Gli appetiti della Wanda: “da pizoun” Trattoria Osteria “Vinho Verde”

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Alessandro Gori, il suo locale lo ha chiamato Vinho verde dal nome di un vino portoghese che forse aveva conosciuto in vacanza, ma così non l’ha mai chiamato nessuno e allora lui ci ha dovuto mettere il soprannome del babbo sull’insegna.

San Mauro Pascoli si va da Pizóun, il nomignolo di suo padre Silvano, per via di un maglioncino con piccioni stilizzati che gli fece la mamma ai ferri quando era bambino. In Romagna è così: metti un maglione quando vai a scuola e ti trovi un soprannome per tutta la vita.

C’era un negozio di alimentari, lì. Lo aveva aperto, negli anni ’20, il papà di PizóunPavlón, al secolo Paolo Gori. La bottega fu inaugurata a 10 metri dalla Locanda Cavalli, gestita dal bisnonno detto in paese Pazàia, che pare fosse un po’ matto ma si vede che aveva il vino buono, perché ci andava anche Pascoli a bere da lui!

Negli anni ’90, forte di cotanta tradizione ma sprovvisto di soprannome, Alessandro, laddove il babbo affettava salumi, aprì l’osteria con la moglie di allora Silvia, che purtroppo non c’è più, poi, conosciuta Fulvia da Savignano, asso della cucina, della pasticceria e nuovo amore, è partito nel 2001 con una ristorazione tradizionale, ma con invenzioni goduriose e materie prime superbe.

Il locale è piccolo, moderno, colorato e nel cuore del paese. Stanno aperti cinque pranzi, dal martedì al venerdì e la domenica, e due cene, il venerdì e il sabato.

Fanno i «ravioli alla gricia romagnola». Sono fatti di sfoglia all’uovo che riempiono solo con formaggi: Squacquerone, ricotta, pecorino, parmigiano, formaggio di capra, senza aggiungere altro. Poi rosolano bene in padella una dadolata di goletta di maiale stagionata e ci saltano la pasta con il Fossa di Sogliano e pepe nero che poi aggiungono anche in tavola. È la degna risposta romagnola al tradizionale piatto romano.

In autunno iniziano a proporre i «passatelli asciutti con i carciofi». Li fanno secondo la ricetta classica poi li cuociono in acqua e li aggiungono ai carciofi tagliati a spicchi e cotti in padella con aglio (che poi eliminano) e olio. Ci grattugiano sopra la ricotta infornata. È una ricotta di mucca che la Fulvia fa cuocere al forno, come usa fare in Sicilia. Una vera furbata!

Di secondi fanno tagliate, fiorentine e baccalà ai ferri tutto l’anno, coniglio rosso nel coccio, le polpette… Se chiedi il dessert, puoi incappare in un tagliere di 20 tipi di dolci tutti fatti dalla Fulvia: tenerina, salame di cioccolato, ciambella, crostate, biscotti…

Il vino è quello di Capocollo di Bertinoro che l’ottimo Alberto Mazzoni non imbottiglia ma vende sfuso. C’è il rosso, il bianco e il dolce, fatti con uve di Sangiovese, di Albana, di Passerina. Ottimo! Speciale forse quanto quello che il buon Pascoli assaporava, ormai più di cent’anni fa, guardando la piazza del suo paese in mezzo alle fitte nebbie autunnali.

“da pizoun” Trattoria Osteria “Vinho Verde”, San Mauro Pascoli (FC), piazza Mazzini 16. Info: 340 3366142