Folkrockaboom: il rock in Italia

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Interrogandomi con Alessandro Alosi, chitarra, grancassa e voce dei Pan del Diavolo, l’altra chitarra è quella di Gianluca Bartolo – che saranno in concerto in un paio di date dalle nostre parti, dove hanno anche registrato il loro Folckrockaboom, con la collaborazione di Antonio Gramentieri, in veste di co-produttore – cerco di capire cosa vuol dire fare rock in Italia: «Ho un paio di giorni di riposo perché a quanto pare, faccio il musicista di professione adesso… Certe definizioni bisogna prenderle con le molle». Sorrido. Questo è vero. Ma poi insieme percorriamo le tappe importanti a cui sono giunti e c’è poco da ridere. Oltre al prossimo tour c’è la recentissima candidatura alla targa Tenco per il miglior album e la migliore canzone dell’anno, con una piccola delusione per la successiva esclusione dagli ultimi cinque finalisti ma con una grande soddisfazione per aver avuto la possibilità di orbitare attorno ad una scena musicale più ampia, seppure un po’ impolverata. Ed è sempre attraverso la metafora del viaggio che Alessandro, continua a ricostruire la composizione dell’album. Come quando si torna da una vacanza, si mettono insieme i ricordi come i biglietti dei treni e le immagini scorse veloci fuori dal finestrino mentre eravamo impegnati a spostarci. Così mi viene spontaneo chiedergli cos’è cambiato dagli esordi. «Quello che cambiato il paesaggio che vediamo di fronte a noi – risponde Alessandro – Non più la Sicilia, dove tutto è iniziato e dove abbiamo registrato il primo ep. Ciò che non cambiato l’impegno, una costante che ci ha accompagnato dai primi momenti fino ad ora. Il viaggio di cui stiamo parlando non è solo ciò che abbiamo visto fuori, ma soprattutto quello che vediamo dentro di noi». E su questo filone leggermente sentimentale mi permetto di aggiungere che se volete sapere cosa vuol dire il termine rock italiano, la giusta risposta potrebbe essere contenuta proprio nel loro ultimo album.

 

CATERINA CARDINALI

 

14 novembre, Pan del Diavolo, Cesena, Vidia Club, via Nazionale 1130, ore 22, info: 0547, 0547 662211, vidiaclub.com; 29 novembre, Bologna, Covo Club, Viale Zagabria 1, ore 22, info: 051 505801

 

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Per lavoro: ufficio stampa e comunicazione di progetti artistici e culturali. Per passione: critico e studioso di teatro, danza e arti visive. Curioso di altre arti. Camminatore. Collaboro con Gagarin dal 2012: interviste, presentazioni, recensioni, in alcuni periodi ho anche distribuito la rivista cartacea in giro per la Romagna. Quello che mi piace di Gagarin: la varietà, la libertà.