Scintille. Una conversazione con Laura Curino

0
998
Laura Curino, Scintille - foto AF immagini
Laura Curino, Scintille - foto AF immagini
Laura Curino, Scintille – foto AF immagini

Vorrei iniziare parafrasando la domanda con cui per anni hai dato avvio ai tuoi innumerevoli laboratori: in questo spettacolo, che cosa sai fare bene?

Passare da un personaggio all’altro (sono quattro i principali) senza far confusione. I cambi sono repentini, i dialoghi fitti, per cui la cosa non è la più semplice del mondo. Evitare l’ovvietà drammatica. Non essere mai lacrimevole, neanche nei momenti più dolorosi. Lavorare duro per trattenere la commozione, comporla. Non aver paura della comicità e del paradosso. Lo spettacolo fa ridere quando deve far ridere. Fa piangere quando deve far piangere. Io non piango. Queste donne non hanno più lacrime.

La regista Laura Sicignano ti definisce, in Scintille, “una matrioska, che contiene ed emana da sé gli altri personaggi”. Quali scoperte ha portato questa prospettiva?

Visto che la matrioska è quella bambola che contiene una bambola, che contiene una bambola, che contiene una bambola… è indispensabile che ognuna di esse sia di dimensioni leggermente più piccole dell’altra, inoltre quando le assembli non devi mai sbagliare l’ordine, altrimenti non riuscirai a trovar posto per tutte. Ecco: Scintille mi ha insegnato l’attenzione alla misura.

Sistema produttivo-teatrale a parte, oggi preferisci abitare la scena da sola o essere circondata dai molti?

L’esatto contrario di quello che sto facendo. Sono la prima ad annoiarmi di me stessa. Quando recito da sola per troppo tempo sento il bisogno del confronto con altre persone, per non ripetermi, per rinnovare le domande, cercare altre risposte. Allora cerco di creare uno spettacolo collettivo o di partecipare a produzioni di altre compagnie, ben sapendo che un paio d’anni dopo si saranno formate le condizioni per scrivere e mettere in scena un nuovo monologo e tornerò a viaggiare da sola.

Laura Curino, Scintille - foto AF immagini
Laura Curino, Scintille – foto AF immagini

In Scintille sia il gruppo di lavoro che la storia raccontata sono essenzialmente femminili. Ciò ha influenzato il tuo lavoro?

La lettura delle storie da un punto di vista femminile e la creazione di “squadre” di produzione con molte donne all’interno caratterizza anche il mio lavoro di scrittura, così non è stato difficile entrare in sintonia con Laura Sicignano e il Teatro Cargo. Sono persone forti, non hanno bisogno di dimostrare nulla. Lavoro bene con le donne. Non ho mai avuto (finora) problemi con i cast al femminile. Non ho mai incontrato “dive” o persone capricciose, come vuole lo stereotipo del genere in teatro. D’altro canto neanche coi maschi è mai sorto problema o incomprensione. Quando parto per una avventura teatrale so che è come cominciare un viaggio in una foresta pluviale. Ci saranno così tanti problemi oggettivi da risolvere, che solo l’affiatamento e il rispetto reciproco potranno portarci fuori, non c’è tempo per conflitti. Lo sguardo deve essere proiettato molto lontano. I contrasti invece sono vitali. La dialettica, quando si condivide uno scopo ben preciso, è fonte di soluzioni nuove.

Laura Curino, Scintille - foto AF immagini
Laura Curino, Scintille – foto AF immagini

Quali concrete affinità ci sono nel mettere al centro l’autobiografia, come nel tuo mitico spettacolo Passione, e una storia accaduta prima che tu nascessi, come in questo caso?

Molte, se si considerano sentimenti, umanità  dei personaggi. Ma una storia che non ti appartiene biograficamente necessita uno studio ancora più accurato. Studio del testo, ma anche di ciò che lo precede. Le persone possono anche avere un sentire universale di fondo, ma hanno sicuramente un agire e reagire differente a seconda delle epoche, dei luoghi, delle organizzazioni, delle relazioni. Le emozioni possono guidare l’interpretazione, ma solo la ricerca consente di raccogliere tutti gli elementi necessari a renderla plausibile, credibile.

 A cosa si deve prestare attenzione, nel testimoniare teatralmente le vite d’altri?

Al pudore. Non sei tu. Non è la tua vita. Le vite degli altri sono materia fragilissima. Maneggiare con cura.

 

MICHELE PASCARELLA

 

giovedì 10 luglio, ore 21.30 – ‘Scintille’, testo e regia Laura Sicignano, con Laura Curino, prod. Teatro Cargo – 13° Festival Teatrale di Resistenza (7-27 luglio 2014) – Gattatico (Reggio Emilia), Museo Cervi – Info: istitutocervi.it