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Solo Goldberg Improvisation. Un solo storico di Virgilio Sieni

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VIRGILIO-SIENI

Solo Goldberg Improvisation rappresenta il manifesto dell’arte coreografica di Virgilio Sieni, emblema delle sue ricerche sul corpo e sui linguaggi della danza e dell’arte, sempre protese a oltrepassare gli approdi formali e le codificazioni. In questo lavoro la musica di Bach definisce una metrica e un’architettura immateriale in cui il danzatore si iscrive attuando un continuo ripensamento del corpo e accennando a un articolato percorso di figure prostrate, tratte dall’arte italiana.

“Non vi è percorso nelle Variazioni Goldberg di Bach. Allo stesso tempo uso il termine improvisation per definire questo lavoro non fondato sull’improvvisazione ma sul riconoscimento e il rinnovamento. Certo, improvviso. Mi lascio cogliere da quella che non è mai una sorpresa ma un divenir impercettibile nell’atto dell’esserci. Spoglio il corpo, o almeno tento di spogliare il corpo di quelle pratiche che comunque appaiono nel segno della danza, e nel canone sacro della musica finalizzata alla costruzione di una città aurea, vero sogno, vera realtà. Sbrandello con rigore il corpo, fissandomi con fatica e dolore tutte le volte, così come con leggerezza e voglia di attraversamento (di essere attraversati da qualcos’altro) sul senso di sparizione: muoversi per sparire, far pesare il corpo per lasciare solo orme e tracce. Penso che le Variazioni Goldberg non siano un invito alla danza, ma un atto di riflessione e introspezione dove niente appare se non un corpo “spellato”. Ecco che questo lavoro mi appare come un manifesto, qualcosa di più di un vocabolario di percorso, un atto sulle debolezze, le imperfezioni, lo sforzo, le pieghe e le polveri, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura, qualcosa che rende il corpo pagliaccio tragicomico dell’oggi.”

(Virgilio Sieni) 

Dopo lo spettacolo, incontro con Virgilio Sieni, condotto da Andrea Nanni.

 

25 marzo, ore 21 – Bologna, Teatri di Vita, via Emilia Ponente 485 – info: 051 566330, teatridivita.it, http://nellepieghedelcorpo.wordpress.com

Slavoj Žižek. Un libro di Igor Pelgreffi

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Come contrastare filosoficamente le narcosi singolari e collettive cui le cosiddette società avanzate sembrano destinate? È formulabile una reale alternativa al modello consumistico-capitalistico? In che termini è possibile una concreta trasformazione delle nostre vite, sospese oggi tra il globale e il frammento? La riflessione di Slavoj Žižek, fra i più discussi intellettuali contemporanei, è un tentativo di risposta a tali interrogativi. Questo libro ricostruisce i maggiori aspetti storico-biografici del lavoro del filosofo sloveno, ne evidenzia la centralità dello stile-provocazione e dell’innovativo rapporto con i media, e ne approfondisce i principali snodi teorici: il soggetto, il Reale, l’immaginario, la critica all’ideologia, il cinema, la contraddizione. Ma anche il tempo e l’esistenza. Marx, Hegel, un’originale interpretazione e uso della psicoanalisi lacaniana, unitamente a un rapporto, sia pure critico, con Heidegger e con Derrida, sono le coordinate entro cui si organizza il materialismo dialettico psicoanalitico di Žižek. Un pensiero tra i meno philosophically correct della scena attuale ma che conserva intatta la propria capacità teorica e politica fondamentale: rivelare la struttura dell’auto-inganno, mediante una presa in carico di ogni aspetto dell’esistente.

26 marzo, ore 19 – Bologna, Modo Infoshop, via Mascarella 24/b – info: 051 5871012, modoinfoshop.com

Welcome back Sailors al Diagonal di Forlì

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welcome_back_sailors(1)E’ incredibile pensare che i due leader dei Welcome Back Sailors, Alessio Artoni e Danilo Incerti, provengono da anni di prove hard core anni Novanta, in una cascina di Guastalla.

Ora fanno elettronica, ma quella suonata con gli strumenti. Il loro ultimo disco, dal titolo “Tourismo”, è uscito il 24 novembre per l’etichetta/collettivo We Were Never Being Boring e per La Barberia Records.

Il nuovo lavoro esce a tre a tre anni di distanza dal loro primo disco “Yes/Sun”, con cui si erano già fatti notare negli ambienti del dreampop e degli 80’s andando ancora di più in direzione britpop.

Suonano il 25 marzo al Diagonal Loft Club di Forlì.

 

25 marzo, Forlì, Diagonal Loft Club, viale Salinatore 11, ore 21.30, info: diagonaloftclub.it

Mr & Mrs Trash

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Lui. Un leone in gabbia. Mutande bianche, giubbotto di pelle. Capelli grigi lunghi, sciolti. Si aggira nel buio del palco.

Mille bottiglie di birra vuote.

Il pubblico entra.

Lei. Una benda da pirata sull’occhio destro.

