Ormai è di moda, i telefilm che hanno come protagonisti esperti della mimica facciale o che padroneggiano la manipolazione del pensiero sono tanti. Crozza addirittura usa la figura del mentalista per parodiare un Renzi che continua a spostare il senso del discorso come un illusionista. Ma per essere un vero mentalista bisogna padroneggiare la cinesica, una scienza che studia il linguaggio del corpo, saper captare le micro espressioni, avere approfondito la PNL, la programmazione neuro linguistica, conoscere le tecniche dell’illusionismo, dello spettacolo. Non occorre di essere mutanti, avere poteri paranormali, basta una dettagliatissima formazione e una calma rasserenante quando si è sul palco. Come quella che trasmette anche al primo incontro Francesco Tesei che, per chi ancora non lo conosca (è protagonista de Il mentalista, programma in onda su Sky 1), è il miglior performer italiano di questa disciplina. Lo chiamano Mind Juggler, giocoliere della mente, perché sa prevedere, determinare o influenzare i pensieri dei propri interlocutori. Io l’ho messo subito alla prova. Se è vero che leggi nella mente, riesci ad indovinare la prima domanda che sto per farti? «Ah – ride di gusto – no, non lo so, se non lo sai neanche tu, come faccio a saperlo io?». Giusto. Dato per implicito il mio vuoto mentale, l’approccio con questo personaggio che sta vivendo un successo professionale concreto è dei migliori. Educato, entusiasta e disponibile, Tesei che a Forlì c’è nato e vive ancora ci racconta come ha cominciato il suo percorso nel mondo dello spettacolo. «Da ragazzino come batterista dei Dark Kristal, una band locale, poi ho incominciato a fare l’illusionista e mi sono cercato un lavoro. Anni e anni nelle crociere con uno spettacolo di magia, per la Costa Crociere. Ho avuto anche Schettino come secondo comandante». Con espressioni non verbali che riesco a interpretare anch’io fa capire che già all’epoca non fosse un personaggio ammirevole, ma il commento si ferma qui. Gli spettatori delle crociere sono diversi da quelli nei teatri? «Tanto, il pubblico della nave non è lì per te, ogni volta te lo devi conquistare, devi essere interessante, un’ottima scuola. Ho imparato molto, dalla regia, al ritmo, allo stare sul palco. Avevo un mio spettacolo interamente musicale, perché doveva essere internazionale per non avere problemi di lingua. Era in stile Copperfield e il personaggio che interpretavo era un vampiro, uno show molto gotico, buio. Completamente diverso da quello che faccio oggi dove uso solo la parola, un piazzato bianco e mescolo umorismo e attrazioni». Infatti nei tuoi spettacoli in teatro diverti, ed oltre ad avere rispetto per chi sale sul palco ed è vittima di un tuo gioco, c’è un clima solare. «È un po’ inquietante pensare che una persona possa entrare nei tuoi pensieri, per cui cerco di allentare subito la tensione, con battute, e il timore si attenua. Non c’è nulla di paranormale ovviamente. Il mentalista è un artista della comunicazione, io faccio una spettacolarizzazione facile e fruibile di certi meccanismi che esistono nella nostra mente. Meccanismi psicologici e illusionismo mescolati assieme». Se l’illusionista ha una carta nascosta nella manica il mentalista ce l’ha nelle frasi con cui conduce un numero. Piccole trappole psicologiche che servono a sviare o ad indirizzare. A differenza di certi spettacoli più aggressivi, Tesei non mette mai in imbarazzo le persone sul palco coinvolte. Ha un senso etico. Ma esiste veramente una sorta di ipnosi, siamo davvero così fragili e condizionabili? «Certo, l’ipnosi esiste, qualsiasi psicologo te lo può confermare, Io sono diplomato in ipnosi ericksoniana. La ipnosi è un fenomeno normale, che capita spesso a tutti durante la giornata. Quando uno guida di notte, a radio accesa, e arriva a casa senza accorgersene, era in uno stato di autoipnosi. Ma le tecniche di persuasione non sono armi del diavolo, funzionano in certe condizioni, con certe statistiche. Il mentalismo èun’arte, fatta di tanti elementi e dal gusto artistico di chi la esegue. È l’arte dello storytelling, la capacità di creare attraverso quello che faccio e che dico una narrazione. Il mio spettacolo smuove interesse nelle persone sui meccanismi del proprio pensiero e del suo potenziale. Purtroppo la mente viene studiata solo quando ha dei problemi».C’è differenza a suggestionare un uomo o una donna? «Due mondi diversi, sorrido al detto che le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte, ma qualcosa di vero c’è. Alle donne piace l’idea di una persona che sfrutta la propria intelligenza emotiva, l’intuito, è più disposta a farsi guidare dalle emozioni. Agli uomini piace mantenere il controllo. C’è un rapporto più difficile con lo spettatore maschile, devo far capire che il mio è un gioco, non è una sfida, non è testosterone contro testosterone». E con la tua fidanzata riesci ad applicare le tecniche di persuasione? «La mia fidanzata è un’ottima mentalista senza aver dovuto studiarne le tecniche, come tutte le donne, ma non è una questione di convincere le persone. Già far capire bene quello che intendiamo ad un altro, comunicare in un dialogo non è facile. Nella comunicazione tra due persone spesso ci creiamo una nostra verità che a posteriori ci condiziona nei confronti con gli altri». Ma il passaggio da illusionista da crociera ad avere un programma tutto tuo come è avvenuto? «Ad un certo punto dovevo cambiare. Ho studiato per anni poi mi sono autoprodotto. Mi son detto, inutile aspettare che qualcuno mi chiami per fare lo spettacolo. Sono diventato imprenditore di me stesso, e per vedere cosa succedeva ho cominciato contattare i teatri, a prenderli a mio rischio d’impresa, pagandoli come spesa d’investimento. Per crescere è stato fondamentale crearmi un pubblico di appassionati con i social network, ormai i manifesti costano troppo e funzionano molto relativamente. Cominciavo ad essere conosciuto tra gli appassionati di Pnl e neuro comunicazione: è una nicchia ma da quella è partito il passaparola. Poi è stato lo spettacolo a parlare per sé». Lo aveva contattato anche la Rai ma, con la solita lungimiranza, se lo è fatto soffiare da Sky. Dallo scorso Halloween è in onda un’anteprima di tre puntate, poi a Gennaio ben 12 in prima serata in cui Tesei coinvolge passanti ignari per le vie di Roma o volti famosi della tv in esperimenti spiazzanti: alcuni sono da brivido, come quando chiede ad muratore di trapanare dei bersagli segnati su un muro di cartongesso. Peccato che dall’altra parte ci sia lui appoggiato con la tempia al muro. Nonostante siano episodi girati per la tv e non dal vivo le reazioni di chi viene coinvolto sono talmente sincere da spazzar via scetticismi ed ipotesi di accordi. I numeri sono tutti tuoi? «Alcuni miei, altri sono dei classici elaborati». È mai capitato che il numero che esegui non vada secondo la traccia che hai pianificato? «Capita sempre, in continuazione, però la gente non se accorge perché attraverso quello che dico posso modificare il mio percorso, dargli un altro significato, uno scopo diverso e cadere in una nuova rete di sicurezza che mi ero preparato. C’è sempre un piano B». Ma tu, Francesco Tesei da Forlì, anche tu, come noi, cadi nelle trappole della persuasione? «Come tutti, io per esempio faccio fatica a dire di no. Ultimamente mi hanno convinto a fare l’abbonamento al Club degli Editori. Accidenti…».