Blind Willie Johnson, notte scura e terra fredda

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ALCD 4968

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Dei tanti Blind della musica blues prebellica, da Lemon Jefferson a Willie McTell, Blind Willie Johnson è la personalità più gospel – quindi, se possibile, più elegiaco della musica a dodici battute. La sua è un’eredità che davvero ha marchiato a fuoco molti grandi, visto che il suo repertorio negli anni è stato ripreso da moltissimi numeri uno: i Led Zeppelin hanno rifatto Nobody’s Fault But Mine, Ry Cooder sulla sua Dark Was The Night, Cold Was The Ground vi ha costruito sopra una colonna sonora leggendaria come Paris, Texas (1984), Odetta di Motherless Children ne fece forse il momento più emozionante del proprio repertorio. E si tratta solo di casi sparsi di una lista lunga così.

Tom Waits
Tom Waits

Adesso giunge a noi questo God Don’t Never Change, tributo all’arte del Maestro blues che raccoglie alcuni altisonanti nomi della musica mondiale che ne perpetuano l’arte. Il risultato si districa fra alti e bassi, in verità: vi è chi porta a casa buoni risultati e chi non fa buon servizio all’opera di Johnson. Naturalmente il primo che tutti sono andati ad ascoltare è Tom Waits (sarà che questa sortita anticipa un nuovo album del Mister Macchina d’Ossa?), che si presenta con ben due numeri. Il primo è The Soul Of A Man dove compare anche alle voce, inaspettatamente, la moglie Kathleen Brennan, per un risultato che senz’altro sorprendente a tutti livelli fra vecchio blues e sottile avanguardia. Buono ma forse più scontato quello che Waits combina con John The Revelator: vocione tirato e soffocante, sound con il solito debito con la musica microtonale di Harry Partch.

Cowboy Junkies
Cowboy Junkies

Il pezzo più bello della raccolta è però Jesus Is Coming Soon ripreso dai Cowboy Junkies: la classe della band è inalterata e l’unire la voce di Margo Timmins con un coro licantropo e una slide guitar tutta ferro è assolutamente vincente. Fra gli winner anche Dark Was The Night, Cold Was The Ground di Rickie Lee Jones, acustica e giocata sulla presenza d’interprete unica della protagonista, Mother’s Children Have A Hard Time tutta gigionismi gospel dei Blind Boys Of Alabama e le buone performance di stile della Tedeschi-Trucks Band e di Luther Dickinson, rispettivamente Keep Your Lamp Trimmed And Burning Bye And Bye I’m Going To See The King.

Blind Willie Johnson in una foto d'epoca
Blind Willie Johnson in una foto d’epoca
Rickie Lee Jones
Rickie Lee Jones

Da bocciare invece Let Your Light Shine On Me in preda ai gorgheggi di Maria McKee (Lone Justice), Trouble Will Soon Be Over dove il solito ego di Sinéad O’Connor traccheggia oltre il tollerabile e i due episodi con protagonista Lucinda Williams: Nobody’s Fault But Mine e God Don’t Never Change mostrano i limiti interpretativi della cantante, tutta birignao e gemiti, come peraltro ci è capitato di riscontrare anche in molte sue altre incisioni, specie le più recenti.

CICO CASARTELLI

ARTISTI VARI – God Don’t Never Change/The Songs Of Blind Willie Johnson (Alligator/IRD)

Un vecchio vinile Columbia di Blind Willie Johnson
Un vecchio vinile Columbia di Blind Willie Johnson