Blankets, il debutto a teatro raccontato da Francesco Niccolini

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Francesco Niccolini - ph Alberto Lamperti

 

Blankets è una graphic novel autobiografica di Craig Thompson, un romanzo a fumetti, dove il protagonista racconta la sua crescita e il suo primo amore. Il fumetto è uscito nel 2003 ed è diventato subito una pietra miliare: è considerato una delle prime grandi graphic novel, ed è amato, letto e consumato dai lettori in tutto il mondo.

Il Lucca Comics & Games è un festival di fumetti, giochi e videogiochi, il più grande e importante d’Italia, dal quale passa un po’ tutto il mondo. Quest’anno passerà il fumettista Craig Thompson, ma anche l’autore e regista Francesco Niccolini, che ha già collaborato con il festival nella realizzazione degli spettacoli Lucrezia Forever!, tratto dal fumetto di Silvia Ziche, e L’Oreste, testo teatrale illustrato da Andrea Bruno e messo in scena da Accademia Perduta/Romagna Teatri con Claudio Casadio. Quest’anno Niccolini ha scritto e diretto per la scena l’adattamento teatrale del famosissimo Blankets.

Per l’occasione lo abbiamo intervistato, in attesa del debutto dello spettacolo il 1 novembre all’interno del festival.

Francesco, come mai la scelta di mettere in scena Blankets?

La proposta è venuta dal direttore del Lucca Comics & Games, Emanuele Vietina, e per me è stata una scoperta assoluta e un incontro molto bello. Blankets è un incrocio tra fumetto e romanzo, ma è soprattutto una storia di ricordi ed è affascinante perché questo modifica i toni attraverso il filtro dell’esperienza dell’autore.

Craig Thompson ha scritto Blankets a 27 anni e ha affermato che non sarebbe stato possibile scriverlo allo stesso modo adesso, alla soglia dei cinquanta. Forse proprio per via di questo filtro della memoria di cui parlavi.
Per te, lavorare su questo testo a questa età cosa ha significato?

Quando fai un lavoro inevitabilmente lo filtri con la tua vita del presente.

Riflettendo con gli attori e con Cataldo Russo, coregista dello spettacolo, siamo tutti d’accordo che è una storia che appartiene profondamente a tutti noi, sia trentenni che cinquantenni, perché quel ricordo, non tanto quello del primo amore quanto dell’amore e del disamore, dell’innamoramento e della perdita, è una cosa che conosciamo bene, ciascuno a modo proprio.
Il tema della scoperta del proprio corpo, che affrontano i due ragazzi, Craig e Raina, è un’esperienza che tutti abbiamo vissuto. Ci emoziona e ci ricorda qualcosa che abbiamo attraversato. E la delicatezza con cui Thompson ce lo racconta parla veramente a tutti.

Qual è la modalità nel lavorare con il materiale così intimo di qualcun altro, il suo vissuto segreto?

Sono abituato a lavorare con romanzi, testi, graphic novel, cercando un modo di tradurli per il teatro. In questo caso partendo da questa enorme graphic novel di 600 pagine, con tante storie intrecciate ho cercato di estrapolarne un cuore teatrale, sentendomi molto a mio agio, senza tentennamenti, perché è una storia esemplare con un tono delicato che mi affascinava molto. Quindi ho cercato di stare in quella delicatezza, che mi sembra una cosa rara e bella di cui tutti abbiamo bisogno. Questa voce che non grida mai, piena di dubbi, che attraversa il turbamento più bello e profondo che possa accadere a una persona e poi uscirne cresciuta.

Ho cercato di restare molto fedele all’opera originale, pur selezionando e sintetizzando le storie e i personaggi perché potesse stare entro un’ora e mezzo di spettacolo.
Il filo fondamentale nella prima parte sono i ricordi d’infanzia e le difficoltà che portano Craig a rifugiarsi nel disegno come unica salvezza e fuga.

Poi c’è l’incontro con Raina, con tutto quello che segue, e gli ostacoli di questo mondo bigotto in cui il protagonista vive.

Sono questi tre gli argomenti portanti dello spettacolo. Poi c’è un quarto elemento: la neve.

In che senso?

