Crisalide Forlì Festival entra nel vivo

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Opera bianco

 

Da oggi, 1 settembre, fino al 16 ottobre, dopo le anteprime estive, Crisalide Forlì Festival dedicato alle arti performative e alla filosofia, entra nel vivo con spettacoli, performance, concerti, incontri e atti di pensiero, ospitati negli spazi del Teatro Felix Guattari a Forlì.

Crisalide, che ha fatto delle contaminazioni dei generi artistici la sua poetica da 29 anni, è diretto e organizzato da Masque Teatro.

Crisalide si propone, spiega Masque Teatro, di aprire spazi di esperienza nei quali possano confluire pratiche di pensiero e pratiche di vita che siano espressioni del ripiegamento di una estetica-etica sulla stessa esistenza. Vorremmo condividere la sensazione di benessere che si prova quando ci si trova sul crinale del “pensiero-artista” con il quale Gilles Deleuze definisce l’ultimo periodo del pensiero di Michel Foucault, teso quest’ultimo, com’era a far collidere le tecniche del sé con la cura di sé al fine di generare un concatenamento tra esperienza, libertà, resistenza ed infine esistenza.

Giovedì 1 settembre (ore 21) la poliedrica artista Eva Geatti, presenta La vaga grazia, performance che si ispira al romanzo Il Monte Analogo e alla figura del suo autore, René Daumal. Il tentativo del lavoro è quello di far affiorare in scena la particolare forma di confidenza dei corpi e delle menti occupate in difficili imprese, lavorando una forma di libertà che permetta alla zona del verosimile di essere intravista. Eva Geatti è artista, attrice, performer e formatrice. Ha lavorato con Motus, Ateliersi, Masque Teatro, Teatrino Clandestino. Nel 2001 ha dato vita assieme a Nicola Toffolini a Cosmesi, collettivo multidisciplinare attivo nell’ambito del teatro, della performance e dello spettacolo dal vivo.

Venerdì 2 settembre (ore 21) la danzatrice e coreografa Stefania Tansini è in scena con My body solo, performance di danza in cui tre luci che sottolineano la profondità di uno spazio metà nero e metà oro. Un suono che accoglie l’ingresso del pubblico. La voce e il corpo di Stefania Tansini, che ha intrapreso un percorso di messa a nudo della propria esistenza attraverso il movimento, e spinge l’espressione individuale verso l’incontro con l’altro nel modo più essenziale possibile. Stefania Tansini ha lavorato, tra gli altri, con Simona Bertozzi, Luca Veggetti, Romeo Castellucci e Motus. Collabora con Corona-Events come trampoliera, coreografa e assistente alla regia. Si prosegue (ore 22) con Scordatura, concerto per contrabassi, con Daniele Roccato, Giacomo Piermatti. Scordatura è una suite di sette movimenti per due contrabbassi accordati in maniera completamente diversa. Queste due scordature vengono esplorate come fossero dimensioni fisiche, due mondi uno compenetrato nell’altro. Un dialogo peculiare attraverso forme, spazio e tempo. Daniele Roccato, contrabbassista solista e compositore, è stato invitato a suonare in molti dei festival e delle sale da concerto più prestigiose del mondo, spesso presentando proprie composizioni. Giacomo Piermatti, contrabbassista, fortemente attratto dalla musica contemporanea, si è misurato con il repertorio solistico più significativo del ‘900 per contrabbasso solo.