Litigano a ritmo. Sul nulla.

Schwab e-vocato.

Turpiloquio à go go. La gente ride.

Dentro fuori dentro fuori dentro fuori. Quarta parete su e giù, di continuo.

«Come mai Schwab non piace a nessuno?».

Che bell’ombelico ha, la società teatrale: «Raffaella Giordano… dai retta ai Maestri, tu!»

Pezzi comici, un gran ritmo.

Violenza pre- post- in-sensata.

«Voi la sentite la lontananza di chi vi è vicino?».

Lui si rivolge anche a noi. Lei quasi solo a lui.

Cantano, lei suona una chitarrina. Esibiscono stonature.

«Ma non sei stanco di coprire ogni cosa con le parole?».

Bevono brodo con il cucchiaio, rumoreggiano.

Pubblico ride e ridacchia sulle parolacce.

La convenzione palco-platea serve per opporvisi da dentro? Scena / catalizzatore?

«Io offro il fianco al dileggio».

«Tu non hai paura» «Sì che ho paura».

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Ricominciamo. 

Canelupo nudo Nerval Teatro Teatro Rasi mercoledì 18 marzo ore 21 testo Rita Frongia / con Maurizio Lupinelli e Elisa Pol / disegno luci Fausto Bonvini / regia Claudio Morganti / produzione Nerval Teatro, Armunia Festival Inequilibrio / con il sostegno di Regione Toscana-Sistema regionale dello spettacolo dal Vivo / in collaborazione con L’Arboreto/Teatro Dimora

A Werner Schwab, ‘enfant terrible’ della drammaturgia contemporanea europea, Maurizio Lupinelli con Nerval Teatro ha dedicato un progetto triennale di rappresentazioni. Con Canelupo nudo, scrittura originale di Rita Frongia, si chiude il progetto che ha visto la realizzazione di Appassionatamente e Le Presidentesse. In questa occasione la regia è affidata a Claudio Morganti, in scena Lupinelli ed Elisa Pol. Canelupo nudo è un omaggio a La mia bocca di cane, l’ultimo testo di Schwab ancora inedito in Italia, scritto dall’autore austriaco prima di morire suicida bevendo dodici litri di vodka, la notte di capodanno del 1994. La mia bocca di cane è testimonianza dell’ultima fiamma provocatoria. “Scrivo con la speranza della disperazione, esser parte dell’umanità non significa altro che conoscere la disperazione”, afferma Werner Schwab.

intero 12€ | ridotto 10€ | under30 e over65 8€ | partecipanti non-scuola e MEME 5€

Ricominciamo. 

Werner Schwab è stato uno scrittore e drammaturgo austriaco. Morto a 35 anni per overdose di alcol il giorno di capodanno del 1994, ha lasciato opere intrise di ironia feroce, irriverenza e impietosa schiettezza.

Wikipedia. L’enciclopedia libera.

Ricominciamo. 

La scena di Nerval Teatro funziona come una Merzbau.

Spiego.

Dal 1923 Kurt Schwitters accumula detriti su detriti attorno alla cosiddetta colonna Merz, assemblaggio costituito da oggetti di scarto, secondo il principio schwittersiano di procedere a un riscatto costante degli elementi considerati infami e schifosi, da destinare a qualche discarica.

Cattedrale delle miserie erotiche: il titolo integrale della Merzbau è esattamente questo. Di titolo e di fatto, poiché la colonna iniziale si espande dentro l’abitazione di Schwitters, ad Hannover, occupando prima un piano intero con quintali di oggetti che l’artista deposita a strati creando meandri, pertugi, spazi del tutto irregolari, poi sfondando soffitto e pavimento, su e giù, a invadere altri appartamenti del palazzo.

Se Marcel Duchamp sceglie i suoi investimenti estetici nell’ambito del “già fatto”, Schwitters compie la stessa operazione di prelievo, ma in lui agisce la spinta a cercare tra un ammasso di oggetti, dove in qualche modo il tempo cronologico e atmosferico trasmette alle cianfrusaglie l’alone del “già sfatto”.

Emanazione freudiana: ammasso del rimosso.

Emanazione freudiana: ammasso del rimosso.

Emanazione freudiana: ammasso del rimosso.

Canelupo-Nudo-2-Nerval-teatro

Ricominciamo. 

1968. Günter Brus in Arte e rivoluzione beve la propria urina e si spalma addosso le proprie feci. Si masturba davanti al pubblico, urlando a squarciagola l’inno nazionale austriaco.

Ricominciamo. 

Poiché i movimenti apparenti delle Figure sono subordinati alle forze invisibili che si esercitano su di esse, possiamo risalire dai movimenti alle forze, e redigere empiricamente un elenco di quelle che Bacon rivela e capta. Infatti, sebbene Bacon si paragoni a un “polverizzatore”, a un “frantumatore”, egli agisce piuttosto come un rivelatore.

Gilles Deleuze, Francio Bacon. Logica della sensazione, Quodlibet, 1995

Ricominciamo. 

