Chi ha figli deve essere penalizzato per vedere le mostre?

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OLYMPUS DIGITAL CAMERALe mostre sono esposizioni di quadri e simili, i mostri, invece, coloro che le organizzano decidendo di impedire l’ingresso ai passeggini.

A causa del mio lavoro di attrice, sono spesso in viaggio col bimbo al seguito e ho sempre visitato allestimenti vari, accedendo agli spazi espositivi con il pargolo comodamente seduto nel suo girellino.

Il giorno di Pasquetta, a Rovigo, il personale preposto alla mostra “Il demone della modernità” mi ha impedito l’ingresso con il bimbo al seguito, dormiente nel suo girellino. Il tutto in maniera brusca, e indelicata.

Incredula, ho chiesto come si comportassero in altre situazioni analoghe, ad esempio con un disabile. Mi è stato risposto che in quei casi si fa un’eccezione. Un’eccezione!? Mi è stato chiarito che gli encomiabili organizzatori hanno previsto di fornire, su richiesta, una loro sedia a rotelle a eventuali non deambulanti (come se il trasbordo dalla sedia propria ad una fornita da altri non fosse umiliante e spesso non percorribile) e a chi, invece, abbia avuto la malaugurata idea di essere genitore può essere fornito un marsupio (articolo inutilizzabile da chi avesse un bimbo treenne del peso di 16 kg circa, o da chi avesse già un bimbo al collo e altri ulteriori da gestire).

Mi chiedo: chi ha figli deve essere ostacolato di proposito all’ingresso alle mostre? Ciò è in linea con l’intento di stimolare i più piccoli alla cultura?

La parola che mi viene in mente è: vergogna! Per chi nel 2015 ragiona come nel medioevo e non tiene in considerazione le esigenze di tutti e le politiche a tutela dei disabili e della maternità rispetto alle quali da decenni è stata attuata una campagna di sensibilizzazione a 360°: vergogna!

Questo vale e deve valere per l’esposizione di Rovigo come per qualsia altra, precedente o futura, ipotizzi veti simili.

Se esigenze pratiche ostano all’ingresso di persone su 4 ruote, ciò significa che la mostra è stata allestita male o in un luogo non idoneo: si sarebbe dovuto progettare diversamente o altrove. Ricordo di avere visitato spazi espositivi in cui l’accesso non solo mi è stato consentito, ma dove ho trovato anche “La stanza delle coccole” in cui cambiare il bambino, allattarlo, ecc…

Io non ho potuto, e di conseguenza non ho voluto, visitare la mostra di Rovigo, e farò altrettanto se in futuro dovesse ricapitarmi un problema simile.

 

MARIA PIA TIMO