Sabato 3 settembre dalle 18 alle 20 quattro studiose e performer Emilia Cantieri, Sara Giannini, Tullia Primultini e Snejanka Mihaylova saranno le promotrici di Summoning o l’atto stesso come preparazione, chiamata collettiva sorta di tavola rotonda che indagherà i rapporti tra filosofia e arti performative. Il lavoro presentato, così nelle parole delle autrici, è una possibilità concreta e aperta al pubblico per chiederci in che modo abitare il pensiero, che non è unicamente il luogo dove sta il discorso. Un fare-summoning inteso come il costruirsi di una pratica material-discorsiva, l’oscillare di una forma che si forma durante. Ci chiediamo come stare-bene dentro la scena, un fantasma non è presente né assente né morto. Prepararsi di continuo senza mai arrivare. Un dispositivo che si forma e non si completa. La giornata prosegue (ore 21) con lo spettacolo di danza del talentuoso coreografo Alessandro Carboni, che porta in scena The Angular Distance Of A Celestial Body, una riflessione trasversale sul processo cartografico. La fattura dei costumi e le texture cromatiche delle stoffe che avvolgono i corpi, rimandano ad una mancanza di continuità tra oggetti e al caos che governa il nostro mondo. Il suono accompagna le azioni e scandisce la ritmica interna del movimento; delinea un orizzonte variabile e mette in relazione la dimensione numerica – cartografica – del mondo con un paesaggio archetipico, organico, analogico che descrive e misura senza tuttavia contemplare l’impiego dei numeri. In scena le performer Ana Luisa Novais e Sara Capanna. Alessandro Carboni, coreografo e performer attivo tra Europa e Asia, abita gli spazi urbani, disegna traiettorie e riscrive le volumetrie di teatri e musei. La giornata si conclude (ore 22) con il racconto New Mexico 1896 – Bellevue 1924: Reportage di un lungo viaggio di Lucia Amara, teorica dell’arte scenica particolarmente interessata alla sperimentazione tra teoria e pratica e al dialogo con interlocutori di varie provenienze, sullo spettacolare viaggio dello storico dell’arte Aby Warburg tra popoli precolombiani e New Mexico.

Domenica 4 settembre (ore 20) l’autrice e artista Isabella Bordoni e l’artista sonoro Christian Mastroianni presentano Fortuna, performance di voce, spazio e suono, che ha il mondo dell’infanzia come punto di vista; la composizione musicale e poetica intreccia ambienti e piani temporali, realizza un meccanismo linguistico e mnemonico che interroga le età tra biografia e storia e tende a condurre l’esperienza dell’io dentro all’infanzia del mondo. Si prosegue (ore 21) con uno degli spettacoli di danza contemporanea più innovativi e sorprendenti degli ultimi anni, Harleking dei danzatori e coreografi Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. Harleking è un demone dall’identità ambigua e multipla. Ricorda l’Arlecchino della Commedia dell’arte, un servo furbo mosso dalle inclinazioni più animali e un’impagabile fame. Il linguaggio di Harleking ha una specifica qualità ipnotica in cui i contenuti, spesso estremi ed opposti, si fondono in un sistema metamorfico fluido in cui tutto può accadere, ma che tutto confonde. Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi vivono tra Berlino e Torino. La loro ricerca si sviluppa tra danza, performance e arte visiva. Con il loro lavoro coreografico ottengono diversi riconoscimenti internazionali.

Venerdì 9 settembre (ore 21) Crisalide propone lo spettacolo Lei conosce Arpad Weisz, della compagnia Menoventi, reading tratto da Dallo scudetto ad Auschwitz di Matteo Marani, con Consuelo Battiston e Beatrice Cevolani, ispirato alla figura dell’allenatore del Bologna calcio di origine ebraica e morto ad Auschwitz. Il testo di Marani avvolge il lettore e lo spiazza incessantemente. Al centro di questo assedio emotivo troviamo una famiglia in fuga, due bambini braccati, rigettati dalla scuola, privati di una lingua, separati dagli amici. Menoventi nasce nel 2005 e si stabilisce a Faenza pochi anni dopo. I fondatori Consuelo Battiston e Gianni Farina collaborano con artisti italiani ed europei per generare opere che intersecano teatro, musica, radio, video e arti visive. Il festival prosegue (ore 22.30) con Opera Bianco che presenta le installazioni video First And Second Clown + Phantasmata + The Playhouse. Il primo è un lavoro sul linguaggio; il secondo è un materiale video che utilizza partiture coreografiche legate al progetto JUMP! girate in un momento in cui era impossibile il contatto; il terzo è un esperimento in divenire. Opera Bianco è un progetto di ricerca artistica di Vincenzo Schino, regista e artista visivo, e Marta Bichisao, danzatrice e coreografa.