Nerval Teatro, Canelupo nudo, 2014 = Umberto Boccioni, Antigrazioso, 1912.

Umberto Boccioni, Antigrazioso, 1912
Umberto Boccioni, Antigrazioso, 1912

Ricominciamo. 

E prese a parlare solo di sé, senza notare che agli altri l’argomento non interessava tanto quanto a lui. Un uomo non è mai tanto egoista quanto nel momento di un turbamento emotivo. Gli sembra che al mondo, in quel momento, non esista nulla di più bello e di più interessante di se stesso.

Lev Tolstoj, I cosacchi, Garzanti, 2010

Ricominciamo.

Ricominciamo.

 

MICHELE PASCARELLA

 

PS per le note su Kurt Schwitters, grazie a Fabriano Fabbri, storico illuminato. 

 

18 marzo 2015 – Ravenna, Teatro Rasi – Nerval Teatro, Canelupo nudo – info: nervalteatro.it, ravennavisoinaria.com

Metropolis, la versione restaurata è al cinema

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metropolis29Metropolis di Fritz Lang (1927) arriva nelle sale italiane in versione restaurata. Si tratta del film di come Thea von Harbou l’aveva scritto e come Fritz Lang l’aveva girato. Questo è stato reso possibile grazie al ritrovamento in Argentina di 25 minuti di pellicola ritenuti perduti. Il restauro è stato realizzato nel 2010 da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek, con la colonna sonora originale ricostruita di Gottfried Huppertz eseguita da Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino diretta da Frank Strobel.

Alla sua uscita, nella primavera del 1927, Metropolis aggredisce e sconcerta il pubblico dell’epoca. Per 80 anni il film è stato visto in varie versioni tagliate che però non hanno impedito di influenzare l’ideazione di altrettanto famose pellicole della fantascienza da Brazil, a Blade Runner, ad Avatar., fantasie di un mondo diviso in due, quello del sottosuolo fatto di sfruttamento e sottomissione e quello della superficie delle caste privilegiate.

Per il cinema di allora il film utilizzò straordinari effetti speciali. Furono necessarie trecento giorni di riprese, trentaseimila comparse, cinquecento grattacieli di settanta piani, e al centro di tutto l’ambigua Maria, vergine e androide il robot che incita alla ribellione e alla rivoluzione degli schiavi.

Uno dei film più stupefacenti del cinema espressionista tedesco – ha scritto il critico Jacques Lourcelles – .uno dei rari film muti in grado di rappresentare ancora qualcosa per il grande pubblico di oggi”.

Al Lumiere di Bologna viene proiettato tutti i lunedì e martedì del mese. Martedì 24 marzo al cinema Sarti di Faenza e al Cinemacity di Ravenna, domenica 29 marzo al Cinema Tiberio di Rimini, ore 21.

Tutte le programmazioni in Italia:  http://www.ilcinemaritrovato.it/metropolis

 

Aromantica: le piante che fanno bene al gusto e alla salute

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Menta cocktail

 

Menta cocktail
Menta cocktail

Il vivaio Flora 2000 a Budrio di Bologna inaugura la stagione primaverile con Aromanitca la mostra evento dedicata alla propria collezione botanica di piante aromatiche: un percorso sensoriale che vedrà protagoniste oltre 200 varietà di erbe aromatiche, dalle piante più comuni e presenti sulle nostre tavole a quelle rare e meno conosciute. Fiore all’occhiello della mostra saranno rarità come la Mentha chocolate, Menta cocktail, il Lemon grass e ben oltre 15 varietà di Timo.

Una mostra che vuole celebrare le proprietà officinali e gli impieghi di queste piccole e preziose piante, coltivabili anche in balcone e terrazzo, per realizzare un prezioso orto aromatico.

Ricche di olii essenziali e proprietà benefiche le piante aromatiche vengono sempre più utilizzate: dall’aromaterapia ai trattamenti di bellezza, dalla gastronomia alle arti erboristiche, diventano fedeli alleate per la cura dei malesseri di stagione e un valido aiuto per riposare bene.

Per l’occasione, il Maestro Giardiniere Carlo Pagani terrà, sabato 28 marzo alle 9.30, un’interessante lezione a tema: “Aromatiche: sapori e profumi”, una rassegna di settanta piante per apprendere la loro coltivazione, riproduzione, il loro impiego in giardino come piante ornamentali e per scoprire i segreti affascinanti di queste piante apprezzate da tempi antichissimi.

 

27 marzo-4 aprile, Budrio (Bo), Aromantica, via Zenzalino Sud 19/a, apertura lunedì-domenica 9-13/15-19, ingresso gratuito, info: 051 800406, flora2000.it

 

“Errarare tra le stelle in una stella”: Premio Pascoli di Poesia

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pascoli giovanniSopravvive da quindici anni il Premio Pascoli Poesia, concorso di poesia in italiano e dialetto che negli anni ha visto concorrere pesi massimi italiani e internazionali come Mario Luzi, Giovanni Giudici, Yves Bonnfoy, Adonis. E continua a farsi strada nella crisi culturale che affligge il Paese dei letterati e dei poeti. Ne abbiamo parlato con Miro Gori, poeta e ideatore dell’iniziativa, tra autocoscienza, orgoglio e lucenti visioni.

