Come si richiede a tutti i più grandi eventi della storia, dall’ultima cena di Gesù in poi, all’anteprima del Gender Bender festival al Locomotiv Club, i partecipanti sono stati piuttosto esigui.
Per il live di Perfume Genius, saremo stati in 50 (tra i quali anche il preg.mo Enrico Martinelli) tutti estatici e commossi davanti alla tremante e angelica performance del cantautore statunitense.
Le canzoni, qui riproposte dal vivo, camminano sul filo del rasoio tra songwriting puro alla Francesco De Gregori e palese sperimentazione con tanto di falsetti alla Sigur Rós.
Nell’album di esordio Learning già avevamo avuto modo di apprezzare questo musicista, per il suo “rammarico costante” steso su ballate sottopeso, povere ma di grande intensità, un successo confermato dal secondo Put your back, un pianoforte dai tasti d’avorio ingiallito, una chitarra acustica vissuta, infinitesimali pastorali in lontananza e scenari dipinti da percorso di vita reale vissuta, sofferta, meditabonda e solitaria
L’ultimo disco Too much Brigthness, registrato con Adrian Utley dei Portishead e con John Parish ( produttore di Tracy Chapman, Eels e PJ Harvey, tanto per citarne qualcuno) è un disco minimalista e intimista, che riporta alla mente album audaci come The Dreaming di Kate Bush o Tilt di Scott Walker.
Ed ecco la set list:
1)I Decline
2)Take Me Home
3)Dark Parts
4)17
5)My Body
6)Lookout, Lookout
7)Perry
8)Sister Song
9)Learning
10)Dreeem
11)Body’s in Trouble (Mary Margaret O’Hara cover)
12)All Waters
13)Floating Spit
14)Hood
15)Rusty Chains
16)Queen
17)Mr. Peterson
18)Katie