Buchettino: parole, disegni e voce per vedere senza guardare

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Buchettino (©disegno di Simone Massi)
Buchettino (©disegno di Simone Massi)
Buchettino (©disegno di Simone Massi)

 

È stato pubblicato da Orecchio Acerbo il libro di Buchettino, lo storico spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio, che traspone sulla carta quella singolare esperienza ricreandone il processo di ascolto e immaginazione.

Nato nel 1995 (e diventato un classico del teatro per l’infanzia, con allestimenti in tutto il mondo) Buchettino è uno spettacolo che crea le condizioni per l’ascolto della fiaba: accoglie i bambini nella semioscurità di una grande camera da letto in legno dove ognuno si sdraia nel suo lettino di legno con lenzuola e coperte, mentre la Narratrice, seduta al centro della camera sotto l’unica lampadina, racconta tutte le peripezie del piccolo e coraggioso bambino che salva sé e i propri fratelli da un destino di abbandono.

Nel momento stesso in cui vengono evocati i protagonisti e i luoghi della storia se ne ode la traccia acustica: una tempesta di suoni e rumori avvolge la grande camera da letto e, nel buio, ognuno concentra i propri sensi creandosi da sé le immagini del racconto. «Spesso le fiabe si raccontano prima di dormire e accompagnano quel momento – il sonno – in cui ognuno allenta la presa sulla propria vita – scrive Chiara Guidi. A letto “si ritorna alla base della propria presenza”, e si “sospende” l’esistenza: tutto ciò che vive oltre se stessa. Il letto determina quella posizione del corpo che è quello stare in sé, con sé, per sé».

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Chiara Guidi
Chiara Guidi

 

Tramite l’immaginazione, i bambini diventano protagonisti della storia, attraversano la paura della notte e dello smarrimento, quella dell’abbandono, ciascuno nel proprio lettino, ma ciascuno vicino agli altri. Insieme, complici e solidali, contro il nero che li avvolge. «Come rendere in un libro, anche solo in parte, quest’esperienza straordinaria? L’unica strada ci è sembrata quella di non far incontrare mai parole e immagini – spiega Fausta Orecchio, ideatrice ed editrice del volume –. A Simone Massi abbiamo chiesto qualcosa che sembrava impossibile: illustrare la fiaba senza mostrare quasi nulla, né Buchettino né i suoi fratelli, né i genitori né, tantomeno, le fattezze del terribile orco. Di lavorare solo sul buio, sulla foresta, sulle suggestioni. Di lavorare, in sintesi, solo sulla paura nell’immaginazione. Attraverso la grafica abbiamo invece provato a riportare l’eco di quei suoni che avvolgono i bambini nella rappresentazione teatrale, le invocazioni dei fratellini – la mamma, il pane – la risata dell’orco, l’urlo agghiacciante della moglie dell’orco quando scopre l’assassinio delle sue sette figlie».

Per chi vorrà ricostruire dal vivo quei suoni con pochi materiali e semplici movimenti, alla fine del libro c’è una pagina con le indicazioni per farlo. E, per tutti, un link per effettuare il download della fiaba narrata dalla viva voce di Monica Demuru, con gli effetti sonori tratti dall’indimenticabile spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio.

Completa il volume uno scritto di Goffredo Fofi: «È questa la grandezza della fiaba, di essere all’origine del mondo, della lettura del mondo. E aver saputo scavare in questo pozzo – non della Storia (…) ma del Mito (…) – è uno dei meriti, non il solo ma forse il più periglioso, di Chiara Guidi e della Raffaello Sanzio. Insomma: scoprire il modo in cui riportarci all’origine, farci tornare bambini senza nessuno dei mille bamboleggiamenti che affliggono l’immaginario infantile».