Come è nato il premio? «Questo paese è il luogo natale di Giovanni Pascoli. Non solo: ricorre nella sua poesia e ne è un fondamento. Direi che tutto nasce di qui. Quando lo proposi, l’intento principale era ricordare Pascoli e promuovere, ovviamente, la poesia: con un premio alla carriera, uno alla poesia edita in italiano e l’altro alla poesia in dialetto. Subito vi hanno partecipato i principali poeti e case editrici. Da ultimo abbiamo introdotto un premio all’opera prima, alternato di anno in anno, col dialetto. Il premio, prima di tutto, vuole essere e diventare sempre più un luogo di visibilità per esordienti».

Perché la poesia in Italia fa sempre meno notizia? «È la cultura in genere che subisce questo destino. E la poesia in particolare. Perché muove meno interessi e meno denaro di altre forme. Basti pensare a certe mostre d’arte o alle tirature di alcuni romanzi. Incomparabili rispetto a quelle dei libri di poesia».

Cosa è cambiato nel rapporto tra poesia e cultura? «Il discorso è complesso ma nella società in cui dominano i cosidetti mercati c’è poco posto per la poesia».

Quello tra la Romagna e la poesia rimane un legame indissolubile che sopravvive e si alimenta anche in virtù della forza espressiva della poesia dialettale, pensiamo a Tonino Guerra, Raffaello Baldini, il cinema di Fellini. Il dialetto è la lingua madre che riconduce alla terra, una lingua che è forma identitaria. Ci sono cose che succedono in dialetto come sosteneva il poeta Baldini? «A partire dall’inizio degli anni Settanta, quando Tonino Guerra pubblica I bu e Fellini (col contributo di Guerra) realizza Amarcord, c’è un rinascimento dialettale. Il grande Baldini, che ne fu un protagonista, affermava che le cose da lui raccontate accadevano in dialetto: il che giustificava la scelta linguistica».

Lei è poeta, agitatore culturale e uomo politico, provi a spiegare come la cultura possa generare ricchezza. «Certo. Non vorrei sembrare autoreferenziale. Ma farò l’esempio di Casa Pascoli a San Mauro che ha annualmente qualche migliaio di visitatori paganti che, in parte, ne ripagano i costi di gestione. Il paradosso è che quella che in Italia dovrebbe essere una strada maestra viene spesso addirittura ostacolata. Nello stesso tempo, però, dobbiamo avere ben chiaro che ci sono fenomeni culturali che hanno bisogno del sostegno pubblico. Per la loro funzione pubblica, appunto».

Esiste contraddizione tra poesia e velocità del consumo? La vera sfida della poesia del nostro tempo è raccontare un presente simultaneo e ronzante? «La vera poesia, per come la vedo io, sfugge a ogni classificazione. Certo non può non avere un legame col presente e con questo presente da molti deprecato. Ma la deprecatio temporum c’è sempre stata».

Le iscrizioni al Premio Pascoli scadono il 30 aprile, giovani poeti affrettatevi.

MARCO BOCCACCINI

Fino al 30 aprile

PREMIO PASCOLI POESIA IN LINGUA E DIALETTO

San Mauro Pascoli, Biblioteca Comunale

Info: 0541 933656, sammauroindustria.com

Deve ancora venire: Enrico Farnedi e Fab (i fiori) al Cisim

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enrico-farnedi1Ultimo appuntamento con la rassegna musicale Deve ancora venire, creata in collaborazione con l’etichetta discografica BruttureModerne e il musicista Francesco Giampaoli.

Sabato 21 Marzo sul palco del Cisim si esibisce Enrico Farnedi che presenta il nuovo album “Auguri Alberta” e Fab (e i fiori) che presenteranno l’album d’esordio, “Nonmiscordardite”, durante la serata ci saranno le incursioni musicali di Borguez.

Polistrumentista, cantante, arrangiatore e autore di canzoni, Enrico Farnedi è dal ’97 trombettista e voce della swing band The Good Fellas. Collabora e ha collaborato, in studio e sul palco con Vinicio Capossela, Quintorigo, Montefiori Cocktail, Sacri Cuori, Lo Stato Sociale, Cesare Cremonini, Françoise Hardy, Enzo Jannacci, Cochi & Renato e moltissimi altri. Nel 2010 esce il disco solista d’esordio “Ho lasciato tutto acceso” (Sidecar/Brutture Moderne), in cui Enrico mette insieme ukulele, scatoloni, tegami, ottoni e altri strumenti suonati tutti da solo. Nel 2012 è stato finalista/vincitore di alcuni dei più importanti concorsi per la musica d’autore italiana (Musicultura, Mei e Il Tenco Ascolta, fra le altre). Nel 2013 Farnedi pubblica il vinile “RESPIRA BENE!”, antipasto di “Auguri Alberta”, il nuovo album in uscita il 13 aprile 2015, una miscela esplosiva di pop, folk, ironia, rock romanticismo e calde atmosfere famigliari.

