Ci sono tanti modi per fare del bene all’umanità sofferente, dal metter mano al portafoglio al donare tempo, energia o sorrisi. Poi, a Cesena, da un anno ce n’è uno in più, semplicissimo ed originale, davvero alla portata di tutti: andare a mangiare alle Cucine Popolari.
Si tratta d’un vero e proprio esempio di ristorazione alternativa, nato sulla scorta dell’analoga esperienza bolognese attiva dal 2014. “Lo scopo – si legge su loro sito – è sfamare chi ha bisogno di cibo e relazioni umane. Attorno alla tavola si ritrovano persone delle più disparate provenienze, per condividere lo stesso pasto: poveri, studenti, professionisti, pensionati, ricchi, senzatetto, persone sole, italiani e stranieri”. La struttura è aperta a chiunque, dando ovviamente precedenza alle esigenze ai meno fortunati.
“Chi non può permetterselo siederà alla tavola e mangerà gratuitamente; chi può offre qualcosa e contribuisce al pasto di chi non può”. Grazie ad un accordo con il comune di Cesena, basta che chi è assistito dai Servizi Sociali firmi la presenza, mentre per gli altri vale il buon senso e la voglia di sostenere l’iniziativa pagando liberamente.
“Cucine Popolari Cesena non è una mensa, non è un ristorante, non ci sono posate monouso o piatti di carta ma tovaglie di stoffa, stoviglie in ceramica, bicchieri di vetro. Non si sceglie un menù, che varia in base alle donazioni e si può consultare sul sito: è come se si fosse ad un pranzo tra amici o ‘in parenti’ così, per tutti, c’è lo stesso cibo”. Se poi l’ospite è vegetariano, c’è sempre l’opportuna variante.
“Non si prenotano i posti e, cosa più importante, nessuno mangia solo. Ci si siede accanto a chi capita e attorno al tavolo nascono conversazioni. Così, prima o poi, chi frequenta il luogo inizia a conoscersi”.
Dal primo di marzo 2022, quindi, è felicemente operativo il progetto dell’Associazione “Cucine Popolari Cesena ODV” (organizzazione di volontariato). Inserito nel programma del Sindaco Enzo Lattuca, l’intento non è rimasto sulla carta, ma partito da subito con slancio: già nei primi 3 mesi si è registrata una media di 60 coperti soddisfatti quotidianamente. Tutto nel rispetto dell’obiettivo-sostenibilità, visto che nel giro di poco tempo dall’inaugurazione, attraverso il lancio di un crowfunding, son stati raccolti 9.751 € e coinvolti oltre un centinaio di sostenitori!
Il servizio è disponibile, ad orari diversi, quasi tutta la settimana: dalle 19 alle 21 di lunedì, mercoledì e venerdì e dalle 12,30 alle 14,30 di martedì e giovedì. Restavano scoperti i fine-settimana ma, dallo scorso 19 marzo a domeniche alterne, sempre a offerta libera c’è la “colazione popolare”, disponibile fino alle 10,30. Partita in via sperimentale, la proposta ha riscosso subito grande successo: la cittadinanza intera può usufruirne, sia nella varietà del buffet sia nell’opportunità di sfogliare i giornali del giorno. E questa è proprio una novità nel mondo delle Cucine Popolari.
Esempi analoghi a quello di Cesena, oltre alle già citate “Cucine Popolari di Bologna”, risalgono addirittura al 1882, quando a Padova sorsero le “Cucine Economiche Popolari” per assistere la quasi totalità della popolazione colpita da una devastante alluvione. Fu l’afflato filantropico ed assistenziale di Stefania Etzerodt Omboni, fedele protestante, a creare e sviluppare una realtà tuttora attiva: nel 2022 son stati serviti 62.546 pasti!
Come possono operare, viene da chiedersi, certe pur splendide ma impegnative intraprese come queste?
“Le ‘Popolari’ – spiega il Presidente Enzo Capelletti – si sostengono attraverso il lavoro di volontari impegnati in cucina, sala e nelle varie attività legate alla ristorazione. La dispensa viene rifornita grazie alle donazioni alimentari e non, di aziende, negozi, contadini e singole persone che portano la spesa”.
Sembra incredibile, ma per questa struttura si rimboccano le maniche ben oltre 200 persone, coordinate dal responsabile per il volontariato, Stefano Tomei. E il bello è che chiunque, senza limitazioni, può metterci la sua buona volontà: “Per la cena di ‘compleanno’ che abbiamo voluto fare l’1 marzo – racconta Maria Elena Baredi, tra i più attivi soci fondatori – erano di servizio anche alcuni disabili, che con efficienza e serietà hanno fatto un’ottima figura, dimostrando le potenzialità sociali che abbiamo”.
L’aspetto alimentare, infatti, è fondamentale; sostenere nella quotidianità le persone che sopravvivono come riescono rende più civile la collettività intera. Però tutte le donazioni di questo mondo non ripagano del dolore che viene dalla solitudine, dall’esclusione alla vita sociale, dalla difficoltà di calore umano se poi non c’è pure disprezzo e razzismo culturale. L’azione meritoria di queste “Cucine Popolari”, con la splendida soluzione delle grandi tavole, della condivisione del pasto, dello stare insieme e vicini pur per pochi momenti, dell’atmosfera familiare ed amichevole che si crea scambiando qualche parola ed un sorriso, è quella di dare un po’ di respiro alle anime meno fortunate. Andare a mangiare lì e partecipare, da persone che riescono a tirare avanti decentemente, è già una grande opera di beneficenza.
“Avete mai guardato negli occhi, facendo un semplice saluto, alla persona cui state facendo l’elemosina? Riconoscere umanità al povero è importantissimo. I soldi lavano la coscienza e basta”. Lo diceva ai fedeli, nelle sue memorabili omelie, un prete che molti ricordano a Cesena, Don Luciano Bugnola.
Allora “Pane, Amore e Compagnia”: la convivialità è l’ingrediente segreto che sta nell’essere belle persone. Che, tra l’altro, alle Cucine Popolari di Cesena, mangiano pure molto bene!
Cucine Popolari Cesena – Via Nicolò Macchiavelli, 40 / Residence “Don Baronio”- cucinepopolaricesena@gmail.com