Quando voglio darmi arie da esperto, io la chiamo at, ma in Italia è più nota come chiocciola o chiocciolina. Oggi i grafici ne abusano, è utilizzata come segno di tecnologia e modernità. Se in un logo scrivono c@ffè invece che caffè, significa che quello è un bar per nativi digitali, con il wi-fi gratis e tutto il resto…
Invece io mi ricordo che era l’unico segno incomprensibile sulla tastiera del mio primo personal computer, a metà degli anni Ottanta.
Fu un ingegnere americano di nome Ray Tomlinson, uno dei padri di Internet, a darle improvvisa e universale notorietà. Tomlinson infatti sviluppò un sistema di posta elettronica da utilizzare su Arpanet, la rete antenata del Web. Gli serviva un simbolo da inserire tra il nome del destinatario e il nome del server ospitante, e l’occhio gli cadde su quel segno lì.
Erano gli anni Settanta, ma il simbolo @ si trovava sulle tastiere delle macchine da scrivere anglosassoni già dalla fine dell’Ottocento. Si usava in ambito commerciale ed aveva il significato di at the price of, al prezzo di.
La sua storia però parte da lontano. Secondo alcuni, era una contrazione grafica del latino ad (verso) usata dai monaci medievali, molto adusi alle abbreviazioni per risparmiare inchiostro e pergamena…
Di altro parere è Giorgio Stabile, docente alla Sapienza di Roma, che nel corso di una ricerca svolta per la Treccani, ha documentato che il misterioso simbolo appare solo in testi che adottano la scrittura mercantesca, cioè la grafia commerciale usata dai mercanti italiani – in particolare fiorentini e veneziani – a partire dal tardo medioevo. Nel suo articolo L’icon@ dei mercanti sostiene che in origine il simbolo indicasse in realtà la parola anfora nel significato specifico di unità di misura, di capacità e di peso, usato già nell’antica Grecia e a Roma. Nei secoli successivi l’uso dell’@ si diffuse, nel linguaggio contabile anglosassone, come commercial at col significato di at a price of, seguito da un valore numerico indicante la quantità di moneta. E così finì sulle tastiere delle macchine da scrivere e dei computer.
Nel 2010 il dipartimento di Dipartimento di Design del MOMA di New York, diretto dalla leggendaria Paola Antonelli, ha inserito la chiocciolina nella propria collezione.
Per la Antonelli questa acquisizione apre una nuova era, che decreta la fine del possesso fisico dell’opera d’arte: la chiocciola del web appartiene a tutti, ed è un simbolo che merita di essere tutelato da uno dei più importanti musei d’arte moderna del mondo.
@ccidenti.