Fab (e i fiori), formazione totalmente romagnola, al primo ascolto ha forte base ritmica di chitarra acustica e piano che si fonde con gli intrecci melodici di chitarra elettrica e violoncello, creando così un pop ricco di colore fuori dagli schemi classici del cantautorato. Una chitarra acustica che picchia, un violoncello che ingentilisce, una chitarra elettrica che sporca e un piano che amalgama, sono le fondamenta su cui prendono forma i testi caratterizzati da uno stile cinematografico, a volte romantico e nostalgico, altre volte ironico e sprezzante. Nessun suono sintetico, ma tanta musica sanguigna e sincera. All’attivo hanno un EP del 2013, anticipato dal video di eleonora (fra le rane); e il primo album “Nonmiscordardite” (edito da BruttureModerne).

 

21 marzo, Lido Adriano (RA), Enrico Farnedi + Fab, CISIM, viale Parini 48. Info 3896697082

Steven Bernstein alle prese con Nino Rota

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Steven Bernstein, foto di Alan Nahigian

 

Steven Bernstein, foto di Alan Nahigian
Steven Bernstein, foto di Alan Nahigian

Da un ‘guastatore’ come Steven Bernstein alle prese con le musiche felliniane di Nino Rota, col loro carico di magie circensi, marce esilaranti, progressioni ritmiche dalla spinta centrifuga, ci si può aspettare qualcosa di irresistibilmente radicale come quando, ormai tre decenni addietro, John Zorn affrontò da par suo l’altro mostro sacro della musica cinematografica made in Italy, Ennio Morricone. In questa sarabanda tra La dolce vita e 8½, Amarcord e La strada, passando per il diabolico incedere di Toby Dammit, la sulfurea slide trumpet di Bernstein darà voce allo spirito più irrequieto ed eccitante della scena downtown newyorkese.

Nato nel 1961, e formatosi con un approccio tradizionale alla tromba che ancora oggi si nota nel suo timbro, Steven Bernstein ha vissuto la musica nella maniera più eclettica e dinamica: dai Lounge Lizards di John Lurie alla colonna sonora di Kansas City di Robert Altman, da Aretha Franklin, Lou Reed e Sting a Roswell Rudd, Sam Rivers e Don Byron.

In tutto questo peregrinare tra gli stili, i Sexmob sono, dagli anni Novanta, una band tagliata su misura per far risaltare l’ironica, istrionica, fantasmagorica slide trumpet di Steven Bernstein. Nella loro ormai lunga storia i Sexmob hanno omaggiato (‘oltraggiato’?) le musiche di Prince, Sly Stone, Duke Ellington, i Beatles, i Grateful Dead e gli Smashing Pumpkins, senza tralasciare il ‘canzoniere’ di James Bond. Tutto ciò conferendo un’impronta strumentale sexy e conturbante alle imprevedibili scelte di repertorio. Nelle esibizioni live del quartetto può succedere di tutto: nella scaletta musicale possono spuntare Strauss come Britney Spears, ma state certi che le esecuzioni non saranno mai meno che irriverenti e spiazzanti. Nonostante lo spirito anticonvenzionale della loro musica, i Sexmob sono stati riveriti anche dal grande establishment dello spettacolo, ricevendo una nomination ai Grammy Awards (miglior disco di jazz contemporaneo per Sexotica).

22 marzo, Lugo, Crossroads, Teatro Rossini, ore 21, info: 0544 405666, crossroads-it.org

 

Baldiniane, Rimini omaggia Raffaello Baldini

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Raffaello Baldini

 

Raffaello Baldini
Raffaello Baldini

A 10 anni dalla scomparsa del poeta dialettale Raffaello Baldini il Comune di Rimini propone Baldiniana, una serie di mostre, spettacoli, incontri, proiezioni per celebrare il poeta santarcangiolese. Il 21 marzo, alle 18, inaugurano al Museo della Città di Rimini tre mostre ispirate da “La Fondazione” l’ultimo grande monologo teatrale di Baldini.

La prima si intitola Baldini in scena, una mostra fotografica a cura di Fabio Bruschi e Piero Delucca, con gli scatti dei fotografi di scena Sandro Cristallini e Viterbo Rossi realizzati durante l’anteprima de La Fondazione alla sala Teatro del Mare di Riccione

Cose ritrovate, invece, propone una serie di fotografie di Paolo Simonazzi, che hanno per oggetto uomini strambi e le loro collezioni di cianfrusaglie e oggetti improbabili, mentre Cibario banco planetario del gambettolese Francesco Bocchini che nelle sue “scaffalerie” archivia oggetti immaginari, come se fossero pensieri e appunti da mettere a riparo.

