Garantito da noi: AngelicA – Festival Internazionale di Musica

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Suzanne Ciani - ph Karel Chladek

 

La 32esima edizione di AngelicA si svolgerà nell’arco di circa un mese, dal 7 maggio al 4 giugno, con 12 concerti al Centro di Ricerca Musicale/Teatro San Leonardo – lo spazio in via San Vitale gestito da AngelicA in convenzione con il Comune di Bologna, lungo tutto l’anno con le sue stagioni invernali – e un’incursione “fuori porta”: un concerto al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, nell’ambito della consolidata collaborazione che da 19 anni unisce AngelicA e l’Altro Suono.

La musica risponde è uno dei “motti” degli ultimi anni di AngelicA. Massimo Simonini, direttore artistico del festival, parla di «AngelicA panoramica, come se fosse una strada da percorrere, che si può scegliere per ascoltare tanta musica che nel suo insieme diventa essa stessa “musica panoramica”: si sale su un monte, si vede una valle, a una certa distanza il mare, poi una montagna innevata; attraversando queste musiche, che descrivono tanti mondi, si colgono, nel loro insieme, altri aspetti che altrimenti nel contesto di musiche simili non si vedrebbero, non sarebbero così evidenti. E questi aspetti sono ulteriormente accentuati per via dei curatori che ogni anno partecipano alla costruzione del programma, di questa strada». E ancora «pensiamo alle evoluzioni della musica, a come è e a come potrebbe divenire, senza fermarci di fronte alla forma: cerchiamo di aprire la musica al pubblico e il pubblico alla musica. La musica di domani è già qui, dobbiamo solo accoglierla. Con AngelicA, rendiamo il pubblico partecipe del frutto delle nostre riflessioni».  

Come ogni anno, il programma del festival è stato tratteggiato assieme a diversi curatori – musicisti, compositori e musicologi –, che portano ad AngelicA la propria predisposizione all’ascolto.

 

christian wolff

 

  • Christian Wolff insieme a Robyn Schulkowsky, Joey Baron e una speciale Angelica orchestrA

L’apertura della 32esima edizione del festival, sabato 7 maggio alle ore 20.30, con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna, è affidata a uno dei più singolari compositori viventi, Christian Wolff (nel 1959, giovanissimo, era già membro della leggendaria New York School formata con Morton Feldman, Earle Brown e John Cage), che torna ad AngelicA dopo i concerti monografici a lui dedicati nel 2013.

Ad accompagnarlo, due collaboratori di lunga data − la percussionista Robyn Schulkowsky e Joey Baron, il funambolico batterista dei Naked City e dei Masada di John Zorn −, insieme a una speciale Angelica orchestrA, formata per l’occasione da docenti e studenti del Conservatorio di Bologna, guidati da Walter Zanetti.

Il programma, dal tentetto al solo, ruota attorno a due brani composti appositamente per Bologna: Sveglia, per sette chitarre elettriche, e Roulette, per trio. In mezzo, brani che coprono un arco di 58 anni della fantasia compositiva di Wolff: una gamma di metodi di notazione sperimentali e di combinazione di apertura e rigore che, in ogni performance, creano risultati entusiasmanti e spesso imprevedibili.

  • Amaro Freitas e le nuove sonorità della musica brasiliana

Un salto di dieci giorni, martedì 17 maggio, per ascoltare il suono della nuova musica brasiliana forgiato da Amaro Freitas, il cui approccio percussivo al jazz è debitore tanto dei ritmi tradizionali nordestini − come il Maracatu afro-brasiliano o la frenesia del frevo e del baião −, quanto del suono dei propri idoli, come Thelonious Monk, Chick Corea o Gonzalo Rubalcaba. Dopo l’esordio in patria di Sangue Negro, le uscite di Rasif (2018) e Sankofa (2021) per la britannica Far Out Recordings gli hanno fatto ottenere il riconoscimento della critica internazionale, che ha lodato la complessità ritmico-armonica del suo trio e la maturità, nonostante la giovane età, nel conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo del tutto personale. Una caratteristica che emerge ancor più nella dimensione del solo, che tende a liberarsi dalle forme esistenti per spaziare trasversalmente dallo stride jazz di Art Tatum all’impressionismo di Satie, dall’Africa ancestrale alle rarefazioni percussive del piano preparato di John Cage. Questo concerto è il primo piano solo in Italia di Amaro Freitas. 

