Manuel Agnelli: la profondità degli abissi del rock al Mei di Faenza

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Ieri 8 ottobre siamo andati al Mei-Meeting delle Etichette Indipendenti a Faenza, per l’ultima giornata della rassegna per la premiazione al grande Manuel Agnelli, leader e fondatore degli Afterhours, cantante, polistrumentista, produttore, personaggio televisivo e pure grande attore, che ho avuto il piacere di vedere dal vivo al Teatro Bonci di Cesena, con un’eccelsa interpretazione di Lazarus, musical ideato da David Bowie. Un’artista a tutto tondo, che seguo fin da quando ero ragazzina, di cui ricordo i tanti concerti, sopratutto quelli al caro vecchio Velvet di Rimini.

Arriviamo verso le 18.00 circa e in lontananza mentre ci stavamo dirigendo verso Piazza del Popolo abbiamo sentito l’inimitabile voce di Manuel Agnelli che cantava e subito di corsa ci siamo piombati sotto al palco dove stavano facendo il soundcheck per la serata.

Poi nell’attesa abbiamo fatto un giretto in Via Mazzini con tappa obbligatoria alla Casa del Disco, dove ovviamente ho acquistato un vinile. Tornati in centro abbiamo fatto un giro per il mercatino artigianale, davvero delizioso. Poi ci siamo seduti e abbiamo aspettato le 19,00, dove sul palco sono intervenuti Giordano Sangiorgi, patron del Mei, un edicolante di Faenza, che dopo l’alluvione ha deciso di rimettersi in piedi, esortando tutta la popolazione a fare lo stesso, a non mollare e a rialzarsi, ed è anche intervenuto il sindaco di Modigliana, Jader Dardi che ha parlato anche lui dei terribili avvenimenti causati prima dall’alluvione e dopo dal terremoto. E assieme a Sangiorgi, il sindaco di Faenza, Massimo Isola, sul palco è arrivato Manuel Agnelli, che ha ritirato il Premio STRAMEI, decisamente meritatissimo!

«In 30 anni di carriera, Manuel Agnelli è riuscito a portare la musica indipendente italiana nel mondo mainstream, contribuendo a rinnovare diversi aspetti del settore – afferma Giordano Sangiorgi – spaziando dalla composizione musicale alle esibizioni dal vivo, dalla produzione musicale ai festival e ai tour, fino ad approdare al mondo della televisione e del teatro con progetti innovativi. Tutto ciò, senza mai compromettere la propria identità e radici nell’ambito della musica indipendente italiana».

Subito dopo Manuel Agnelli con la sua band salgono sul palco. Ad accompagnarlo Frankie (chitarra) e DD (batteria) dei Little Pieces of Marmelade (suoi pupilli a XFactor) , Beatrice Antolini (cantautrice e polistrumentista al pianoforte, synth pad e voce) e Giacomo Rossetti (bassista dei Negrita). Una formazione scelta ad hoc dallo stesso Agnelli. Lo show inizia, infiammando tutto il pubblico con pezzi che alternano il repertorio dei brani da solista di Agnelli, tratti dal suo album del 2022, “Ama il prossimo tuo come te stesso”, sia gli storici pezzi degli Afterhours.

Sinceramente pensavo che avrebbero fatto solo qualche pezzo, invece con immensa gioia abbiamo assistito ad un concerto vero e proprio, quasi due ore di musica, stracolme di energia e carica micidiale a momenti più intimi e delicati come con “New Dawn Fades” dei Joy Division, cover dedicata agli amici recentemente scomparsi Luca Bergia, batterista dei Marlene Kuntz e Gabriele “Cecio” Ceci, ex chitarrista dei Massimo Volume.

Da Signorina Mani Avanti, Milano con la peste, Lo sposo con la torta, Tra mille anni mille anni fa, tutti brani tratti dalla sua opera solista, così come La profondità degli abissi, colonna sonora di Diabolik dei Manetti Bros, vincitrice tra l’altro del David di Donatello che del Nastro D’Argento come “Miglior Canzone Originale”. Ovviamente nella scaletta non potevano mancare i pezzi degli After come Non si esce vivi dagli anni ’80, Quello che non c’è, Ballata per la mia piccola iena, Non è per sempre, Bye bye Bombay, Voglio una pelle splendida, Male di Miele, 1.9.9.6, Dea, Lasciami leccare l’adrenalina, Strategie, Germi, Ci sono molti modi.

Un Manuel in spendida forma, carichissimo e pieno di pathos, con il Rock che scorre nelle vene, da sempre e per sempre e nonostante gli anni siano passati sia per lui che per noi, tra il pubblico giovanissimi, famiglie con bambini al seguito e chi come me segue l’artista fin dai suoi esordi. Un concerto che mi ha regalato emozioni indescrivibili e devo ammetterlo, anche qualche lacrimuccia. Non mi sono mica tatuata la frase Male di Miele per niente eh.

“E voglio un pensiero superficialeChe renda la pelle splendida
Senza un finale che faccia maleCon cuori sporchiE le mani lavateA salvarmiVieni a salvarmi”
E non so se per voi sia stata la stessa cosa ma ieri sera Manuel e la sua band mi hanno salvata.
“Torneremo a scorrere”
Grazie a Manuel, alla sua band, a tutto lo staff, al Mei, a tutta la città di Faenza e al popolo romagnolo che non molla e non lo farà mai.
“Io non tremo
È solo un po’ di me che se ne va”