Modena Parade / Corteo Modenese. Un segno nella città di Modena

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Via Emilia_ph Davide Piferi De Simoni

 

Questo corteo non finisce mai. Ti sembra di aver trovato davvero l’ultimo partecipante che tiene alta quella che sei certa sia l’ultima bandiera – nera, con una scritta bianca in caratteri gotici – e invece. Osservando attentamente, ti accorgi presto che un passo indietro, scartando un po’ di lato, un altro ragazzo vestito da scheletro si è attardato all’angolo di una strada.

E a guardare avanti, verso i cavalli che dettano il ritmo col loro passo istintivo, avverti la stessa sensazione: la moto della municipale, vigila soltanto o partecipa anche lei, col suo ronzio e le sue luci? E quella macchina col bagagliaio aperto dalla quale spuntano un microfono e una telecamera?

Modena Parade / Corteo Modenese è stato molte cose nel suo unico e irripetibile accadimento: corpo collettivo disegnato da circa quattrocento cittadini, di cui molti bambini e ragazzi, adulti alle prese col gioco del travestimento; un artista con la sua macchina fotografica caricata su un alto treppiedi per scattare sempre qualcosa, forse non tutto, ma molto di ciò che gli sembrava, forse, di poter perdere; è stato il soggetto-oggetto di un film, e verrà presto trasformato in un’altra opera ancora, da riscrivere secondo un montaggio che lo rifarà daccapo, come se fosse di nuovo la prima e l’ultima volta.

 

Strade di Modena_ph Davide Piferi De Simoni

 

Il progetto di Jordi Colomer nasce come estensione attiva e performativa della mostra Jordi Colomer. Strade, la prima personale italiana dedicata all’artista catalano curata e allestita da FMAV – Fondazione Modena Arti Visive. Quando il curatore Daniele De Luigi ha ricevuto la proposta di costruire un corteo numeroso composto da cittadine e cittadini di Modena, di ogni età e professione e interesse, ha fatto entrare nel lungo e articolato processo di lavoro Federica Rocchi, curatrice per Collettivo Amigdala del corteo a fianco, appunto, di FMAV.

Chi scrive ha potuto seguire dalla parte di Amigdala il processo nel suo farsi per costruire poco a poco, e sempre in squadra con lo staff di FMAV, la comunicazione di tutte le parti di lavoro che hanno condotto le due realtà modenesi a realizzare la visione di Colomer lo scorso 27 marzo a Modena. Lo dichiariamo perché questo ha significato poter seguire il processo alle spalle di una performance di tre ore e mezzo, realizzata con una squadra di 90 volontari oltre a tutta FMAV e ai membri di Collettivo Amigdala, per la quale sono stati attivati laboratori con un istituto superiore d’istruzione (il liceo “A. Venturi”) e una scuola primaria (la “Cittadella”), sono stati coinvolti l’Ufficio Anagrafe del Comune di Modena, il Conservatorio della città (Istituto Musicale Vecchi Tonelli), un esperto di percussioni e la sua collezione di strumenti da tutto il mondo (Luciano Bosi e il museo Quale percussione?), tre disegnatori e numerosi artigiani per la costruzione delle scenografie, una danzatrice (Daina Pignatti) con otto danzatori di diverse età al seguito, il conservatorio cittadino, suonatori di tamburi (La Banda dei Tamburi di Reggio Emilia), un coro di donne (Les Chemin des Femmes) e, soprattutto, le cittadine e i cittadini di Modena.

 

Cimitero monumentale San Cataldo_ph Davide Piferi De Simoni

 

Per coinvolgere i professionisti e i volontari appena elencati e le tante persone che si sono attivate prima e durante il corteo per essere parte dell’evento, naturalmente non è bastato un post su Facebook.