  • In the Swarm: Seabrook Trio e il suo nuovo album

Poche band nella musica improvvisata sembrano generare un attrito sonoro così palpabile come il Seabrook Trio, per la prima volta in Italia, formato da Brandon Seabrook, Cooper-Moore e Gerald Cleaver. Il gruppo produce un suono tattile, quasi psichedelico: i ritmi potenti della batteria di Cleaver, i drone e i graffi percussivi del diddley-bow di Cooper-Moore (strumento a una corda, da lui inventato, simile al basso), e la tagliente chitarra elettrica di Seabrook (definita “come un incrocio fra Sonny Sharrock all’epoca di Monkey-Pockie-Boo e i Sonic Youth nella loro fase più onirica”) si fondono nei loro concerti in improvvisazioni grintose e propulsive, dotate di una fisicità quasi tridimensionale.

Brandon Seabrook si esibisce nella scena newyorkese da oltre un decennio, ed è stato di recente ospite del Centro di Ricerca Musicale con i 3 Cards Trick.

Ad AngelicA, mercoledì 18 maggio, Seabrook Trio presenterà l’attesissimo secondo album, In the Swarm (in uscita a maggio).

 

ernst reijseger_photo Bruno Bollaert

 

 

  • Ernst Reijseger insieme all’Orchestra Creativa dell’Emilia-Romagna per AngelicA e L’Atro Suono

L’Orchestra Creativa dell’Emilia-Romagna − progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Legge Musica, L.R. 2/2018 − è composta da musicisti residenti in regione, attivi da anni nell’ambito delle musiche di ricerca, e nella sperimentazione di nuove relazioni tra composizione e improvvisazione.

Allo stesso tempo, ospita anche giovani musicisti, per creare un dialogo intergenerazionale che dia continuità a questa scena con tutte le sue peculiarità, dall’approccio trasversale ai generi all’apertura verso nuovi linguaggi.

L’idea dell’Orchestra Creativa nasce dall’intenzione di invitare musicisti di fama internazionale per dirigerla in nuove avventure e creare nuovi repertori in prima assoluta.

Dopo le recenti esperienze con Gunter “Baby” Sommer e Wayne Horvitz, sarà la volta dell’olandese Ernst Reijseger: un musicista che è stato capace di passare dall’ICP Orchestra di Misha Mengelberg alle colonne sonore dei film di Werner Herzog, mantenendo sempre riconoscibile la propria cifra stilistica, fatta di ironia, spontaneità e freschezza fuori dagli schemi e dai confini tra i generi.

Venerdì 20 maggio Ernst Reijseger si esibirà, insieme all’Orchestra Creativa dell’Emilia-Romagna, al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena per AngelicA e l’Altro Suono.

  • Le molteplici possibilità espressive di un ensemble di otto trombe con The Monochrome Project

UNANIME è il titolo del recital dell’ensemble The Monochrome Project, fondato dal trombettista olandese Marco Blaauw, che si esibirà in prima italiana sabato 21 maggio.

Dopo essere stato a fianco di Karlheinz Stockhausen per molte sue produzioni, e parallelamente all’impegno con l’ensemble MusikFabrik nel quale suona da quasi tre decenni, il trombettista olandese Marco Blaauw ha organizzato tra il 2015 e il 2017 diverse performance europee di The Second Dream of the High Tension Line Stepdown Transformer di La Monte Young. Da qui, l’idea di fondare un ensemble di otto trombe per dimostrare, dietro l’apparente “monocromaticità” del progetto, le molteplici possibilità di variazione dei suoni dello strumento, attraverso lo studio delle tecniche di esecuzione e lo sviluppo di composizioni originali.

Introdotto da un brano per solo conchiglia della cinese Jing Wang, UNANIME offre uno spaccato su queste nuove possibilità espressive con le armonie microtonali del ceco Martin Smolka, il dialogo di gesti sonori della tedesca Isabel Mundry, e lo spazio sonoro immersivo della lituana Justé Janulyté.

 

Benedicte Maurseth_photo Øystein Haara

 

  • La (ri)composizione delle musiche popolari della tradizione norvegese secondo Ingfrid Breie Nyhus
  • Benedicte Maurseth: sonorità concrete intrecciate a temi musicali e canzoni

Mercoledì 25 maggio è in programma un doppio set dedicato alle sonorità nordiche: aprirà la serata la pianista e compositrice norvegese Ingfrid Breie Nyhus, impegnata negli ultimi anni in un originale progetto di (ri)composizione di forme musicali popolari tradizionali. Lo ‘slått’ e il ‘rammeslått’ sono elementi unici della musica folk norvegese − danze selvagge e percussive suonate con l’Hardingfele, il violino tradizionale a 8 corde di Hardanger.