Ad inaugurare le tre mostre ci sarà Ermanno Cavazzoni (ore 18, Sala del Giudizio del Museo della Città). Altro Cavazzoni, noto per essere l’autore de Il poema dei lunatici da cui Fellini trasse La voce della luna, profondo conoscitore del lavoro di Eraldo Baldini.

Infine alle 21 Paolo Nori leggerà infatti il testo integrale in italiano di La Fondazione, accompagnato al pianoforte dal maestro Carlo Boccadoro (ingresso gratuito).

 

21 marzo-3 maggio, Rimini, Baldiniana, Museo della Città, via Tonini 1, inaugurazione ore 18, ingresso libero. Info: 0541 704427, 793851

David Parsons: indietro tutta

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Leggo nel programma di sala del più importante teatro forlivese: «David Parsons può essere considerato uno dei massimi esponenti della post-modern dance americana». Dunque. «Le parole sono importanti», direbbe Nanni Moretti. Se quando si ordina una pizza con la salsiccia e i funghi è legittimo aspettarsi che arrivi una pizza con la salsiccia e i funghi, il termine qui usato, post-modern dance, richiama uno specifico milieu culturale e artistico, e non altro.

Per evitare il più possibile la deriva impressionistica, meglio verificare. L’autorevole La danza in scena. Storia di un’arte dal Medioevo a oggi di Elena Cervellati (Bruno Mondatori, 2009) spiega, a proposito: «Secondo Sally Banes, storica e teorica della danza postmoderna, il termine comincia a essere utilizzato da Yvonne Rainer all’inizio degli anni sessanta per collocare cronologicamente le esperienze sue e dei suoi compagni, che evidentemente arrivavano successivamente alla modern dance».

In questo ambito, negli Stati Uniti hanno operato artisti come Anna Halprin, Trisha Brown e Steve Paxton: poetiche e stili proteiformi, certo, ma accomunati dalla volontà, propriamente avanguardistica, di esplorare un inedito uso del corpo (anche in relazione alle nuove tecnologie) e una relazione con il pubblico non rassicurante, a tratti finanche provocatoria.

È ciò che avviene, nel grande teatro forlivese, con la celeberrima coreografia Caught del 1982: «Grazie all’uso delle luci stroboscopiche, il ballerino è catturato al culmine di salti ed evoluzioni che lo fanno apparire continuamente sospeso in aria in un gioco di luci e di sorprendente atleticità». Caught è un piccolo gioiello di spiazzante meraviglia. Perfetto.

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Ciò che lascia interdetti è l’inversione di marcia che Parsons ha intrapreso nei trenta anni a seguire: le altre coreografie della serata, composte fra il 2002 e il 2014, restituiscono infatti una idea di danza molto più convenzionale e rassicurante. Una miscellanea di veloci rotazioni e piroette, un florilegio di sollevamenti e schiene arcuate, una crestomazia di gambe al cielo e dita delle mani ad artiglio, un’antologia di musiche e canzoni affatto orecchiabili e ritmate, una commistione di danza neoclassica, moderna, tango, flamenco, charleston, rock ‘n’ roll, musical, popolare e jazz: «È una danza solare, che diverte in quanto espressione di gioia, capace di trasmettere emozioni semplici e dirette, quindi estremamente accessibile al grande pubblico».

Gli otto performer in scena, in costumi realizzati ad hoc da Luca Missoni, eseguono con brio un lavoro molto muscolare ed estroflesso, dando corpo -letteralmente- a una concezione pre-moderna di artista come  depositario di téchne, di perizia. Detto in altri termini: lui è artista e io no perché lui sa fare cose che io non so fare. Sa cantare / recitare / suonare / danzare / scolpire / dipingere come io non riesco. Idea pre-moderna, appunto, non post.

Verrebbe dunque da chiedere al celebrato coreografo dell’Illinois a cosa è dovuto, questo capovolgimento: se al bisogno di più soldi, di gratificazioni pop o di una maggiormente diffusa umana approvazione. Ma io di mestiere non faccio il consulente, né lo psicanalista. Dunque non glielo chiederò mai.

 

MICHELE PASCARELLA

  

Info: parsonsdance.org, teatrodiegofabbri.it

 

Totò e Vicé. Alias Enzo Vetrano e Stefano Randisi

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Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Totò e Vicé (2)

Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una collaborazione che dura da quasi quarant’anni. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica.

Da qualche tempo si sono incontrati con Totò e Vicé, teneri e surreali clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano, e nelle loro parole, gesti, pensieri, giochi si sono subito specchiati. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia assoluta, «vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere».

L’autorevole critico teatrale Massimo Marino ha scritto sul Corriere della Sera: «Lo spettacolo è un vero capolavoro: quei due clown marginali, precipitati dal buio in uno spazio popolato solo da una panchina e da tanti lumini, parlano di vita, di smarrimenti, di fantasmi con l’ingenuità dei bambini o dei poeti… Sono morti? Sono vivi? Ci ricordano come quei confini siano labili, continuamente transitori. Con ritmi teatrali impeccabili ci fanno ridere. Ci fanno pensare. Sognare».

Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Totò e Vicé

Un accenno, forse utile a chi non conosce Enzo Vetrano e Stefano Randisi, ad alcuni importanti riconoscimenti dati al loro percorso artistico. Nel 2011 hanno vinto il premio Le Maschere del Teatro Italiano, nel 2010 hanno ottenuto il premio Hystrio-Anct «per il lavoro tra ricerca e tradizione», mentre del 2007 è il premio ETI – Gli Olimpici del Teatro. Nel 1988 hanno ricevuto il premio Palermo per il Teatro e vent’anni dopo, nel 2007, è stato loro consegnato il premio Imola per il Teatro, come riconoscimento alla loro carriera. Vetrano e Randisi sono presenti nel Dizionario dello Spettacolo del Novecento edito nel 1998 da Baldini e Castoldi.

Lo spettacolo Totò e Vicé andrà in scena al Teatro Comunale Alice Zeppilli di Pieve di Cento (BO) sabato 21 marzo alle ore 21.00, come ultimo appuntamento di VocAzioni, rassegna di spettacoli pregiati diretta da Matteo Belli e Maurizio Sangirardi dell’Associazione Ca’ Rossa – Centro Teatrale per l’Oralità.

Siate curiosi, venite a teatro.

21 marzo, ore 21 – Pieve di Cento (BO), Teatro Comunale Alice Zeppilli, Piazza Andrea Costa 17 – ingresso: intero € 12,00 – ridotto € 10,00 – under 13 anni € 5,00 – info: 333.8839450, info@associazioneflux.it e diablogues.it

A Portico di Romagna un corso internazionale di Storytelling

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Gli Storytellers sono animatori, insegnanti e guaritori con una lunga tradizione spirituale. Lavoro approfondito sulla struttura della storia, la voce e il gesto, il movimento e la consapevolezza, la spontaneità e l’improvvisazione, l’autenticità e la presenza. Queste alcune competenze dello Storyteller.

Il corso è organizzato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Storytelling, Sussex (GB).

Le lezioni cominceranno martedì 24 marzo per lavorare sullo Storytelling un percorso di riconnessione con la grande storia della vita. Tra competenze dello Storyteller e relazione Storytelling autobiografia non mancherà però l’analisi della tradizione orale a cercare la sintonia con il patrimonio dell’umanità di storie popolari e miti. Così, cercando il rapporto tra le storie del passato e la “propria vita ora”, si gusteranno racconti vecchi e nuovi che chiedono però di essere raccontati oggi. Il percorso esperienziale è completato da una serata con musica locale, una passeggiata guidata nel Parco Nazionale dell’Acquacheta, un corso di cucina con gli chef de Al Vecchio Convento e un seminario di lingua italiana. Il corso e i percorsi esperienziali sono bilingue. I docenti sono Roi Gal-Or della Scuola Internazionale di Storytelling e Giovanna ConfortoStoryteller (Roma). Con loro, gli iscritti, tutto il gruppo di animazione culturale e l’intero Borgo sabato 28 marzo, a partire dalle 19 per tutta la sera, proporranno all’interno di un palcoscenico diffuso tra street food, performance artistiche e botteghe artigiane, esperienze significative e storie per nutrire gli individui, le comunità, la terra, vivendo un luogo evocativo e un festoso paesaggio sentimentale. Questa serata, ad ingresso libero, è aperta a tutti.

24-28 marzo, Portico di Romagna (FC) – info: 0543 967053, academyolmo.com

Tracce D nuova danza, a Rimini

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gruppo nanou, Strettamente confidenziale - foto di Fabrizio Zani
gruppo nanou, Strettamente confidenziale - foto di Fabrizio Zani
gruppo nanou, Strettamente confidenziale – foto di Fabrizio Zani

 

Dopo l’anteprima dello scorso dicembre con Cristiana Morganti, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch protagonista dello spettacolo Jessica and me, la rassegna Tracce D nuova danza entra nel vivo.

Due spettacoli al Teatro degli Atti. E il terzo piano dell’Ala Moderna del Museo della città eletto a domicilio temporaneo di C_A_P 08 Prove spazio, il progetto pensato e realizzato dal [collettivo] c_a_p; uno spazio aperto a tutti, interamente dedicato alla danza contemporanea.

Sopra di me il diluvio è il titolo dello spettacolo proposto dalla compagnia Enzo Cosimi martedì 24 marzo. Presentato in prima assoluta alla Biennale di Venezia 2014, Cosimi prende spunto come già in passato dal rapporto doloroso dell’uomo con la natura nella società contemporanea.

gruppo nanou al Teatro degli Atti propone, sabato 28 e domenica 29 marzo, ATTRAVERSO LO SPECCHIO. Strettamente confidenziale. Il progetto nasce dal desiderio di accompagnare lo spettatore all’interno dell’universo del percorso artistico di gruppo nanou, alla scoperta della genesi dell’opera, della dimensione affettiva e dell’orizzonte culturale ne stanno alla base. È un’installazione con atti performativi che ricostruiscono emozioni e ispirazioni.

