L’indagine che non c’è

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È il 21 Agosto del 2019, nel suo appartamento di vicolo Montini a Faenza viene trovato un uomo di 52 anni morto in una pozza di sangue. C’è anche una finestra rotta, causata molto probabilmente da un’intrusione. Dopo più di un anno da quel giorno il colpevole non è ancora stato trovato. Omicidio o suicidio? Alcune indiscrezioni legano da subito l’evento ai precedenti per droga dell’uomo, altre a una dinamica particolarmente complicata da sbrogliare.

Il medico legale non ha infatti ancora stabilito se si tratti di omicidio o suicidio. L’ipotesi più plausibile per gli inquirenti è il suicidio, per un precedente tentativo (nel 2015) di compiere un gesto estremo, per il profondo taglio sul braccio e probabilmente – come detto – per i precedenti di droga dell’uomo. Proprio la dinamica del taglio sembra essere al centro delle indagini. Secondo il Pm, gli agenti del locale Commissariato, gli investigatori della squadra Mobile di Ravenna e gli operatori della Scientifica, l’uomo avrebbe colpito a mani nude il vetro e si sarebbe procurato la profonda ferita che ha poi fatto fuoriuscire una grande quantità di sangue dal braccio. L’angolazione del taglio potrebbe dare delle informazioni, ma quando arriveranno i risultati?

Da allora, sui giornali non c’è stata notizia di un’eventuale risoluzione del caso e già una settimana dopo i fatti la notizia sembra finita nel dimenticatoio.

Eppure, per trovare un caso simile in una cittadina come Faenza bisogna tornare indietro di oltre 20 anni, il 5 aprile 2000 il tabaccaio L.C, 46 anni, la cui tabaccheria si trovava davanti allo stadio Bruno Neri, fu assassinato mentre allo stadio stava per cominciare la partita di beneficienza Nazionale Piloti contro una rappresentativa della Banca di Romagna. In campo Michael Schumacher e Antonio Cabrini. L.C. era nella sua tabaccheria quando un giovane, con il volto scoperto, era entrato e lo aveva minacciato con un coltello per estorcere denaro. L.C. aveva cercato di reagire ma il ragazzo lo aveva colpito alla gola, al ventre e al cuore. Il faentino era morto dissanguato poco dopo in ospedale. L’assassino, appena uscito dalla tabaccheria era stato visto da un passante che, sotto la minaccia del coltello, era stato costretto a farsi da parte.

Il giovane, venuto a Faenza in cerca di lavoro e con problemi di tossicodipendenza, era fuggito su un’Alfa 75 rubata nel parcheggio dell’ospedale. G.M., 25 anni, nato in provincia di Taranto, aveva già alcuni piccoli precedenti per furto. Era stato trovato dopo 24 ore a Bologna, mentre passeggiava con un amico. Venti anni e una differenza enorme fra i due casi. Un assassino arrestato in 24 ore, e un anno senza risposte. Il caso è chiuso o deve essere ancora aperto?

di Monica Melnic, Valeria Mamaliga, Sabina Bandini e Martina Messeri, 3 CU, Liceo Torricelli-Ballardini, Faenza