Ogni persona coinvolta è stata ingaggiata attraverso un sistema di relazioni che si è espanso a macchia d’olio, da chi si è impegnato per settimane nell’organizzazione fino al pubblico che il giorno stesso del corteo si è reso disponibile a indossare maschere da scheletro, portare bandiere colorate, striscioni bianchi e neri, sollevare corvi di carta sopra le teste delle persone in cammino, imitare i passi di danza degli scheletri che correvano attorno alla nuvola di corpi che ha occupato le strade sin dall’uscita del Cimitero monumentale di San Cataldo, precisamente dall’ossario dell’architetto Aldo Rossi, passando lungo via Santi, poi Novi Sad, poi Largo Sant’Agostino, Via Emilia Centro, Corso Canal Grande ai piedi di Palazzo Santa Margherita per arrivare infine nel verde dei Giardini Ducali, di fronte alla Palazzina dei Giardini dove ha sede la mostra di Jordi Colomer.

Qui sono stati depositati gli oggetti di scena del corteo, compresa la grande maquette dell’ossario appoggiata sul traino di un trattore che con il suo borbottio ha accompagnato il corteo passo dopo passo.

 

Viale Padre Candido_ph Davide Piferi De Simoni

 

Ogni elemento è stato pensato e ripensato dall’artista, che nelle settimane precedenti ha guidato una squadra di lavoro a OvestLab, sede di lavoro di Amigdala e ex laboratorio di falegnameria che ha ripreso la sua forma di officina a tutto tondo, sia in fasi di lavoro chiuse che nei giorni di Cantiere Aperto che si sono svolti a partire da un mese prima della parata: colla vinilica, nastri, legni, bastoni, stoffe, carta grossa e carta fine, elastici, tempere, forbici, costumi da accorciare e stringere, modelli di ossa del corpo umano da riprodurre su tute nere e una collezione di scritte da riportare sugli stendardi neri: «tempus fugit», «una risata vi seppellirà», «incertum est quando».

Era la Morte il motore di questo nostro cammino: la morte dei due anni di pandemia in cui, soprattutto all’inizio di questa strana epoca, non abbiamo potuto seppellire  i nostri cari perché le funzioni funebri erano interdette; la morte che ci ha ossessionato con i numeri in salita, poi in discesa, poi di nuovo in risalita incontrollabile. E noi sopravvissuti a osservare con «timor mortis» il progressivo incedere del virus nelle nostre vite, mentre le strade e lo spazio pubblico e il cielo aereo si svuotavano di colpo.

 

Cimitero monumentale San Cataldo_ph Davide Piferi De Simoni

 

Che fine hanno fatto le strade? Come stanno le piazze del mercato? Quando torneremo a riprenderci ciò che sta fuori dalle nostre case e che la pandemia ci impedisce di raggiungere con disinvoltura?

Jordi Colomer ha voluto investire con coraggio e forza i tabù più antichi del nostro occidente moderno, rendendo la Morte protagonista e animatrice di un corteo di persone vive vestite da scheletri o da sopravvissuti, da personaggi antichi (come i meravigliosi costumi rossi, bianchi e neri delle ragazze e dei ragazzi del liceo Venturi, dove lo strascico era il tema stilistico principale di un gruppo di anime di chissà quale epoca riaffiorate quel giorno a Modena sotto una luce lucida ed elegantissima).

Un rito funebre al rovescio, abbiamo detto più volte in tutti i nostri comunicati. Perché partivamo dalle tombe e andavamo verso il fiorire primaverile dei giardini. Ma non solo: perché nella visione di Jordi abbiamo ribaltato la terra ferma sotto le nostre scarpe, i corpi si sono riscossi dalla staticità delle case e i tre chilometri di percorso sono diventati la scena vera e propria di una riconquista. Non solo da un opposto all’altro, dunque, ma anche da un dentro a un fuori. Ci siamo esposti, tutte e tutti, ognuno con il proprio contributo, per riprenderci un pezzo di qualcosa che ci mancava.

L’aria, l’asfalto, il contatto, il rischio di stare in mezzo a sconosciuti.

