Sguardi a Oriente. La Corea tra normalità e follia: Park Chan-wook e Hong Sang-Soo

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I’M A CYBORG, BUT THAT’S OK (Saibogujiman kwenchana, Corea del Sud/2006) di Park Chan-wook
I’M A CYBORG, BUT THAT’S OK (Saibogujiman kwenchana, Corea del Sud/2006) di Park Chan-wook
I’M A CYBORG, BUT THAT’S OK
(Saibogujiman kwenchana, Corea del Sud/2006) di Park Chan-wook

Due registi coreani lontanissimi nella sostanza e nello stile, nelle cui opere scorre in modo diverso l’eco di un passato nazionale fortemente repressivo, accomunati se vogliamo da una matrice cinéphile. Hong Sang-soo è un cineasta ormai affermato, anche nella vecchia Europa. C’è qualcosa di ‘concettuale’ nella messa in scena dei suoi film, come se ognuno di essi lavorasse impercettibilmente i meccanismi del cinema, mostrando storie simili a quelle di un Rohmer, ma più selvaggio e irrispettoso. Park Chan-wook è il suo opposto. Il suo approccio al cinema è fisico, quanto quello di Hong Sang-soo appare mentale. Fluidi, sangue, violenza diffusa. Due modi diversi di vedere il cinema, la realtà, il proprio paese. La retrospettiva inaugura venerdì 17 alle ore 22.15, con la proiezione di Thirst di Park Chan-wook, Gran Premio della Giuria a Cannes 2009, in collaborazione con Centro Studi d’Arte Estremo-Orientale per proseguire fino al 24 maggio.

 

17-24 maggio, Sguardi a Oriente, Bologna, Lumiere, http://www.cinetecadibologna.it/oriente_corea/ev/programmazione