KERAMIKOS. CAR Gallery, Bologna

0
17
Mona Hatoum, T42 (gold) 199, Fine stoneware with gold trim multiple in two parts (cup and saucer). Private Collection

Dal 22 giugno al 9 settembre, CAR Gallery a Bologna presenta Keramikos, mostra collettiva che registra l’estrema vitalità dell’attuale produzione ceramica artistica attraverso opere di 20+1 artisti contemporanei internazionali, ovvero David Casini, Santiago Cucullu, Odonchimeg Davaadorj,  Edi Dubien, Maïmouna Guerresi, Mona Hatoum, Julia Haumont, Mimosa Hechard, Suzanne Husky, Romuald Jandolo, Edith Karlson, Fausto Melotti, Ruben Montini, Giusy Pirrotta, Nazzarena Poli Maramotti, Alessandro Roma, Alberto Scodro, Victoria Stoian, Johan Tahon, Zoe Williams.

I punti di partenza sono T42 di Mona Hatoum e Coppette di Fausto Melotti, opere diametralmente opposte in termini poetici e di ricerca. Gli artisti invitati, partendo da presupposti divergenti, operano tra processi concettuali e abilità manuale lirica. Antiche, contemporanee, sgargianti, eccentriche, emancipatorie e diverse, le ceramiche giocano con la scultura, come nell’antichità i greci giocavano con il marmo, decorandolo, dipingendolo e rendendolo multicolore e colorato. Quello che abbiamo sempre pensato della bellezza monocroma e gelida di una statua incolore è stato un inganno perpetrato dalla pioggia su antichi monumenti e statue che, lavati via dall’acqua piovana, hanno perso i loro colori e sono stati portati ad un candore mai immaginato da chi li ha scolpiti.

Edith Karlson, Vox Populi, 2020, ceramic, 10x18x10 cm

Non ceramica. Nasce cangiante e allegro, nasce morbido e diventa rigido, nasce modellato da mani e stampi, nasce unico e molteplice. È in queste possibilità insignificanti che gli artisti contemporanei si sono riappropriati di un mezzo capace di definire e riappropriarsi della libertà. Giuseppe Penone, Johan Creten, Miquel Barcelo, Barthélémy Toguo, Fabrice Hyber e molti altri, come il vincitore del Turner Prize, Greyson Perry, hanno riscoperto nella ceramica il luogo ideale per sentire la materia diventare opera attraverso le mani. Questa mostra è solo un frammento della vitalità dell’uso della ceramica oggi.


Gli artisti invitati appartengono tutti alle nuove generazioni internazionali che, utilizzando questo mezzo, si stanno riappropriando del lavoro manuale, reinventando lo spazio e il mondo, a loro “immagine”, e ridefinendo i confini dell’infanzia, del poetico e del fantastico. Seguo da tempo l’evoluzione di questo medium in arte, collezionandolo, studiandolo e partecipando alla sua produzione visitando studi, fornaci e laboratori ceramici italiani e internazionali, da Sevres a Faenza, da Albisola a Vietri. Solo oggi, però, mi trovo di fronte a un sentire comune tra gli artisti invitati che, pur non volendolo e appartenendo a latitudini così diverse, potrei dire che stanno dando vita ad una nuova scuola di pensiero estetico.

Sarà evidente che molti di loro toccano temi dell’infanzia, dei sogni e del fantastico, dove però si possono vedere anche problemi personali, sociali e generazionali. Un desiderio li accomuna: quello di ricreare una scuola di pensiero in cui la persona, l’Uomo, si confronta con altri Uomini per ricostruire l’esistenza di tutti.

Fino al 9 settembre

Bologna, CAR Gallery, via Azzo Gardino 14/A. Info & Orari: www.cardrde.com