Intervista a Federico Guerri, protagonista del nuovo appuntamento di Cristallino In-Studio

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Con la visita allo studio di Federico Guerri domenica 15 ottobre continua questa nuova edizione di CRISTALLINO IN-STUDIO. Cesenate, classe 1972, Guerri si forma e inizia la sua carriera come scultore, scegliendo di approdare col tempo verso soluzioni pittoriche e grafiche, in cui mette a frutto gli insegnamenti appresi nel laboratorio di calcografia del padre. Il suo segno grafico, si staglia deciso ed essenziale su tele grezze e tavole d’ardesia, con esiti formali originali e inconfondibili. I soggetti delle sue opere si sviluppano sui ricami della distruzione, nelle planimetrie dissestate, nella visione di palazzi sfilacciati ed erosi da una  forza corrosiva che mina il collante di ogni costruzione.

Abbiamo l’occasione di questa visita in studio per fare alcune a Federico Guerri, a cominciare dalla sua arte e sull’ispirazione che muove la sua ricerca.

«É difficile per me dire come nasce un lavoro – ci racconta Guerri –  perché alle volte le idee migliori nascono per caso o da veri e propri errori, le tele che ho appena distrutto, la scultura che avevo abbandonato perché non ne trovavo sviluppo e soluzione e altre delusioni del genere. Alle volte è proprio quando il grado di frustrazione e stanchezza è insopportabile che accade di trovare qualcosa che illumina una “strada” ma non è sempre vero. Poi c’è una parte più razionale che nasce quasi sempre dalla suggestione di un’immagine trovata e conservata nei miei quaderni, da qualcosa che ho scritto e mi sono appuntato come intento e senso dell’opera, oppure la continuità stessa del lavoro che porta in se delle conseguenze di quello che è stato fatto in precedenza».


Ti sei formato come scultore, ma il tuo lavoro ha poi preso anche altre direzioni. La pratica scultorea in cosa ti ha influenzato?
«La scultura è stata una passione molto forte che mi ha accompagnato per diversi anni
ma che si è esaurita quando il mio interesse si è spostato sul problema della
rappresentazione. In pratica volevo misurarmi con la pittura ma al tempo stesso non mi
interessava dipingere. Il mio lavoro è nato in un periodo dove sperimentavo con materiali
e tecniche diverse, dove il mio studio era invaso da tentativi e direzioni molto varie tra tra
loro. C’è stato un momento in cui ho avuto il bisogno di liberarmi da tutto questo e
ricominciare da qualcosa di semplice come la matita e il disegno. Credo tuttavia che nel
mio segno sia rimasta l’idea di una forte plasticità e recentemente sono ritornato alla
scultura realizzando delle grandi sculture in legno».

Hai scelto di rimanere a vivere a Cesena. Credi oggi sia ancora necessario per un artista migrare verso i grandi centri di promozione per poter entrare nel sistema dell’arte?

«Non credo, oggi non più, e poi il sistema dell’arte per come me lo immagino io, da buon provinciale, oltre ad essere un po’ lontano dev’essere anche un po’ ripetitivo. Cesena per me vuole dire i compagni di strada, gli artisti che frequento, le persone con cui lavoro e che stimo. Tra gli artisti, alcuni di questi come Francesco Bocchini o Luca Piovaccari (per citarne solo due molto diversi tra loro e diversi da me) sono importanti per la loro personalità, il loro modo di essere, ancor più che per la loro opera
che ho guardato e riguardato così tante volte da credere che si, in qualche modo possa
essere entrata a far parte della mia poetica»

L’appuntamento in studio da Federico Guerri è per domenica 15 ottobre alle ore 18.

Per chi volesse avere maggiori informazioni e conoscere il programma completo della visita: www.calligraphie.it