzi illustra in un passo di un bel testo critico l’opera di Leonardo Blanco, pittore e scultore che apre il prossimo 3 settembre la quinta edizione del Festival Cristallino con “In-Studio”. Il suo spazio di lavoro, in via Ponte, 17, Verucchio (RN), sarà aperto al pubblico per una visita pubblica alle sue opere, guidata dalla stessa curatrice e direttrice artistica del festival Roberta Bertozzi.

Per l’occasione abbiamo incontrato l’artista per scoprire insieme il suo lavoro, i suoi luoghi e l’emozione che si prova prima di aprire il proprio luogo a un pubblico più ampio.

Nella tua sperimentazione, fai ampio uso di materiali diversi, come carta. Alluminio e legno, come costruisci le tue opere?

“Ogni materiale ha bisogno di un approccio, una modalità realizzativa differente. Sono materie e supporti che per me hanno un valore estetico, mi sento affascinato e attratto e questa è la ragione del loro utilizzo. Sono opere dedicate a sovrapposizioni di materie e colore. Sono stratificazioni e attese, passaggi di tempo. Posso dire che i miei lavori pittorici non sono altro che mappe geografiche dell’anima. In sintesi “luoghi” che rispondono a logiche spazio/temporali”.

A proposito di luoghi, Cristallino è appunto un festival itinerante che porta il pubblico alla scoperta dell’opera degli artisti e dei loro spazi, gli atelier nei quali creano. Qual è il tuo rapporto con il tuo studio?

“Gli spazi in cui ho lavorato, per quanto diversi dal punto di vista estetico e dimensionale hanno sempre avuto una caratteristica comune: il silenzio. Questa è la qualità principale che deve avere il mio atelier. Un silenzio che non corrisponde a un’assenza di rumore ma più a qualcosa di intrinseco allo spazio. Silenzio che mi dia la possibilità di ascoltarmi, annusare l’aria e sentire i processi lavorativi a cui vado incontro”.

Come renderai il tuo luogo fruibile per i visitatori e cosa provi in occasione di questa apertura?

“Lo spazio sarà facilmente adattato alle esigenze delle persone che interverranno. La parte più complessa per me se così si può dire è quella emotiva, poiché aprire le porte di un luogo caro, anche se in una unica occasione, significa mettersi un po’ a nudo. Vedremo”.

3 settembre, via Ponte, 17, Verucchio (RN), dalle 18 alle 21, info: www.cristallino.org 

SILVIA MERGIOTTI