CollettivO CineticO e Paola Lattanzi: dentro e fuori la danza

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CollettivO CineticO - foto di Antonio Ficai

 

A distanza di pochi giorni ci siamo imbattuti, a pochi chilometri di distanza, in due performance complementari. Alcune note.

Così lontano così vicino, si potrebbe sintetizzare con Wim Wenders: giovedì 3 settembre nel rinnovato Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna come prologo a Winter Is Coming (sezione invernale di Santarcangelo Festival 2050) in un caso, due giorni dopo nel giardino interno del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza per WAM! Festival, nell’altro.

Le proposizioni performative incontrate: How to destroy your dance di e con Francesca Pennini | CollettivO CineticO e BEING & DOING and the space between di e con Paola Lattanzi.

Per chi si interessa ai mondi (plurale non casuale) della danza contemporanea son nomi che non richiedono presentazioni.

Artiste che più diverse non si può. Che una casuale vicinanza geografica e di calendario ci ha portato a vedere una di seguito all’altra, occasione da cui nasce il tentativo di restituire alcune note sui rispettivi lavori in forma abbinata e complementare.

Punto di partenza comune: entrambe le performance accolgono il pubblico già nella fase di riscaldamento, che senza soluzione di continuità scivola nell’atto spettacolare vero e proprio, a rimarcare la qualità performativa (più che finzionale) di ciò che è dato a vedere: corpi-teatro, per dirla con Nancy, che si offrono alla vista dei guardanti in un qui e ora in cui il prima e il dopo dell’arte ne costituiscono nutrimento e ossatura.

 

 

Fine delle analogie, via alle differenze.

Rapporto con il pubblico: là dove How to destroy your dance propone un dispositivo massimamente chiaro e leggibile, con tanto di programma di sala che scandisce ciò che si andrà a vedere, voce guida e scritte proiettate sul fondo della scena, BEING & DOING and the space between si costituisce come affondo personale nel mistero dell’origine del movimento, accadimento di cui lo spettatore è testimone e a cui gli effetti giungono per via cinestetica.

Detto altrimenti: laddove la performance di CollettivO Cinetico è affatto estroflessa, quella di Paola Lattanzi si fonda sulla messa in azione di energie sottili extra-personali (tanto che per buona parte del lavoro la Figura in scena ha il volto celato da una maschera nera, che la astrae e al contempo la universalizza).

Da ciò discende anche una opposta relazione con la dimensione agonistica, centrale in entrambe le proposte (che in tal senso possono forse essere considerate storicamente, quasi etimologicamente, tragiche): i dieci performer di CollettivO CineticO ingaggiano una gara (di agilità e abilità) fra loro e col pubblico, Paola Lattanzi si e ci immerge in un territorio in cui il corpo stesso è campo di battaglia.

 

Paola Lattanzi – foto di Mattia Pasini

 

Rapporto con la fatica: quella dei danzatori di CollettivO CineticO è chiaramente finalizzata a uno scopo comunicativo, mentre quella di Paola Lattanzi è puro gesto estetico, dunque conoscitivo (vedi: Arnulf Rainer).

Soli/insieme: l’ensemble guidato da Francesca Pennini fa della dimensione comunitaria, dell’essere molti una delle caratteristiche linguistiche del proprio abitare la scena (sia detto per i non addetti ai lavori: 10 persone, oggi, è un kolossal), mentre la danza di Paola Lattanzi ricorda, e forse richiede, la smisurata solitudine di certe figure del butoh.

Ironia: How to destroy your dance ne è colma, BEING & DOING and the space between ne è del tutto priva, sia nel senso comune che in quello socratico di distanza fra il soggetto e ciò che sta affermando (non vi può che essere piena aderenza a ciò che non può che accadere, qui).

Semplificazione/complessità: How to destroy your dance si propone come tassonomia degli elementi costitutivi l’accadimento coreutico (direzioni, posizioni nello spazio, velocità, … sono nominate, agite e messe in evidenza una alla volta), mentre BEING & DOING and the space between stratifica tali elementi e li concentra nel corpo della danzautrice. La vertigine della lista vs la vertigine dell’ignoto, si potrebbe sintetizzare.

 

Paola Lattanzi – foto di Mattia Pasini

 

Posture: i danzatori di CollettivO assumono di base una posizione eretta, come giocatori di una squadra riempiono e agiscono lo spazio, mentre Paola Lattanzi lavora principalmente a terra, o rannicchiata (come non pensare alla celeberrima Witch Dance di Mary Wigman?).

Piacevolezza/inquietudine: How to destroy your dance è un lavoro godibile, ritmato, divertente, mentre BEING & DOING and the space between inquieta, apre varchi, finanche spaventa.

Grazie a questa Romagna -nonostante tutto- Felix, che fornisce a chi lo desidera occasioni di sguardo e pensiero tanto diverse.

 

MICHELE PASCARELLA

 

Info: https://www.santarcangelofestival.com/, http://www.collettivocinetico.it/, http://wamfestival.com/, https://www.facebook.com/paola.lattanzi.12