 

KLM – @Andrew Garn

 

Sabato 10 settembre (dalle 10 alle 14) Kinkaleri, uno dei gruppi più significativi della danza contemporanea italiana, cura il laboratorio dal titolo KissKlssYou, un’indagine motoria sviluppata attraverso una pratica di lavoro che si apre a vecchie e nuove prossimità. Il lavoro vuole costruire un’occasione per sperimentare la relazione del corpo con lo spazio fisico e con il corpo degli altri, dando vita ad un gruppo/corpo che si concentra sulla presenza di un’entità densa, complessa e stratificata in relazione ai centri di tensione e i punti di fuga, dove l’individuale e il collettivo diventano espressioni della stessa azione creativa. Kinkaleri nasce nel 1995 come “raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo”. I componenti si incontrano con l’intenzione di realizzare dei progetti specifici, sollecitando la volontà di operare intorno a delle idee concrete e curando tutti gli aspetti necessari alle creazioni della propria attività. Alle ore 18.30 ci si addentra nel pensiero filosofico con l’incontro Fuorilogos con Sara Baranzoni, Paolo Vignola e Filippo Domenicali. Fuorilogos è lo spazio del pensiero nell’atto di farsi, ancora disfatto, non ancora detto, mai soddisfatto. Uno spazio che si genera nell’istante cristallizzato tra il già pensato e l’ancora impensabile, pasto nudo del cervello-schermo, atopia immacolata, evento impassibile che in quanto tale non ha luogo e non ha logos. Nei fuorilogos concetti, testi e problemi attuali vengono messi in gioco, aperti e problematizzati, in compagnia del filosofo o filosofa che li hanno proposti o ripensati, per far fuggire il pensiero non solo al di fuori dei recinti accademici e specialistici, ma anche verso il suo delirio creatore, la sua caosmosi.

La giornata continua dalle 20 alle 22 KLm (KLm è il nome del super-gruppo formato dalle tre note compagnie di danza Kinkaleri, Le Supplici e Mk) presentano il progetto Istituto Di Alti Studi Coreografici, che mette al centro della riflessione contemporanea tre elementi base della relazione coreografica: La Presenza, Il Corpo, Il Linguaggio (tecnica). Questi tre elementi riguardano la scena dal vivo e diventano luogo di rimessa in gioco delle possibilità che un corpo ha nel suo essere presente, agente o inattivo, in relazione o solitario, nello studio e nell’esecuzione. L’Istituto si occupa di pratiche che favoriscono il passaggio di saperi sia tra generazioni di coreografi e danzatori sia fra testimoni a vari livelli – pubblico o avventori – riproponendo il corpo come portatore di sapienza, tecnica, conoscenza e mistero nella presenza. Nell’occasione dell’invito del Festival Crisalide, l’Istituto dispiegherà in un ambiente unico e in un’unica giornata la sua specifica elaborazione per proporre senza distinzione la propria incosciente libertà. Infine, alle 22.30, la proiezione del film Carlo Sini di Teatro Akropolis. L’incontro con Carlo Sini, uno dei filosofi più importanti del nostro tempo invita a ripensare il rapporto della filosofia con la scrittura, l’agire politico e le arti. Un viaggio che conduce ad un confronto radicale con le diverse forme di conoscenza, e la possibilità che da esse si possa attingere ad una sapienza perduta. Carlo Sini è filosofo, cofondatore della scuola forlivese di filosofia Praxis, è stato ordinario di Filosofia teoretica alla statale di Milano. Per molti anni ha fatto parte del direttivo nazionale della Società Filosofica Italiana, dell’Institut International de Philosophie di Parigi e dell’Archivio Husserl di Lovanio. È socio nazionale dell’Accademia dei Lincei. La sua bibliografia comprende più di quaranta volumi. Teatro Akropolis, fondato nel 2001 e diretta da Clemente Tafuri e David Beronio, conduce una ricerca sulle origini preletterarie del teatro e sulle arti performative.

