“MACBETTO O LA CHIMICA DELLA MATERIA” IN SCENA FINO AL 20 OTTOBRE A RAVENNA

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Uno spettacolo sul potere e sulla sessualità del potere dove maschile e femminile sono in continua mutazione  . Il “Macbetto o la chimica della materia”: trasmutazione da Giovanni Testori, in scena fino al 20 ottobre al teatro Rasi di Ravenna, porta in superficie una moltitudine di sentimenti dando vita a opere materiche in un farsi e disfarsi continuo che richiama le ragioni più profonde del teatro stesso.

“L’intenzione di lavorare sul Macbetto di Giovanni Testori – spiega l’ideatore dello spettacolo, Roberto Magnani – nasce dalla volontà di proseguire una particolare ricerca rivolta agli aspetti musicali della lingua teatrale.”

Testori per la scrittura del Macbetto attinge più a Verdi che a Shakespeare, per ciò la lingua dello spettacolo richiama una musicalità molto forte la quale può essere assimilabile al ritmo ossessivo del coro delle streghe nell’opera verdiana. «Il Teatro esige una propria linguadice Magnani – che io cerco diversa e lontana da quella del quotidiano, e la lingua che Testori offre alla scena affascina proprio in quanto invenzione. Testori consegna in Macbetto una lingua poetica che si fa canto».

A partire dal testo originale si è operata una riduzione, ricavandone solo tre figure, espungendo dunque il Coro e omettendo l’ambientazione della chiesa sconsacrata. Sarà il Teatro in sé a diventare una specie di chiesa s-consacrata, mentre alcune parti del Coro verranno ridistribuite ai tre personaggi principali: Macbet, Ledi Macbet e la Strega, le quali sembrano dettare un continuo e ciclico movimento di generazione vicendevole, come se fossero, ciascuna, una e trina.

Il maschile e il femminile sono in continua discussione, scambio, mutazione. D’altronde c’è un Eros nero nel testo, un Eros rovesciato nella sua parte oscura, malata, ossessiva: un priapismo che passa dall’uomo alla donna. Eros e Priapo di Gadda sembra essere allora il libro segreto che soggiace al testo, la traccia nascosta nel fondo del fondo più nero di questo infernale Macbetto testoriano. Un incessante interrogarsi sul potere e sulla sessualità del potere – “Il Poteraz” – sul sesso come strumento di potere, tema quanto mai attuale nell’era del Pop Porno.

Il testo, greve e impuro, è imbevuto e lordato di ogni possibile liquido corporale: feci, sangue, sperma, urina. Macbetto è infatti un’opera materica, biologica, un farsi e disfarsi continuo che richiama le ragioni profonde del teatro stesso, essendo quest’ultimo, appunto, biologia. Ricorre quindi un continuo sporcarsi, ma contrastato dalla tensione tutta verticale a cui si aggrappa il personaggio di Macbet, soprattutto nei dialoghi diretti con colui che sembra sovraintendere a ogni cosa, lo Scrivano “creatore di me e di questa lingua porcellenta e falsatoria”.

2-20 ottobre, teatro Rasi, Ravenna, via di Roma 39

inizio spettacolo ore 22.00

www.ravennateatro.com