Un progetto visionario è nato in Provincia di Lucca grazie all’Associazione Culturale Dello Scompiglio di Vorno. Si tratta di un bando per un progetto biennale tra natura e cultura. L’esperienza si aprirà con due brevi laboratori, a maggio e ottobre 2022, durante i quali saranno introdotte «alcune pratiche inerenti la condivisione della percezione soggettiva della natura».
Mediante quali accorgimenti è possibile schiudere una sfera tanto delicata e intima tra persone sconosciute, in un tempo circoscritto?
“Non trovo la percezione soggettiva né particolarmente delicata né particolarmente intima ed è inerente ad ogni essere umano. – spiega la direttrice Cecilia Bertoni – Stiamo comunque parlando di artisti che, per inclinazione, dovrebbero esserne più consapevoli. Persone nello stesso spazio useranno i sensi in maniera diversa. Magari una tende ad ascoltare, un’altra a toccare. E magari guardano da prospettive diverse. Alcune percepiscono ciò che è più vicino, o si focalizzano su dettagli, altre percepiscono il tutto senza dettagli. Le diverse percezioni possono dare un quadro più ampio”.
Il titolo della vostra proposta contiene due termini smisurati. Quale rapporto tra natura e cultura abiterà, auspicabilmente, il vostro giardino? E a quale segreto ci si approssimerà?
“Quale rapporto fra natura e cultura abiterà il Giardino dello Scompiglio dipenderà dai residenti, visto che anche questo rapporto è soggettivo e non omologabile. Il bello dei segreti è proprio che quando pensi di averli svelati, spesso schiudono appena la soglia ad altri segreti. E i segreti sono affascinanti e magici proprio perché sono segreti”.
Sfondo poetico della proposta è il libro E il giardino creò l’uomo di Jorn De Precy, il cui significativo sottotitolo è Un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri. Quanto l’idea di arte che verrà praticata ha a che fare con la volontà e quanto con il lasciarsi attraversare?
“Non si praticherà un’idea di arte… Ma un incontro di persone, come individui e come gruppo, con un luogo sempre in movimento”.
Il progetto è rivolto «ad artisti, performer, poeti, autori, scrittori, curatori e musicisti che abbiano l’interesse e l’urgenza di evadere dalla propria consuetudine». La vostra realtà non è nuova a ibridazioni di discipline diverse. Quali specifiche condizioni permetteranno all’inaspettato di fiorire, in questo caso?
“Il poter uscire dal tempo scandito dall’orologio. Entrare nel ritmo della natura anche attraverso il lavoro pratico in e con essa”.
L’attività creativa sarà intrecciata a pratiche quotidiane di cura del giardino e delle colture, sotto la guida dei giardinieri e degli agricoltori della Tenuta, secondo un’idea antica di coincidenza -vien da azzardare- di arte e artigianato. È così?
“Dalla mia esperienza personale il lavoro pratico con la natura, lo sporcarsi, il sudare, propiziano un coinvolgimento più concreto e immediato con il luogo. Ed è anche un modo di ascoltare coinvolgendo tutti i sensi. Armonizzare il ritmo del proprio corpo con quello della natura”.
I partecipanti, oltre alla formazione, all’esperienza, all’ospitalità e alla possibilità di futuri sostegni, riceveranno anche un rimborso spese e un piccolo compenso. In un periodo complesso come quello attuale, per le arti e non solo, è un’occasione certo appetibile. In base a quali parametri selezionerete le persone, che prevedibilmente applicheranno numerose?
“Come già detto non riceveranno una formazione, ma l’opportunità di creare loro stessi un’esperienza individuale e collettiva in rapporto con la natura Dello Scompiglio e dei suoi abitanti. Selezioneremo i residenti non solo in base al loro CV e alle loro motivazioni, ma cercheremo anche di formare un gruppo che possa essere dinamico. Cominceremo ad avere le idee chiare solo quando avremo ricevuto e studiato le iscrizioni”.
In che modo questo tipo di esperienze nutrono la tua personale pratica artistica?
“È la prima volta che facciamo una residenza di questo tipo quindi posso solo lasciarmi sorprendere dal contributo dei residenti e dai loro punti di vista che arricchiranno i miei e quelli degli abitanti e collaboratori dello Scompiglio”.
È possibile formare altre persone senza farne, almeno in parte, epigoni? Oppure l’imitazione è consustanziale all’apprendimento?
“Non c’è da parte nostra alcuna ambizione a formare altre persone e spero che questo sia chiaro nel bando. Non desideriamo nessuna verticalità nel rapporto, ma un confronto sullo stesso piano. Io personalmente aborro l’imitazione nella maniera più categorica. Stiamo semplicemente offrendo tempo e qualche spunto per poter -forse- propiziare l’incontro fra il tempo dell’io dell’artista e quello della natura. Ciò che potrà succedere dipenderà molto dal contributo dei residenti stessi”.
Infine: quale valore politico potrebbe assumere, Il giardino segreto?
“Non abbiamo aspettative concrete, se non quelle di instaurare o di offrire una possibilità di rapporto più consapevole con la natura, con gli spazi esterni, con i cambiamenti che ogni ambito subisce costantemente”.
MICHELE PASCARELLA