Utilizzando il ‘Rammeslåtter’ della regione norvegese di Setesdal come base, Breie Nyhus sfrutta le caratteristiche del tutto diverse dal violino, del pianoforte per trasformare il concetto di slått, facendosi liberamente guidare dall’approccio improvvisativo alla musica.

Si riteneva che il rammeslått avesse il potere soprannaturale di far cadere sia il ballerino che il suonatore in una sorta di trance, e Breie Nyhus si accosta a questi brani tradizionali immergendoli in un’atmosfera senza tempo e al tempo stesso spingendoli verso un territorio astratto e minimalista, fondendo così il contemporaneo con l’antico.

Nella seconda parte della serata, invece, è di scena Benedicte Maurseth, acclamata violinista e compositrice folk norvegese. Specializzata nella musica tradizionale per violino di Hardanger, lavora anche nei campi della musica antica e improvvisata.

Ad AngelicA, Maurseth presenta il progetto Hárr − ispirato all’esperienza del camminare sulle montagne della zona in cui è nata, l’Hardangervidda, e all’ecosofia del filosofo Arne Næss, che si basa sulla convinzione che gli esseri umani siano parte di un ecosistema nel quale tutte le forme di vita e la ricca diversità della natura abbiano lo stesso valore −, nel quale l’uso di sonorità concrete (come lo scorrere dell’acqua e i suoni emessi dagli animali) è intrecciato a temi musicali e canzoni, a elementi di jazz e di minimalismo americano, e agli apporti di arrangiamento e improvvisazione dei suoi musicisti.

  • Suzanne Ciani, pioniera della musica elettronica americana, in Improvisation on Four Sequences

Protagonista dell’appuntamento di giovedì 26 maggio, Suzanne Ciani è una delle pioniere della musica elettronica americana, avendo appreso l’uso del sintetizzatore modulare Buchla nel 1968 direttamente dal suo inventore, Don Buchla. Ma è stata anche una pioniera nell’uso applicato dell’elettronica, creando suoni e musiche per giochi (il famoso flipper Xenon), spot pubblicitari, sigle di emittenti televisive, e perfino effetti sonori per dischi altrui (lo Star Wars di Meco Monardo).

Negli ultimi anni è stata oggetto di una grande riscoperta, che ha favorito il suo ritorno discografico e sui palchi internazionali. Improvisation on Four Sequences, nella quale abbina un Buchla 200e all’Animoog di recente invenzione, è una performance quadrifonica per “quattro sequenze in sedici stadi”, elementi che hanno costituito il materiale grezzo dei suoi concerti fin dagli anni ‘70, ma che ogni volta vengono sottoposti a permutazioni di frequenza, improvvisazioni ritmiche e di spazializzazione, rendendo ogni esibizione di fatto unica.

 

matmos

 

  • Matmos: una residenza di tre giorni e due concerti al Centro di Ricerca Musicale/Teatro San Leonardo

Esordienti nel 1997, gli americani Matmos si sono da subito distinti per un brillante approccio concettuale alla musica concreta, che utilizzava le fonti sonore più insolite (mattoncini della Lego, suoni chirurgici di liposuzione e implantologia, gabbie per topi, il tessuto nervoso amplificato di un gambero, coperte gonfiabili, ecc.), manipolandole in forme sorprendentemente accessibili e, spesso, integrandole con strumenti tradizionali suonati da loro e da una vasta cerchia di collaboratori.

Il loro ultimo progetto Ukłony dla Bogusław Schaeffer è stato interamente costruito a partire da frammenti di opere degli anni ’60 e ‘70 del compositore elettronico polacco Bogusław Schaeffer, interpolate, modificate e riassemblate in forme nuove.

L’evento del 29 maggio, un concerto che si ripeterà nell’arco di poche ore (alle ore 19 e alle ore 22), sarà frutto di una residenza di tre giorni, durante i quali i Matmos prepareranno il loro nuovo concerto in esafonia, annunciato come una «forma ibrida e sperimentale […] che passerà attraverso gli stanchi cliché di cosa sia la musica attuale e, si spera, porrà domande su cosa potrebbe diventare». La residenza al Centro di Ricerca Musicale è la prima tappa del loro tour mondiale. 

  • Piccolo Coro Angelico: Momento Saggio

Il Piccolo Coro Angelico nasce nel 2011 come laboratorio di sperimentazione vocale, aperto a bambini dai 4 ai 15 anni, e diretto da Giovanna Giovannini e Silvia Tarozzi. Ogni anno, attraverso incontri settimanali, i bambini imparano a creare musiche e testi originali, a interpretare partiture grafiche, e a riarrangiare vocalmente brani di compositori classici. Lungo gli anni, con il coro hanno inoltre collaborato tra gli altri compositori e musicisti come Giovanna Marini, Alvin Curran, Philip Corner, Vincenzo Vasi, Luigi “Lullo” Mosso, lo scrittore Ermanno Cavazzoni e la poetessa Sarah Tardino.

