Il Metodo Simoncini in mostra al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna

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Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna presenta il Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme, una bella mostra dedicata a Francesco Simoncini, grande innovatore nel campo del design di caratteri tipografici, creatore di celebri font che sono passati sotto gli occhi di milioni di lettori per oltre quarant’anni e sono tuttora apprezzati in tutto il mondo: dal Garamond Simoncini, utilizzato dalla Einaudi e divenuto un carattere iconico nell’editoria italiana al Delia, progettato per gli elenchi telefonici.

Francesco Simoncini

Metodo Simoncini delinea la vicenda imprenditoriale e la carica innovativa espresse da Francesco Simoncini (1912-1975), dal 1954 Amministratore unico delle Officine Simoncini, azienda fondata da suo padre nel 1953 a Bologna, poi trasferitasi in un grande stabilimento a Rastignano, destinata ad affermarsi come una delle realtà più all’avanguardia del settore della progettazione e produzione di matrici per macchine Linotype.  Se oggi in ogni momento condividiamo idee con parole e frasi d’inchiostro e pixel, poco o nulla sappiamo di quello straordinario strumento che sono le lettere, della loro storia e di quella di chi le ha create. La mostra, attraverso le innovazioni e i traguardi di Simoncini come imprenditore e designer di caratteri autodidatta, illustra il valore di un approccio globale al progetto, in cui estetica e funzionalità, ricerca e umanità sono elementi equivalenti e indispensabili.

Materiali produzione carattere tipografico con Linotype

Il percorso espositivo, che propone un’esperienza immersiva e multimediale con un allestimento ispirato alla disposizione del reparto disegno caratteri Officine Simoncini, accoglie il visitatore con filmati, fotografie e strumenti originali dell’epoca, introducendolo nell’affascinante processo di ideazione e realizzazione di una matrice per Linotype. Si prosegue con la presentazione del brevetto internazionale “Metodo Simoncini”, insieme a documenti, disegni dei caratteri e rare edizioni che ricostruiscono il contributo di Francesco Simoncini come progettista e offrono una panoramica su impatto e diffusione dei suoi alfabeti più importanti, come i già citati Garamond Simoncini creato per Einaudi e il Delia progettato per gli elenchi telefonici. Molti suoi caratteri hanno avuto larga diffusione anche in quotidiani e periodici in Italia e all’estero: tra quelli italiani figurano Stadio, La Nazione, Il Tempo, Guerin Sportivo, Il Resto del Carlino, La Domenica del Corriere.

Disegno esecutivo Garamond Simoncini

Nel progettare i propri caratteri, Simoncini si pone come obiettivi chiarezza e leggibilità, mettendo al centro di ogni progetto i consumatori finali del suo prodotto, i lettori. Questa attenzione, nell’epoca della diffusione della tecnologia Linotype, fa sì che i suoi caratteri abbiano largo impiego in ogni ambito della stampa in Italia. Ancora oggi alcuni dei suoi caratteri, anche se creati per una tecnologia obsoleta, sono noti e apprezzati in tutto il mondo. È lui stesso a scrivere: “La leggibilità e funzionalità dei testi stampati, destinati a letture prolungate, è in parte oggi legata alla scelta di un buon procedimento di stampa, ma soprattutto alla diligenza con cui si procede alla preparazione dello stampato. In questo senso si può e si deve operare con impegno. Non sempre è felice la scelta dei caratteri, della carta e non sempre sono curate la composizione e la stampa. […] In ogni nostro atto, nell’attività grafica, sia sempre presente la figura del lettore e le sue esigenze.” (Testo tratto da: Francesco Simoncini, Leggibilità e funzionalità dei caratteri da stampa. Lezione-conferenza per il Corso Superiore di Cultura Grafica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Castello del Valentino, Torino 6 marzo 1965).

Elenco telefonico SIP Pavia e Provincia 1975

Anche come imprenditore Simoncini mise in pratica una visione innovativa per l’epoca, con un’attenzione costante volta al rispetto di collaboratori e dipendenti. Insieme ai fratelli riuscì a condurre l’attività del padre da piccola officina di riparazioni per Linotype colpita dalla guerra, a grande industria internazionale per la progettazione e produzione di caratteri. La sua dedizione si estese anche al di fuori dell’azienda: assunse infatti ruoli di rilievo in associazioni di settore, impegnandosi inoltre nella formazione dei giovani tecnici e nella standardizzazione della tecnologia.

La mostra è a cura di Elisa Rebellato e Antonio Cavedoni. Per chi volesse visitarla, c’è tempo fino al prossimo 12 novembre.

Per informazioni e orari: museibologna.it/patrimonioindustriale

 

(L. R.)