Il terzo segreto di satira all’Arena Puccini di Bologna

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Il terzo segreto di satira incontra il pubblico dell’Arena Puccini, il cinema all’aperto nel parco del Dopolavoro ferroviario, martedì 19 giugno, con il giornalista Luca Bottura, per la rassegna “Accadde domani”, per la proiezione del film Si muore tutti democristiani.

I protagonisti del film sono Stefano (Marco Ripoldi), Fabrizio (Massimiliano Loizzi) ed Enrico (Walter Leonardi). Insieme gestiscono una casa di produzione, grazie alla quale vorrebbero girare documentari a tema sociale, principale interesse dei tre e uno dei pilastri della loro amicizia di vecchia data. Come capita a chiunque, arriva il momento di decidere se proseguire la via della purezza etica, rimanendo “sfigati”, oppure accettare un’offerta di dubbia correttezza che gli darebbe però la possibilità di condurre un bel progetto. Quale opzione avrà la meglio?

Tutti i lavori di Il terzo segreto di satira nascono dalla volontà di far discutere, in modo costruttivo e ironico, su tematiche a carattere sociale. Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi iniziano a produrre video per il web nel 2011, che si guadagnano l’attenzione di giornali e tv, venendo anche riprodotti da alcune importanti trasmissioni televisive. Dal 2014 iniziano a collaborare, tra gli altri, con Report di Milena Gabanelli e Piazzapulita di Corrado Formigli, due passaggi che li hanno condotti alla realizzazione di Si muore tutti democristiani, prodotto da IBC Movie e Rai Cinema.

In Si muore tutti democristiani i 5 del collettivo Il terzo segreto raccontano la loro storia artistica e personale. “Come i protagonisti del film, siamo una piccola ‘casa di produzione’ che si occupa principalmente di satira politica e sociale – scrivono nelle note di regia–. Nel tempo abbiamo ricevuto alcune proposte, vantaggiose dal punto di vista economico, ma non in linea con il nostro progetto. Lavori che hanno sempre portato discussioni e litigate interne. La domanda che ci siamo posti è stata questa: se la litigata fosse andata avanti… Cosa ci saremmo detti? Cosa ci saremmo rinfacciati? Fino a che punto saremmo arrivati?”. Ma la storia è anche una “metafora della sinistra italiana e della sua mutazione ‘renziana’ – aggiungono – Sinistra incarnata dai tre protagonisti nelle sue molteplici sfaccettature”.