Mimmo Locasciulli, i soliti delitti perfetti

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I tesori dicono vadano custoditi – per una volta facciamo l’inverso, distribuiamoli, poiché se esiste un musico che in Italia meriterebbe molta più fama di quella finora guadagnata, costui è Mimmo Locasciulli – uomo di grandissima simpatia, persona di enorme cultura e artista sopraffine, che con il nuovissimo Piccoli cambiamenti giustamente celebra quarant’anni di carriera con amici famosi e vecchie canzoni. Il galantuomo abruzzese di strada ne ha fatta da quando, ancora adolescente, giocava con la musica in epoca beat – ha attraversato il mondo cantautore con una classe che è oro – ha sempre fatto dischi prima di tutto non per soddisfare il pubblico bensì per appagare la sua sete di creatività, tipo l’ultimo Idra (2009) che ha fatto dell’essere difficoltoso la sua arma vincente: lo ascolti ad anni di distanza e, come il vino d’eccellenza, migliora.

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Te lo trovi davanti per uno dei rari concerti “al nord” e subito si capisce perché gente come Tom Waits, Jacques Brel, Bob Dylan, Procol Harum – uno dei grandi amori di Mimmo, che si sente eccome in molti suoi album per l’inconfondibile uso dell’Hammond, peraltro quasi sempre suonato in prima persona – Elvis Costello, Leonard Cohen o Randy Newman sia un punto fermo dell’ispirazione di Locasciulli – solo che Mimmo non fa involontaria parodia di nessuno semmai ha instaurato una seria corrispondenza artistica con i suoi modelli di riferimento. La versione di chiara ispirazione jazz che ha regalato in quest’occasione – accompagnato da Nicola Di Camillo (contrabbasso) e Mattia Feliciani (sax) – dimostra di nuovo come egli sia un fuoriclasse della nostra migliore musica d’autore – capace ogni volta di colorare le proprie uscite con toni diversi – tutto a vantaggio di splendide canzoni che meritano reputazione di “capolavoro” che molti esperti gli hanno affibbiato.

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La domanda è retorica quanto si vuole ma dalle parti dello Stivale chi se li può permettere numeri come Cala la lunaIl suono delle campanePiccola luce – uno dei brani italiani più belli di sempre, punto – Confusi in un playbackPiano piano – non una semplice canzone bensì un’epopea! – Aria di famigliaIntorno a trent’anni – con quel tiro tipo Crocodile Rock di Elton John – Siamo noi o anche la nuovissima Piccola cambiamenti – dicevamo, chi se li può permettere? Pochi, decisamente – perché se è vero che «Volano gli anni e volano le sottane, cambia la musica, si sciolgono nuove campane» (Piccola luce) – Mimmo Locasciulli resta sempre uno dei Grandi che l’Italia possa vantare – potete crederlo!

CICO CASARTELLI

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