L’educazione non va in vacanza

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Carissima dottoressa,

oggi sono indignata in quanto ho assistito ad un brutto episodio per strada. Un bambino con sua mamma stava passeggiando per le vie del centro. Il bambino ha gettato a terra la carta del gelato e la mamma non ha detto nulla, quando una persona si è permessa di farlo notare alla madre che non era buona educazione questa, con aria di sufficienza, ha esclamato: “E’ appena finita la scuola, di regole ne ha abbastanza a scuola… bisogna capirlo” e non si è degnata di raccogliere la carta. Vorrei chiederle un parere professionale: davvero l’educazione deve andare in vacanza?

Grazie, M.

 

Cara M.,

Purtroppo quella che mi descrivi non è una scena infrequente e ahimè, spesso genitori ed educatori non si rendono conto di fare il male dei figli quando li giustificano a priori per aver risposto male ad un insegnante o aver tenuto un comportamento scorretto o maleducato.

Tra gli adolescenti si riscontra un preoccupante tasso di bullismo e di comportamenti antisociali ma il comune denominatore risiede proprio nella spesso totale mancanza di regole impartite dalla famiglia durante la crescita. Nel corso degli anni si è assistito ad un pericoloso ribaltamento di ruoli, da genitori “padroni” non disposti al confronto si è passati a genitori “amici”, incapaci di impartire regole per evitare di incorrere in quello stesso modello subìto.

Ciò ha comportato un trend pericoloso in quanto i comportamenti di rispetto ed educazione si apprendono proprio nei primi anni di vita e non c’è da stupirsi se già alle scuole primarie la classe sia ingestibile e formata da bambini non rispettosi del ruolo dell’insegnante.

E’ indispensabile ricominciare a dare delle regole ai bambini e agli adolescenti, a partire dai comportamenti basilari, dal modo in cui si sta a tavola, al rispetto degli orari, dei compagni e degli adulti fino all’uso inappropriato di smartphone e videogiochi.

Indubbiamente ai genitori pesano più i no che i si, ma tale fatica è insita nel ruolo stesso del genitore e deve essere recuperata. E no, l’educazione non va in vacanza!