La musica come “corrispondenza”. Intervista a Pasquale Mirra

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Gianluca Petrella Pasquale Mirra © Roberto Cifarelli

Un duo unico e insolito in concerto a Bologna lunedì 10 luglio (ore 21.00) nell’ambito della rassegna estiva Comini Espress: Pasquale Mirra, uno dei vibrafonisti più interessanti della scena italiana ed internazionale, collaboratore del percussionista americano Hamid Drake; e Gianluca Petrella, trombettista fra i musicisti italiani più riconosciuti nel mondo, compositore e produttore, ha affiancato tra gli altri Sun Ra Arkestra e Nicola Conte.

I due artisti, in un gioco di equilibri, mescolano due strumenti acustici dal timbro molto diverso a incursioni di elettronica, per esplorare sempre nuovi territori musicali in cui poter far incontrare vari folklori e culture.

Di seguito una chiacchierata con Pasquale Mirra che racconta come è nata la collaborazione con Gianluca Petrella e come hanno immaginato insieme il progetto e il disco Correspondence.

Come e quando è nata la vostra collaborazione?

Ci siamo incontrati suonando in formazioni allargate. Poi a Bologna ci è stato proposto un concept house: il proprietario del locale aveva il desiderio di sentire suonare me e Gianluca insieme e noi abbiamo colto l’occasione. Il concerto lo aveva immaginato sul momento, poco prima di salire sul palco, e si è svolto senza il sussidio dell’elettronica. È stata la prima volta in cui abbiamo lavorato insieme in un contesto così piccolo e intimo, al pubblico è piaciuto molto e da quel giorno è nato il duo. Siamo così partiti con i primi concerti, continuando a lavorare in acustico e poi piano piano abbiamo cominciato a inserire dell’elettronica. È un progetto in divenire e in trasformazione: ci lasciamo sempre un margine di possibilità e di cambiamento, un po’ perché questo aiuta la musica e un po’ perché amiamo cercare nuove strade.

E nel 2021 è uscito Correspondence, il vostro primo disco…

Col disco abbiamo iniziato a dare una forma più strutturata al repertorio, conferendo al progetto un’identità, in cui l’utilizzo dell’elettronica si mescola con i nostri rispettivi strumenti: per me il vibrafono per Gianluca il trombone. All’interno dell’album ci sono inoltre brani realizzati insieme a molti altri musicisti, con i quali entrambi abbiamo collaborato o collaboriamo tuttora.
Il disco – pubblicato con la Tǔk Music di Paolo Fresu – è diventato una fotografia del momento, un’idea che portiamo con noi sul palco durante i concerti. Il titolo dell’album è significativo in tal senso: lo abbiamo scelto in viaggio, quando in aeroporto a Parigi abbiamo preso un transfer che in Francia è chiamato “correspondence”. Il termine ci ha subito colpito perché ci è sembrato rispecchiare la nostra idea di musica. “Correspondence” (ovvero “corrispondenza”) è infatti la possibilità di relazionarsi con altre persone, ma anche di connettersi con altre culture e popoli: nel nostro progetto cerchiamo di mescolare differenti sonorità, dalle etiopi a quelle di matrice africana, per miscelare nella musica diverse realtà e folklori.

Quali sono state le vostre fonti d’ispirazione?

Le ispirazioni sono soprattutto di matrice afro-americana, che ci accomuna entrambi. Mi piace sottolineare sempre che questo è un progetto a quattro mani e due teste: è infatti tutto nato dai concerti e dagli incontri che facevamo, ma anche da alcune improvvisazioni che poi sono diventate ispirazioni per i brani. Tutto questo si è poi arricchito del bagaglio di esperienze, generi e ascolti individuali; ad ogni modo, l’incontro è sempre molto facile: dove non arrivava uno, c’era l’altro che lanciava un input e dalle diverse stimolazioni ha iniziato a prendere forma quello che è poi diventato Correspondence.

Vibrafono e trombone sono due strumenti molto diversi: l’elettronica è forse un punto d’incontro fra loro? Come avviene la vostra pratica compositiva e creativa?

Vibrafono e trombone sono in effetti due strumenti atipici, specie se suonati in un duo. Tuttavia l’elettronica non è mai qualcosa di già dato. Capita ancora che suoniamo in acustico, in base ai contesti in cui ci troviamo: è più probabile, per esempio, non utilizzare l’elettronica in teatro ma invece usarla all’aperto. L’elettronica diventa quindi un sussidio, complementare al pari dei nostri strumenti: sono tutte componenti funzionali alla musica e nessuno è il perno dell’altro. Le nostre composizioni – mai pensate a tavolino – nascono a partire, per esempio, dall’ascolto di un loop elettronico che abbiamo creato in precedenza e che poi diventa ispirazione di un determinato clima; oppure da un tema suonato che si trasforma nel canovaccio di un magma elettronico. Durante i concerti, invece, suoniamo sia i nostri strumenti in acustico sia elementi d’elettronica: io ho spesso il vibrafono MIDI che utilizzo in tempo reale, mentre Gianluca ha i pedali con cui aggiunge effetti. Insomma: l’elettronica non ha senso senza i nostri strumenti e viceversa.

Cosa ascolteremo quindi al concerto di lunedì sul palco di Comini Express?

Sarà un concerto legato a Correspondence, in cui però non si ascolteranno soltanto i brani contenuti nel disco, ma anche qualcosa di nuovo. Il timbro sonoro, il sapore e il ricordo dell’album però saranno molto presenti e vivi. Questo anche perché lo sentiamo molto in connessione – per l’appunto! – con il progetto Comini Espress pensato dai ragazzi del Binario 69, che fra gli obiettivi ha proprio quello di far incontrare i diversi popoli ed etnie che abitano il quartiere della Bolognina e, più in generale, la città di Bologna. Per farlo organizzano diverse attività ma soprattutto danno spazio alla musica, proponendo sul palco differenti folklori. Suonare in questo contesto ci sembra quindi un’occasione perfetta, un Correspondence che incontra un altro “Correspondence”

 

Comini Espress è la nuova programmazione culturale nel cuore della Bolognina, all’interno del Parco Fondo Comini (Via Fioravanti 68, Bologna), organizzata da Ozono Factory/Binario69 nell’ambito di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.