Domenica 11 settembre secondo appuntamento (ore 18.30) del progetto Fuorilogos che vede confrontarsi sui temi filosofici del presente Sara Baranzoni, Paolo Vignola e Riccardo Baldissone. La domenica continua alle 20 con il sorprendente coreografo Aristide Rontini, che porta in scena nel cortile del Teatro Guattari, lo spettacolo Alexis 2.0, una ricerca coreografica che indaga e dà corpo alle complesse dinamiche fisiche ed emotive, che possono entrare in gioco nel processo, a volte sofferto, di coming out. Il dire e il non dire di Alexis riverberano nella fisicità radicata al suolo e allo stesso tempo aerea di Cristian Cucco, performer interprete di questa proposta che, partendo da un caso letterario, mostra come nell’urgenza di una dichiarazione scritta in prima persona si possano riconoscere, invece, urgenze collettive e condivise che riguardano, in maniera pienamente trasversale, la condizione e lo stato di essere umano. Aristide Rontini ha realizzato progetti di danza di comunità site-specific e ha partecipato a progetti europei con approccio interdisciplinare di ricerca sulla danza inclusiva – Moving beyond inclusion, Impart, Moving Beyond Access. Dal 2020 fa parte dell’associazione Al.di.qua Artists. Infine, alle ore 21, Città di Ebla, Sunset e Spazi Indecisi portano a Crisalide Spazio, presenza, azione. Dialoghi spontanei sullo spazio pubblico. L’esperimento consiste nel creare speciali condizioni atte a stimolare un dialogo fra i presenti relativo alla forma e alla sostanza dello spazio pubblico nel contesto odierno. Per naturale vocazione dei promotori – Città di Ebla. Spazi Indecisi, Sunset – si cercherà di definirlo anche attraverso chiavi di lettura che riguardano le arti dal vivo, il cinema, il docufilm, la fotografia, la rigenerazione urbana. Ma le chiavi di lettura non sono elementi di garanzia. Per aprire le porte del dialogo sarà necessaria una partecipazione attiva dei presenti.

Domenica 2 ottobre (ore 18) Teatro i presenta Eva (1912-1945) da Innamorate dello spavento. Lo spettacolo dà voce all’omonima protagonista, Eva Braun, interpretata da Federica Fracassi, che, precipitando ignara verso il suicidio, intreccia la sua storia con quella di Rossella O’Hara, protagonista di Via col Vento, il suo film preferito: c’è desiderio, ammirazione, battaglie da vincere e da perdere, fedeltà, fino alla fine. Eppure, da questo infinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell’abbandono, paura dello strapotere dell’amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l’amore finisca, paura che l’amore si realizzi, paura dell’amore stesso e di quello che l’amore può chiedere. Teatro i, dopo oltre dieci anni di percorso da compagnia indipendente, opera dal 2005 nella sua sede di Via Gaudenzio Ferrari, a Milano. Riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la forte identità della sua proposta culturale, legata alla realizzazione e alla distribuzione della drammaturgia contemporanea.