Per il Momento Saggio di quest’anno, che si terrà lunedì 30 maggio, gli allievi del Piccolo Coro, accompagnati da un trio di musicisti ospiti, presenteranno un repertorio che va dal tema corale di Alessandro Cicognini per Miracolo a Milano a brani di Sun Ra, Moondog, Mozart, fino a una surreale versione di Cappuccetto Rosso scritta per loro da Ermanno Cavazzoni, e che i bambini hanno messo in musica. Il concerto fa parte del progetto di registrazione del primo disco del Piccolo Coro. 

  • Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp: We’re ok. But we’re lost anyway

Fondata nel 2006 a Ginevra, L’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp è uno “spazio di compenetrazione sonora” oltre i generi, i confini e le etichette: una scatenata squadriglia di 12 musicisti che, seguendo l’immaginario del loro leader Vincent Bertholet, attraversano free jazz, post-punk, i poliritmi dell’high life africana, echi di minimalismo, rimandi alle fanfare di New Orleans, miscele sinfoniche e pop vellutato, fino a trascenderne il succo e la territorialità. Mercoledì 1° giugno, l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp presenterà i brani del suo quinto acclamato album We’re ok. But we’re lost anyway, in un concerto pirotecnico ed elettrizzante: brani dall’incedere circolare, che tra accumulazioni strumentali e intrecci vocali crescono goduriosi in un trionfo di armonie, timbri e colori. Un sound inebriante e ritmicamente irresistibile che con precisione inesorabile ti fa muovere, emozionare e riflettere.

 

anthony braxton

 

  • Anthony Braxton con Saxophone Quartet in prima assoluta

Anthony Braxton, compositore e polistrumentista, è un autentico gigante della musica creativa degli ultimi cinquant’anni anni che, esprimendosi attraverso un’enorme varietà di mezzi − dal solo alle grandi orchestre, ai progetti multimediali −, ha ricercato vie originalissime di sintesi tra l’improvvisazione di matrice jazzistica e la complessità della musica classico-contemporanea.

Dopo il debutto, nel 2018, del suo duetto con l’arpista Jacqueline Kerrod (che è poi diventato uno de “i dischi di angelica”), Braxton torna ad AngelicA con un’altra prima assoluta: Saxophone Quartet, di scena venerdì 3 giugno.

Di questo quartetto, per il quale Braxton sta preparando un repertorio di musiche inedite, fanno parte i suoi collaboratori di lunga data Ingrid Laubrock, James Fei e Chris Jonas, e l’evento verrà registrato, in vista di una pubblicazione discografica.

  • Serata finale con l’orchestra ONCEIM

La 32esima edizione del festival si concluderà sabato 4 giugno con il concerto dell’orchestra-collettivo ONCEIM (Orchestre de Nouvelles Créations, Expérimentations et Improvisations Musicales), che si esibirà su musiche di Éliane Radigue e Jim O’Rourke.

Figura storica dell’elettronica francese, Éliane Radigue si è dedicata nel nuovo millennio a un grande ciclo di brani per strumenti acustici, Occam – alcuni dei quali già presentati ad AngelicA. Ciascun brano è basato su una “partitura-immagine mentale” unica e originale, costruita in stretto rapporto con i musicisti, e legata al suono del suo o dei suoi dedicatari. Con Occam Océan, Radigue si è cimentata per la prima volta con un grande ensemble, per un’opera ai confini tra minimalismo, elettronica e musica spettrale.

Jim O’Rourke, sulle scene dagli anni ‘90, è un musicista molto prolifico, attivo tra post-rock, pop, elettronica glitch, musica concreta e improvvisazione. flocking gliders, again and again i have heard è una commissione di ONCEIM e INA-GRM, che verrà presentata a Parigi pochi giorni prima del concerto di Bologna.

 

7 maggio – 4 giugno – Bologna, Centro di Ricerca Musicale/Teatro San Leonardo (Via San Vitale, 63), Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni (Corso Canalgrande, 85) – concerto di apertura, con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna, affidato a Christian Wolff: sabato 7 maggio, alle ore 20.30, al Centro di Ricerca Musicale/Teatro San Leonardo – si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita qui – info 051 240310, info@aaa-angelica.com