“Musica inaudita” all’Area Sismica: LUDUS GRAVIS

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L’incredibile…esiste! Al di là della reazione istintiva, però, è un bel problema raccontare quel che si è ascoltato e visto, nell’ultima occasione prima della pausa sanitaria, a Ravaldino in Monte dov’è il circolo ARCI ‘Area Sismica’. Ariele Monti , che coordina la rassegna “Musica inaudita”, con la performance del gruppo LUDUS GRAVIS ha confermato il suo gusto artistico e la capacità di stupire ogni tipo di pubblico.

Oocchei, un concerto di soli contrabbassi, e per di più con un programma di brani contemporanei, uno poi in esordio assoluto proprio su quel tramonto dietro alla Rocca delle Caminate. Grande punto di domanda e curiosità stampati sulle facce in una platea, molto varia, praticamente da ‘tutto esaurito’. Almeno non sono solo io ad ignorare questo ensemble , ed accettare il rischio-mattonata. Però ho fiducia sia nel padrone di casa, sia nella mia incoscienza perché ogni nuova esperienza, credo, ti sveli comunque qualcosa di te stesso.

Eccoli pronti e schierati: sono 8 casacche rosse abbracciate allo strumento che pare disegnato da Botero. Il tempo-il respiro-il pensiero si sospendono con la bacchetta del Direttore, che s’alza per aprire le cataratte della poesia.

Potendo usare un paragone estremo, tenterei di descrivere quell’ora e passa come un’estasi cosciente, auto-ecografia dell’anima, stretching dei neuroni, autentico reset mentale. Le sonorità volate dentro alla sala sono penetrate nelle fibre d’ogni astante con una potenza delicatissima e sognante. Merito certo dei tre brani eseguiti (degli autori Nicola Sani, Francesco Antonioni -il suo in anteprima- e della classe 1934 Sofia Gubaidulina) ma pure delle “meditazioni”, straordinari interludi improvvisati. Cosa non hanno fatto, alle enormi casse armoniche ed a quelle 32 corde, i 7 allievi col loro Maestro Daniele Roccato!

Per tirare fuori l’enorme varietà di effetti musicali che è andata armonicamente vibrando, infatti, i professori hanno proprio ‘dato spettacolo’. E’ stato un concerto da gustare pure con gli occhi, cercando di scoprire come si potessero ottenere certi suoni: polpastrelli, nocche, aderenze e sfioramenti, colpi delicati e carezze più insistenti, quasi un gioco che finiva per produrre gemiti da materia viva. E quand’anche quei contrabbassi fossero suonati col canonico archetto, si son sentite perfino timbriche da ottoni ma, per carità, tutto sempre perfettamente rispettoso ed armonico.

Questo gruppo ha già 10 anni – spiega l’ideatore, M° Roccato, che ha collaborato anche con Dalla e Vecchioni- e si è formato nel Conservatorio di S.Cecilia a Roma. Il nostro repertorio va dal XIV secolo all’odierno.” E lo conferma la discografia dei LUDUS, la cui formazione è mutuata dalla tradizione: oltre ad essere 8 gli elementi nell’organico d’orchestra, le partiture per soli contrabbassi sono in quartetti, e la più importante è proprio per il doppio. Poi par di capire che, per ottenere la maggior gamma di sonorità, quello sia il numero perfetto. “Spero che questo concerto – il commento del Direttore- abbia fatto idealmente danzare con i riverberi creati nell’esecuzione.” Beh…

Monica Andreucci , Domenica 23 febbraio 2020