Domenica 9 ottobre (ore 18) in scena lo spettacolo teatrale Inferno. Parte I di Nekiya di Teatro del Lemming. Da un punto di vista drammaturgico il lavoro su Inferno deve intendersi come una libera e personale scrittura scenica che interroga attori e spettatori a partire dal loro stesso statuto e, persino, nella loro comune e inquieta condizione di cittadinanza. Il lavoro si costituisce come riflesso della nostra infera condizione quotidiana. E, come uno specchio crudele, questo riflesso si propone di provocare nello spettatore uno shock rivelatore e salutare. Teatro del Lemming è una compagnia teatrale di ricerca fondata nel 1987. Vincitore di numerosi premi tra cui il Premio Totola, il Premio Piccoli Palcoscenici, il Premio UBU Giuseppe Bartolucci e il Silver Snowflake al Sarajevo Winter Festival, il Lemming è da tempo riconosciuto come uno dei gruppi di punta del nuovo teatro italiano ed europeo. Il Teatro del Lemming è il fondatore di una originale poetica teatrale che ha chiamato Teatro dello Spettatore, un teatro che interroga il ruolo dello spettatore, trovando di volta in volta nuove strategie per coinvolgerlo all’interno dell’evento scenico.

 

 

Sabato 15 ottobre (ore 21) il prodigioso performer Ivo Dimchev presenta Halal. Conosciuto come un artista irriverente e provocatorio, il camaleontico coreografo, performer e attivista queer di origine bulgara, ha recentemente esplorato l’universo del suono. La ricerca musicale è ora al centro della sua pratica, con testi che intrecciano una poesia oscura intorno all’ascoltatore. La sua voce è allo stesso tempo carnale e dolce, capricciosa ed elegante. Il lavoro di Ivo Dimchev è una miscela estrema e colorata di danza, teatro, musica, disegni, fotografia e video. Ha all’attivo due album: una raccolta di brani scritti e interpretati da lui e tratti dai suoi oltre 30 spettacoli dal vivo. Ivo Dimchev ha ricevuto numerosi premi internazionali per danza e teatro e ha presentato i suoi lavori in tutta Europa, Sud America e Stati Uniti.

Domenica 16 ottobre si conclude la ricca e intensa programmazione di Crisalide con [gæp] Cos’è un GAP? di Ateliersi (ore 18). Il lavoro si ispira al romanzo di Italo Calvino Il sentiero dei nidi di ragno. L’andamento dello spettacolo nasce dall’intuizione anti-retorica di Calvino, il cui romanzo viene elaborato in modo da poter entrare in dialogo con il giovane protagonista, che si trova a mettersi in gioco in prima persona conducendo una vera e propria “partita letteraria” con gli spettatori. Ateliersi è un collettivo di produzione artistica che opera nell’ambito delle arti performative e teatrali. Si occupa di produzione artistica (spettacoli, performance, scritture, progetti editoriali, formazione) e della cura della programmazione culturale dell’Atelier Sì.

Finale del festival alle ore 19.30 con il concerto Occam Ocean Occam XXVI, proposto da Enrico Malatesta (unico collaboratore italiano, assieme a Silvia Tarozzi, di Éliane Radigue), che propone una intensa e delicata indagine sul lavoro e la poetica musicale della compositrice francese, con un’opera creata attraverso un intimo processo di trasmissione diretta e di condivisione di precetti di estetica e intensità musicale. Partendo dalla lunga esperienza con gli strumenti elettronici Radigue approda ad una musica per strumenti acustici dal carattere fortemente spirituale ed emotivo, che riesce a trasportare l’ascoltatore verso un altrove reso vitale dal movimento perpetuo e cangiante del puro suono. Enrico Malatesta, percussionista e ricercatore indipendente attivo in ambiti sperimentali posti tra musica, performance e indagine territoriale; la sua pratica esplora la relazione tra suono, spazio e movimento e la vitalità dei materiali con particolare attenzione alle superfici, alle modalità di ascolto e alla definizione di informazioni multiple attraverso un approccio ecologico e sostenibile allo strumento percussivo.

 

1 settembre-16 ottobre, Teatro Félix Guattari, Forlì – info: 393 9707741 masque@masque.it