 

Via Santi, Anagrafe di Modena_ph Davide Piferi De Simoni

 

Ora che tutto è andato – i rumori, i suoni, le danze, le voci – sentiamo che qualcosa di nuovo potrà accadere. Le strade sono rimaste, la città è ancora lì che ci aspetta.

Le riprese realizzate dalla troupe del regista Milo Adami troveranno presto una nuova vita dentro le macchine per il montaggio di immagini e suoni e nel 2024 il film sarà proiettato al MacBa di Barcellona per poi essere trasmesso subito dopo sui canali di SkyArte.

Abbiamo un appuntamento. Sembra lontano nel tempo e nello spazio ma disegna un orizzonte, lo stesso per il quale abbiamo ballato e giocato con le nostre ossa: avere un’idea di ciò che può essere la nostra città se invece di risiedervi la danziamo: un luogo abitato da persone gentili e disponibili a muovere le cose, a riscrivere parti di sé e del proprio paesaggio.

Un corpo-luogo che si trasforma se siamo noi i primi a cambiare senza aspettare di essere cambiati, ristretti da questa o un’altra pandemia, pronti alla vita e alla vitalità.

 

SERENA TERRANOVA

 

Info Strade. Jordi Colomer _ a cura di Daniele De Luigi _ c/o FMAV – Palazzina dei Giardini: Corso Cavour, 2, 41121 Modena. Da mercoledì a venerdì ore 11–13 | 16–19. Sabato, domenica e festivi ore 11-19 _ Ingresso: Biglietto intero 6 € / ridotto 4 € (Circuito Vivaticket) Biglietto cumulativo: DecompressedPrism + Le avventure di Aldo + Strade: 12 € Ingresso libero ogni mercoledì

MODENA PARADE / CORTEO MODENESE
idea e progetto di Jordi Colomer
a cura di Daniele De Luigi e Federica Rocchi
Prodotto da: FMAV Fondazione Modena Arti Visive
Realizzato in collaborazione con Collettivo Amigdala
Coreografia Daina Pignatti con Marta Cellamare, Beatrice Rossetti, Antonio Santangelo e con la partecipazione di Martina Rivoli, Anita Macrì, Rosita Martinelli, Adele Verri, Elia Maselli
Drammaturgia sonora Luciano Bosi con la partecipazione di La Banda dei Tamburi di Reggio Emilia
Coinvolgimento delle comunità Silvia Tagliazucchi
Organizzazione Laura Petrucci, Tommaso Franchin, Serena Terranova
Responsabili comunicazione Santa Nastro e Serena Terranova
Social media manager Valentina Fabbri e Elia Mazzotti Gentili
Supporto per i materiali di scena Beatrice Pucci, Sara Garagnani, Elia Mazzotti Gentili
Con la partecipazione di Scuola primaria Cittadella – Istituto Comprensivo 9 di Modena; Istituto Istruzione Superiore Adolfo Venturi, Modena; Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli, Modena, Museolaboratorio Quale Percussione?, coro Les Chemin des Femmes; Dugoni scrl – Cimitero Nuovo San Cataldo
Con il supporto di Marino Neri, Matteo Di Cristofaro, Angelo Canali, Eugenio Ronchetti, Dante Farricella e di tutti i cittadini che sono intervenuti durante il cantiere aperto
Regia video Jordi Colomer con Milo Adami
Riprese video TIWI studio
Con la partecipazione di Scuola primaria Cittadella–Istituto Comprensivo 9 di Modena; IIS Adolfo Venturi, Modena; Istituto Superiore di Studi Musicali “Orazio Vecchi – Antonio Tonelli”, Modena; Dugoni facility management – Cimitero Nuovo San Cataldo; Museo-laboratorio Quale Percussione?; Banda dei Tamburi di Reggio Emilia, Anagrafe di Modena, Coro Le Chemin des Femmes; Cpia 1 Modena – Centro Provinciale Istruzione Adulti; FMAV – Scuola di alta formazione; Dipartimento educativo FMAV