La primavera del FAI: le dimore ritrovate dell’appennino bolognese

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Dopo il grande successo dell’edizione 2021 a Villa Griffone/Fondazione Marconi,
le Giornate di Primavera del FAI tornano a Sasso Marconi con due appuntamenti nella spettacolare cornice di Villa Achillini e dell’Oratorio di Sant’Apollonia.

Questi luoghi rappresentano due capisaldi del centro civile e religioso del paese e sono due pilastri della sua storia. Le due giornate rappresenteranno, per chi non ha mai avuto l’occasione di visitarli, un modo per onorare e trasmettere l’importanza di luoghi che per secoli hanno caratterizzato e caratterizzano la Città di Sasso Marconi.

Il programma delle due giornate presentato nella giornata di ieri, mercoledì 23 Marzo, nella sala del Consiglio Comunale di Sasso Marconi, ha impreziosito il bouquet delle residenze di prestigio dell’appennino emiliano.

Durante le due giornate di Primavera del FAI, sabato 26 e domenica 27 marzo, i visitatori potranno godersi le meraviglie ritrovate di Villa Achillini e dell’Oratorio di Santa Apollonia.

Sasso Marconi, Sala Consiliare Comune di Sasso Marconi_courtesy p.o. Villa Achillini, 2022

Qualche curiosità storica

Villa Achillini si trova sopra i resti delle antiche fortificazioni di Castel del Vescovo, uno dei nuclei dell’attuale Sasso Marconi. La torre centrale è il perno della villa, che era posta a protezione del borgo e dell’accesso al fortilizio sulla sommità del colle, luogo più protetto che comprendeva anche la piccola chiesa di San Pietro, non più consacrata.

Nel ‘500 molti antichi fortilizi medievali vennero trasformati in dimore private, diventando anche i cardini nella gestione della campagna. Il territorio infatti era molto ricco di vigneti, frutteti, campi grano, e coltivazioni di gelsi per la produzione della seta.

La villa, costruita da Giovanni Filotteo Achillini all’inizio del ‘500, mantiene l’assetto del periodo. La torre è la parte più importante, simula la rifondazione del vecchio castello, ma solo in senso metaforico. La gente del paese, da sempre, riconosce come ‘Castello’ l’edificio, tanto che la strada secondaria di accesso si chiama ‘Via del Castello’.

Esiste, poi, un rapporto stretto tra palazzo e giardino, considerato quale elemento indispensabile. Filotteo ne aveva ben due, uno attorno alla villa e uno più distante, sopra un’altura. Era presente anche una peschiera, usata sia a scopo ornamentale che per allevare il pesce.

Sasso Marconi, Sala Consiliare Comune di Sasso Marconi_courtesy p.o. Villa Achillini, 2022

Nell’800 la villa subì pesanti interventi di restauro, sia all’esterno che soprattutto all’interno, adeguandola così al gusto neoclassico. Vennero anche recuperati alcuni passaggi sotterranei e trasformati in grotte, secondo i dettami estetici dell’epoca.

All’interno vennero coperte le decorazioni originali. Alla destra dell’ingresso si trova una stanza con l’affresco di un auriga che dialoga col Bene e col Male, mentre la stanza sicuramente più importante è affrescata come un giardino, secondo la tipologia delle “boscherecce”, molto diffuse nel periodo neoclassico, probabile opera di Rodolfo Fantuzzi. Nel salone si nota la presenza di grottesche tipiche del primo Ottocento.

La proprietà nei secoli passa dagli Achillini ai Facchinetti, poi ai Doria Panphili, poi al Principe Colonna, e successivamente all’antiquario Monti, che è l’autore degli interventi del periodo Neoclassico.

Attualmente la Villa è di proprietà della famiglia Fanti, importanti imprenditori e mecenati del territorio.

Sasso Marconi, interno Oratorio di Santa Apollonia_courtesy p.o. Villa Achillini, 2022

Nel 1630 Claudio Achillini costruì l’Oratorio di Santa Apollonia per ringraziare dello scampato pericolo dalla peste. In origine faceva parte dello stesso complesso residenziale, in seguito fu donato alla parrocchia di San Pietro dall’ultimo proprietario.

L’oratorio, ove sono ancora custodite due lapidi che ricordano il motivo della costruzione, è un esempio di architettura e maestria artigiana del periodo. Al suo interno, precisamente al centro dell’architrave due volatili affrontati rappresentano lo stemma della famiglia Achillini.

I recenti lavori di restauro hanno riscoperto un interessante pavimento alla veneziana, in passato coperto da uno strato di cemento. Al centro della decorazione campeggia una stella con la data di posa, 1865, anno della visita pastorale.

Interessante, inoltre, la statua in gesso di S. Apollonia incoronata da un angelo, collocata nell’abside. La santa, che ricorda i modi dello stuccatore parmense Luca Reti, ha in mano un paio di tenaglie, utilizzate dai suoi carnefici per strapparle la dentatura. Per questa ragione è diventata la protettrice dal mal di denti.