A Vladimir Vysotsky non piacciono gli addii

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Qualche tempo fa un amico, durante una nostra conversazione tramite messaggio si confuse, e mi mandò un messaggio diretto non a me, ma a una conoscente comune. In questo messaggio non si parlava di me in termini propriamente distesi, ma si enfatizzava il fatto che anch’io, aggiungo “stranamente”, avessi dei difetti. Nonostante ciò, l’ipocrisia che colsi dietro la conversazione che queste due persone stavano simpaticamente abbozzando, era per me piuttosto evidente.

Mi accorsi subito del suo errore, nervosamente ma ironicamente scrissi all’amico che cercò di metterci una pezza, ma aggravò ulteriormente la situazione non confessando l’errore. Sarebbe stato molto più semplice vuotare il sacco.

Stanco e preso dal lavoro tornai a casa, in quanto avevo già deciso che sarebbe stata la cena degli avanzi della sera precedente, mi sedetti sul divano e iniziai a viaggiare fra pensieri e ricordi. La situazione per me era talmente rilassante e surreale nella sua finta semplicità, che ricordai una sera durante una trasferta di lavoro a Milano in casa di Natasha, una persona presentatami da un’amica comune di nome Lara. Natasha mi mostrò un vecchio samovar russo, cimelio di famiglia, che ricordava le olimpiadi moscovite del 1980, pensai alla vittoria di Pietro Mennea e di Sara Simeoni di cui tanto avevo sentito parlare.

Io e Natasha parlammo di musica e cultura russa, e discutemmo anche del termine russo più appropriato per brindare. Per me era za zdorovie mentre lei asseriva alla correttezza di na zdorovie.  Nonostante lei fosse madrelingua perché figlia di un ufficiale russo trasferitosi poi a Berlino per amore, sono ancora convinto di avere ragione. Al terzo brindisi, la nostra comune amica Lara, che ironia della sorte porta il nome della protagonista del dottor Zivago, si alzò e prese un vinile a caso dal mobile. In quella strana situazione quella sera, noi tre, riscoprimmo Vysockij.  Инструкция перед поездкой за рубеж – Высоцкий

 

 

Dotato di una voce accattivante, roca, profonda, vellutata e terribilmente affascinante, Vladimir Semenovic Vysockij è oggi considerato uno dei maggiori rappresentanti della poetica e della musica russa. Vysockij nacque a Mosca il 25 gennaio 1938 da un sottotenente di carriera e da un interprete di tedesco, era il periodo delle “grandi purghe staliniane”. Nel 1961 uscì il suo primo pezzo, che si chiamava “Il tatuaggio”, dove il nostro artista abbozzava le linee di una poetica che voleva andare espatriare e divenire quindi internazionale, proprio perché contro il periodo politico storico di riferimento che non permetteva di esprimersi liberamente. Владимир Высоцкий – Я не люблю (Нет, ребята, всё не так… Часть первая)

 

 

Ho parlato più volte di censura russa, anche di musica e di registrazioni che viaggiavano di porta in porta, di paese in paese, trovando poi con il tempo un mercato comune. Inizialmente quindi l’opera di Vysockij venne boicottata e oscurata, mentre lui voleva solamente abbracciare la sua chitarra e far passare le sue parole attraverso tutta l’URSS. Ben presto però la sua musica iniziò ad essere conosciuta, e attraverso cassette registrate fortunosamente, la voce infiammata e dolente di “Volodja” diviene patrimonio di tutta la nazione. Vysockij era diventato la voce di coloro che si opponevano e dissentivano dal conformismo di regime. Le sue parole divengono la massima fonte di ispirazione per un URSS sempre più chiuso. Высоцкий – Случай на таможне

 

 

Nel 1964 fa un provino per Ljubimov, direttore del prestigioso teatro Taganka. La sua audizione non convince molto, ma Ljubimov lo prende sotto la sua ala protettiva in quanto affascinato dalle sue canzoni e dalla sua presenza, che inizia ad essere nota in tutto il territorio nazionale. Nel 1965 viene uno degli attori principali del teatro Taganka, per poi far uscire il suo primo disco nel 1967, che era la colonna sonora del film “Verticale”, mentre nel 1967 interpreta il ruolo di Majakovskij in “Ascoltate Majakovskij”. A questo punto diventa un attore leggendario. Il suo lavoro è infinito e senza sosta, si contano più di 400 canzoni scritte molte delle quali vengono boicottate dal regime.Весь Высоцкий Владимир Семенович более 400 песен FLAC

 

 

Il 25 Luglio 1980 Vysockij morì in seguito ad un arresto cardiaco, la dipendenza da alcool e da morfina aveva contribuito ad una vita a suo modo dissipata. Solo nel 1987, con la perestrojka gorbacioviana arrivarono i primi riconoscimenti internazionali e le sue canzoni iniziarono ad essere pubblicate su disco, fino ai giorni nostri. Nel 1993 vinse il premio Tenco postumo, dopo che la sua fama era arrivata e apprezzata anche in Italia. Alcune sue canzoni furono tradotte da Vecchioni, Finardi e Paolo Rossi che ne apprezzarono i più intimi significati. Владимир Высоцкий. Охота на волков. Франция. 1977

 

 

Sono tanti i temi affrontati da Vysockij e tradurre i suoi testi è fonte per me di grandissima ispirazione. La sera in cui riascoltai i suoi pezzi, dopo quanto successo con l’errore del messaggio inviato, mi immersi nella sua poetica senza sosta, cercando di carpire la profondità di quanto ci volesse comunicare. Compresi inoltre che il successo non è avere sempre ragione su tutto e  riflettei sul fatto che spesso allontanarsi non è una sconfitta, ma corrisponde a ripararsi e a tutelarsi dalle situazioni che ci provocano delusione. Questo modo di pensare  costituisce per me molto spesso una salvezza perché a me, come a Vysockij, non piacciono gli addii.

Владимир Высоцкий. Охота на волков. Франция. 1977

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Nasco a Cesena nel 1978, con la grande passione per la musica e un amore folle per Chet Baker. Lavoro da tanti anni, quasi troppi, come commercialista, districandomi fra imposte e dichiarazioni dei redditi. Mi appassiono fin da giovane alle arti e alle lingue, per poi scoprire la cultura sovietica e russa. Ora cerco di bilanciare il mio lato pragmatico con l’utopia dei miei sogni inespressi, affannandomi nel cercare un equilibrio. Nonostante questa mia doppia indole, credo che la vita debba essere concepita come la realizzazione dei propri desideri, per cui dopo una laurea al Dams ottenuta negli anni della mia senilità, sto realizzando un altro grande desiderio: quello di scrivere!