LICHTENSTEIN: il genio della POP ART americana

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Roy Lichtenstein, Crying Girl, 1963 Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2018

Continua fino a domenica 9 dicembre la mostra che la Fondazione Magnani-Rocca dedica a uno dei più grandi maestri del Novecento, Roy Lichtenstein. Sottotitolata “Il genio della POP ART americana”, questa retrospettiva a cura di Walter Guadagnini e Stefano Roffi indaga a 360 gradi la figura del maestro americano che con la sua opera e il suo stile inconfondibile ha influenzato generazioni di grafici, designer, pubblicitari ed altri artisti contemporanei. Nelle sale di Villa dei Capolavori sono più di 80 opere di Lichtenstein presenti, assieme a opere scelte tra quelle degli altri grandi protagonisti della Pop Art americana per ricreare quel magico clima creativo in cui Lichtenstein è cresciuto, confrontandosi con artisti come Andy Warhol, Mel Ramos, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana.

Celebri le sue opere, inconfondibili per quel suo caratteristico stile mutuato dal retino tipografico, per aver scelto di elevare il fumetto in ambito pittorico, superando i limiti dell’arte ed entrando nell’immaginario comune, stampati all’infinito su poster e oggetti di consumo.  E la mostra si apre proprio nel confronto tra l’opera di Lichtenstein e la pubblicità, raccontandone gli esordi avvenuti tra il 1960 e il 1965. Tra le opere di questo periodo in mostra i capolavori Little Aloha (1962) e Ball of Twine (1963), ma anche opere rare come  VIIP! (1962), e le grafiche, come Crying Girl (1963) e Sweet Dreams, Baby! (1965). La fase successiva è quella della rielaborazione della Storia dell’arte e del recupero dell’astrazione: la maturità si accompagna con una riflessione complessa del rapporto tra la sua arte e la pittura in generale. Appartengono a questi anni la serie dei “Paesaggi” e quella dei “Fregi” nei quali l’autore giunge a opere di astrazione assoluta. Il passaggio dalla citazione testuale al suo inserimento in una più complessa messa in scena avviene appena successivamente, con la pennellata che si sfalda, facendo perdere allo spazio la sua tradizionale unità e riconoscibilità, mentre le figure e le forme rimangono riconoscibili, come un punto fermo nella transitorietà delle apparenze del mondo.

Roy Lichtenstein, Sweet Dreams Baby, 1965 Estate of Roy Lichtenstein / SIAE 2018

L’ultima sezione è dedicata ai ritratti dell’artista realizzati da due grandi fotografi italiani, Ugo Mulas e Aurelio Amendola scelti come omaggio ai legami tra Lichtenstein e la nostra cultura.

Fino al 9 dicembre
Mamiano di Traversetolo (Parma), Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4 Info & Orari: magnanirocca.it

(l.r.)