Love, serenate a cinque corde

0
960

81uqZJm5edL._SL1200_

Il rosario recita sempre lo stesso: i Love sono quelli che nel 1967 risposero ai Beatles di Sgt. Pepper’s con Forever Changes, e tutto il blah blah blah che ne consegue. Qui Arthur Lee e i Love, invece, li prendiamo in blocco e li dichiariamo in assoluto fra i più grandi, nonostante le tante sfortune che li hanno fustigati, tipo che loro, gruppo principe dell’Elektra appena votata al rock dopo anni di folk, furono stracciati commercialmente dai Doors – oppure che il sanguemisto Arthur si fece fregare sia look sia lo stile chitarristico dall’amico Jimi Hendrix (mai un malcontento in proposito, peraltro, ma solo grande stima). E li prendiamo in monoblocco perché Arthur e i Love anche negli episodi fatti passare per minori hanno sempre graffiato con il colpo di genio (risentire il canto del cigno in studio Five String Serenade del 1992 farebbe bene a molti) – per non parlare dei concerti assolutamente maiuscoli di Lee sotto l’antico glorioso nome che chi scrive ebbe la fortuna di vedere diversi lustri or sono, i quali restano semplicemente indimenticabili.

Love_rain

720x405-AL_Promo_Color1_Michael-Putland

È noto che Arthur Lee i Love li abbia montati e smontati e di nuovo rimontati a suo piacimento – e ora che ci tocca celebrare la ristampa in formato deluxe di Reel To Real (1974) siamo un po’ persi: Lee aveva mandato a casa praticamente tutti i precedenti partecipanti all’avventura Love per, in cambio, radunare con John Sterling una super band di all’incirca una quindicina di elementi. Tipico del personaggio. Ma bando alle ciance – questo disco è la classica perla che riaffiora da un passato lontano, dimenticata da molti se non da tutti e che invece, boom, lo metti su e ti stende. Non è il lato barocco dei Love bensì è quello più corporeo, che nel 1974 mostrava un’evoluzione verso i suoni nuovi della black music che all’epoca andavano per la maggiore – su tutti quelli di Sly & The Family Stone e, velatamente, quelli che di lì a poco avrebbero invaso il mondo in forma disco. In poche parole, Arthur Lee era sempre e comunque sul pezzo – ma già lo sapevamo.

arthur_lee_portrait

Reel To Real lo metti su e ne suoi undici pezzi è una continua sorpresa: i Love l’arcobaleno rock lo volevano provare tutto, senza indugi. Il pezzo più bello, tuttavia, non arriva con la penna di Lee bensì, è la cover pressoché in diretta di Be Thankful For What You Got, travolgente successo di William DeVaughn che nel 1974 appunto fece strage e che una quindicina abbondante di anni dopo divenne il brano cardine dell’esordio dei Massive Attack, Blue Lines (1991): i Love ne fanno una versione per palati rock ma mantenendone il velluto che era nell’originale di DeVaughn. Applausi a scena aperta. Poi, però, entra in gioco la firma di Arthur Lee, e non si scherza: basta ascoltare quelli che se il tempo fosse stato più giusto sarebbero dei classici del repertorio Love, come la stupenda Cosmic American Music di Singing Cowboy, il falsetto molto Sly della contagiosa Time Is Like A River, il soul che profuma di Stax Stop The Music, gli strascichi psichedelici di Which Witch Is Which con ospite speciale Harvey Mandel alla chitarra, il freakissimo sing-a-long Everybody’s Gotta Live oppure la hendrixiana di chi Hendrix lo ha battezzato di Busted Feet.

Arthur Lee con John Sterling – 1974
Arthur Lee con John Sterling – 1974

arthur-lee-resized

Visto che si tratta di una deluxe edition, ecco che arriva una messe di inediti, ben dodici: sei cosiddette alternate takes, fra cui brilla la versione elettrica di Everybody’s Gotta Live, e sei mai sentiti prima, tutti molto interessanti e che seppur nella loro approssimazione svelano il genio di un gruppo ineluttabile – udire Somebody, Do It Yourself e I Gotta Remember, tasselli che fanno godere nel nome di Arthur Lee, prodigio-modello unico della più esaltante stagione rock. Ma la parola lasciamola proprio al signor Love/dottor Lee, che meglio di chiunque raccontava la musica che si trova in Reel To Real«So that’s my trip, man. Getting as black and as funky as I can, man, on my music side. That’s what I feel right now. I’ve been exposed to a lot of different types of music and there are a lot of things that I can contribute to the so-called music world. I want to do that. I don’t want to leave no rock unturned». Amen.

CICO CASARTELLI

LOVE – Reel To Real/Deluxe Edition (High Noon Records)

Arthur Lee 2