La neve è onnipresente nel racconto, sia come freddo che come poesia. Avremo molte tavole proiettate in cui compare la neve, quindi ci saranno paesaggi innevati nel fondale, e poi, in un momento particolarmente significativo della storia, nevicherà davvero sul palcoscenico, usando un antico effetto teatrale più tradizionale, che i bravissimi tecnici del Teatro del Giglio sono stati contenti di ritirare fuori.

 

 

Dunque ci saranno scenografie digitali accanto a quelle materiali e agli attori?

Ci sono tre attori in carne e ossa: Craig, Davide Paciolla, Raina, Valentina Bartolo, e Ben il fratello down di Raina che incarna i due personaggi di Ben e Laura, interpretato da Manuel Ricci.
Intorno a loro tutti gli altri, i ricordi, i fantasmi, le angosce, i personaggi come il fratellino Phil, il pastore, i genitori, la catechista, i bulli, sono disegnati e proiettati sul fondale.

Come in Lucrezia Forever.

Esatto, ma mentre lì erano disegni animati, qui abbiamo scelto di tenerli quasi come nelle tavole, ci sono movimenti minimi, è un operazione esteticamente diversa.

In Lucrezia il tono è molto diverso, quello comico, della vignetta umoristica. In Blankets invece è quello delicato e intimo del ricordo. Ma c’è qualcosa che accomuna questi due lavori?

Forse l’unico punto in comune è che sono tutti e due in bianco e nero!
Sto scherzando, sono due storie diversissime, anche se tutte e due si pongono lo stesso grande problema: gli umani di fronte alla difficoltà estrema di tenere vivo l’amore, ovviamente affrontati da due prospettive molto diverse. Thompson, giovanissimo quando scrive Blankets, parla di diciottenni e di primo amore, invece Silvia Ziche usa una donna di 40-50 anni, zitella, che ne ha viste di cotte e di crude e attorno al bestiario umano maschile ha un atteggiamento sarcastico e disincantato.

Sono situazioni opposte ma alla base c’è sempre il tema dell’amore, che viene affrontato e narrato da migliaia di anni. Sull’amore secondo te c’è ancora qualcosa di nuovo da dire?

Come insegna William Shakespeare, il problema non è inventare cose nuove da dire ma come le dici.

Thompson riesce a dare una forma nuova a qualcosa di antichissimo, il primo amore, e lo fa con una delicatezza sorprendente, con questa storia di periferia e di montagna americana che gli dà un’originalità e una forza enorme.

Abbiamo bisogno di contenuti che sono quelli che ci parlano di più al cuore, vogliamo sentirci raccontare storie che riguardano le nostre vite, quindi i nostri archetipi. Sono i motivi per cui da tremila anni proviamo a raccontare l’Iliade e l’Odissea dentro nuove forme, dando un nuovo colore alle storie.

Nei laboratori di drammaturgia faccio spesso l’esempio di Shakespeare che con Romeo e Giulietta prende una storia antica, della tradizione, che è sempre servita per raccontare ai giovani quanto è pericoloso non obbedire agli adulti, e la ribalta. Per lui diventa la storia di come gli adulti sanno uccidere la giovinezza. Sposta la prospettiva e lo sguardo. E la genialità è proprio nel dare nuove forme allo sguardo.

Grazie Francesco, ci vediamo presto al Teatro del Giglio, in occasione del Lucca Comics & Games 2023, per assistere al debutto di Blankets dal fumetto al palcoscenico.

 

 

BLANKETS
di Craig Thompson
adattamento teatrale Francesco Niccolini
regia Francesco Niccolini e Cataldo Russo
con Valentina Bartolo, Davide Paciolla, Manuel Ricci
e con Cristina Poccardi e Michele Lisi
scene e video Imaginarium Studio
musiche Mirko Fabbreschi
luci Tiziano Panichelli
direttore di Scena Francesco Rispoli
costruttori Andrea Vignali e Nicola Sawicki
realizzatrice attrezzista Daniela  Giurlani
capo Macchinista Andrea Vignali
capo Sarta Anna Mugnai
assistente alla regia Giada Paolini
responsabili di produzione Cristiana Dani e Alberto Rigoni
una produzione LuccaCrea e Teatro del Giglio di Lucca
con la preziosa collaborazione di Associazione Down Lucca Aps

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Teatro del Giglio, 1 novembre 2023, ore 21 – ingresso gratuito – prenotazione obbligatoria info@teatrodelgiglio.it