Arte pubblica e barbarie – CHEAP

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ph Margherita Caprilli, Courtesy CHEAP

 

Cheap è un progetto di public art fondato da 6 attiviste nel 2013 a Bologna. È un collettivo, un’associazione che interviene sul paesaggio urbano organizzando interventi specifici che veicolano messaggi politici.

Cheap lavora, a tutti gli effetti, sulla “carta” – sui poster, un materiale effimero. A partire dal 2013, il collettivo ha lanciato il format del festival di poster art dalla chiamata aperta. Oltre all’appuntamento annuale del festival, Cheap organizza interventi in spazi urbani e rurali cercando di «mantenere una distanza di sicurezza da sé e l’imbruttimento del decoro, la retorica della riqualificazione e le spinte incarnate da questa normalizzazione». Che non si parli di decoro, infatti, con Cheap: per quanto i poster che il festival porti a Bologna ogni anno siano indubbiamente belli e di grande impatto visivo, non è la bellezza fine a sé stessa a cui il collettivo mira.

 

ph Margherita Caprilli, Courtesy CHEAP

 

Il fuoco cammina con noi 

On Fire è la call lanciata dal collettivo Cheap per la decima edizione 2022 del festival che affigge le strade di Bologna con 150 poster di opere realizzate da artisti e artiste nazionali e internazionali.

La chiamata alle arti del collettivo Cheap è un appuntamento annuale che, previa selezione, permette ad artisti emergenti di esporre illustrazioni, fotografie, lettering e grafiche che seguono il filo rosso di un tema comune e un comune obbiettivo: colpire le coscienze collettive riguardo a temi quali ambiente, giustizia sociale, femminismo.

«Quando abbiamo pensato e lanciato il tema della Call For Artists 2022, lo scenario mondiale era totalmente diverso da quello in cui ci ritroviamo. Avevamo evocato le fiamme come una sorta di rituale post-pandemico, per lavorare sul simbolico in termini di ricostruzione. Non ci immaginavamo che a breve sarebbe esplosa una guerra nel cuore dell’Europa e che questa determinasse un’accelerazione così potente delle fratture sociali, economiche e politiche, generando nuove declinazioni in termini di precarietà, sottrazioni di diritti, violenza di genere, miopia sui temi ambientali ed ecologici e un’avanzata preoccupante delle Destre sovraniste» spiega il collettivo.

Le manifestazioni di Cheap sono politiche nel senso più semantico del termine, poiché è la polis la grande tela delle opere di arte pubblica, la polis come spazio fisico e spazio sociale, di menti pensanti che vivono la città ogni giorno.

Attivismo e arte pubblica 

Un’installazione recente del collettivo è quella che vede protagoniste le proteste avvenute nell’agosto 2022 in Afganistan, dove le voci delle donne afgane si sono levate per chiedere pane, lavoro, libertà – il motto che ha accompagnato le manifestazioni organizzate a un anno dalla caduta di Kabul in mano ai Taliban.

Per tutta la durata di ottobre, nella centrale via Indipendenza di Bologna i muri raccontano di com’è cambiata la vita di queste persone da un momento all’altro, di come le poche libertà conquistate si siano sgretolate sotto i loro occhi con il cambio di regime.

Non puoi studiare medicina, non puoi portare un profumo, non puoi ascoltare musica che non sia religiosa, non puoi lavorare in un ufficio pubblico. Solo alcuni aspetti di come queste donne abbiano visto la loro vita ribaltarsi completamente in una notte.

 

CHEAP TTFF WeWorld credits Margherita Caprilli

 

La vita delle donne conta

L’eco delle voci afgane risuona in noi e ci rimanda ad altre donne, donne che oggi combattono con le loro vite per difendere i diritti negati, sottratti e calpestati. È stata la morte di Masha Amini a incendiare le proteste iraniane da un mese a questa parte.

«Ciò che ci colpisce è come basti una notte per cambiare il corso della vita delle donne, come la brutalità e l’oppressione sembrino sempre distanti nello spazio e nel tempo ma si palesino velocemente, calpestando i diritti e rovesciando sulle donne barbarie e violenza. Basti pensare all’Iran oggi infiammato dalle proteste delle donne dopo la brutalità omicida scatenata per un velo indossato male. Non possiamo permettere che i divieti e la negazione dei diritti fondamentali delle donne vengano dimenticati o, peggio, negati».

Ciò a cui mira Cheap è qualcosa che riguarda tutte (e tutti) in qualsiasi parte del mondo ci troviamo. È un senso di solidarietà collettiva che trascende culture e confini, che riporti l’attenzione su quei popoli (e in particolare sulle donne di quei popoli) spesso messi da parte dalle narrazioni dei media mainstream, per creare un filo rosso tra noi e loro, tra la loro battaglie e le nostre, per stringerci in un abbraccio globale.

Cosa ci resta da fare in questo mondo sempre più diviso se non unire le nostre voci? La mia opinione è che l’arte possa essere una grande risorsa per veicolare simboli e messaggi e l’essere umano sia un animale simbolico che di simboli si deve nutrire per sostentarsi.

Come la propaganda tartassa e opprime nelle strade con frasi fatte e simboli chiari, Cheap prende questa comunicazione visiva d’impatto per ribaltarla in anti-propaganda, in poster guerriglia, per educare a disobbedire con creatività, solidarietà. Una disobbedienza spesso colorata, glamour, dai toni ironici, beffardi, dissacranti, volutamente provocatori che scaldi, accenda la miccia delle nostre idee.

Qui i nomi degli artisti e delle artiste del Cheap Poster Festival 2022 On Fire e i luoghi in cui vedere le loro opere.