“L’arte del teatro”: l’umanità di un attore solo

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Il teatro di Pascal Rambert  “parla basso”, si apre umilmente allo spettatore con un flusso continuo di parole, che oscilla tra l’astrazione e la concretezza, tra l’ironia e la drammaticità. Parole che sono ritmo e non racconto, suoni che creano immagini, riflessioni, emozioni senza la necessità di sviluppare narrazione, ma con lo scopo principale di comunicare.

Ne L‘arte del teatro, testo dell’autore francese tradotto e interpretato da Paolo Musio, in scena al Teatro delle Moline di Bologna fino al 31 marzo, un uomo solo in scena, un attore consumato, e un cane al guinzaglio danno forma al ricordo di una vita vissuta alla ricerca costante dell’arte. Un cammino a ritroso (gli amori, le donne, l’alcol, le “cazzate”), che diventa poi una riflessione sul fare teatro e sul mestiere di attore.

L’autore si interroga su cosa sia l’arte del teatro con l’ironia, il cinismo e l’antiretorica di chi dell’arte ha fatto la propria vita, di chi la osserva continuamente e la crea. Ne deriva un monologo che, attraverso la voce di Musio, diventa un dono di sincerità e umanità al pubblico: uno spettacolo che non si ferma dentro i confini del teatro, ma che racchiude al suo interno  un ritratto di esistenza comune, di sofferenze, fallimenti, vincite, traguardi raggiunti e poi nuovamente discese.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il corpo di Musio diviene veicolo di memoria, vibra e si distende al suono delle parole che lo attraversano, come se la sua mente vivesse il ricordo e la sua carne percepisse il calore di quell’emozione che torna a chiudergli lo stomaco e a bagnare gli occhi. Occhi costantemente rivolti alla platea, capaci di creare materia scenica anche nei momenti di totale silenzio: “il teatro è il presente”, come afferma l’attore; è il vuoto, i rumori esterni, le voci in sottofondo di chi passa fuori per le vie, elementi che lasciano al pubblico la capacità di riflettere su ciò che sta accadendo in sala.

Paolo Musio sa “sparire”, come vuole il suo regista, non si mette in mostra con arroganza, ma lavora in sottrazione, rendendosi contenitore all’interno del quale ogni spettatore può riporre le sue idee e le sue immagini. È così che l’attore diventa parte di un processo creativo, rendendoci interlocutori fondamentali e reali del suo testo, lasciando a noi la possibilità di interpretarlo.

 

L’arte del teatro

testo e regia Pascal Rambert

con Paolo Musio

foto di Luca Del Pia

Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Triennale Teatro dell’Arte, Fondazione Teatro Metastasio

SILVIA MERGIOTTI