Al termine degli spettacoli, incontri tra i coreografi e il pubblico coordinati da Laura Gemini.

Aline Nari - foto di Marzio Mirabella
Aline Nari – foto di Marzio Mirabella

 

Il [collettivo] c_a_p, invece, per otto giorni (dal 22 al 29 marzo) trasformerà il terzo piano dell’Ala Moderna del Museo della Città di Rimini in uno spazio destinato alla danza contemporanea. Il progetto Prove spazio offre svariate proposte – video, laboratori di creazione, residenze coreografiche, incontri, masterclass, lezioni teoriche, ascolti, visioni pubbliche, letture e altro ancora –  dando la possibilità ad adulti e bambini di entrare in relazione con il mondo della danza contemporanea. Dieci stanze per sviluppare e trasmettere la cultura del corpo in movimento, sia a livello teorico che pratico, aldilà della spettacolarizzazione.

22-29 marzo – Rimini, luoghi e orari vari – info: 0541 793824, teatroermetenovelli.it, collettivocap.blogspot.it   

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All’Isia di Faenza una lezione sull’Expo

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Expo 2015, il momento dell'installazione delle sculture di Libeskind
Expo 2015, il momento dell'installazione delle sculture di Libeskind
Expo 2015, il momento dell’installazione delle sculture di Libeskind

Mancano meno di 50 giorni all’apertura del sipario su Expo 2015. In attesa che la grande esposizione universale del 2015 apra le porte, l’Isia di Faenza e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza propongono, giovedì 19 marzo, alle 18, un incontro aperto a tutti con Stefano Mirti, responsabile social di EXPO 2015 che racconterà i contenuti dell’Esposizione Universale, approfondendo il suo impatto sociale ed economico ed individuando gli strumenti utili per trasformare l’evento in un’opportunità di crescita per le persone e per le aziende.

Stefano Mirti, progettista, partner di IdLab, è da anni impegnato sulle nuove frontiere dell’insegnamento: ha realizzato Whoami, Design 101, Relational Design, e molti altri progetti. Insegna design all’università Bocconi.

La presentazione di Mirti sarà preceduta da una introduzione del Presidente ISIA Anty Pansera, quindi seguiranno gli interventi di Massimo Isola, Assessore alla Cultura, di Jader Dardi, responsabile CNA Faenza, e Alberto Mazzoni, segretario di Confartigianato Faenza. Ognuno di loro racconterà i propri progetti di partecipazione ad EXPO.

 

Giovedì 19 marzo 2015, A Lezione di Expo, Faenza, Isia, corso Mazzini 93, ore 18, info: 0546 222 93, isiafaenza.it

 

Al Bronson tornano i newyorchesi Oneida

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Definita senza esitazioni da New York Times, NPR, Time Out NY e Village Voice come voce essenziale e assolutamente originale nel panorama della musica sperimentale di New York, questa band unica, conosciuta per le sue performance improvvisate e per le esibizioni lunghe anche 12 ore, torna in Italia.

Provenienti da Brooklyn, gli Oneida (il nome è quello di una tribù di nativi americani) derivano i loro input primariamente dal garage anni Sessanta e dai gruppi punk (in particolar modo gli MC5), per poi inserire dosi massicce di stoner rock anni Settanta, heavy e intriso di blues (Blue Cheer, Foghat), nonché tocchi di synth pop sghembo, jazz avant-garde e krautrock.

Delizie per intenditori. Da non perdere. 

19 marzo, ore 21.30 – Madonna dell’Albero (RA), Bronson, Via Cella 50 – ingresso 13 euro (10 euro + dp in prevendita) – info: 333 2097141, bronsonproduzioni.com

Creo, ascolto e ri-creo. Per Lenz

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Andrea Azzali - foto di Francesco Pititto

 

Andrea Azzali - foto di Francesco Pititto
Andrea Azzali – foto di Francesco Pititto

 

 

Oggi il modo di avvicinarsi alla musica è diverso: personalmente io ho un modo di avvicinarmi scientifico, se si vuole, come un biologo che vuol vedere come stanno le cose… Non mi interessa più questa questione dell’esprimersi. Ciò che veramente è importante oggi è che la musica rappresenti davvero un’evoluzione.

 

Karlheinz Stockhausen

 

 

Ascolta la conversazione con Andrea Azzali cliccando qui.

 

 

MICHELE PASCARELLA

 

 

Info: lenzfondazione.it

 

ASTORRITINTINELLI con ‘Mac e Beth’ a Poggio Torriana

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C’è una trama, in questo lavoro più di altri nostri, una storia a cui aggrapparsi in questo teatro del fallimento, in questa fede nel teatro. Mac e Beth  guitti stanchi di periferia, geniali innovatori di una tradizione, nel loro Club Series mettono in scena il Macbeth di Shakespeare attraverso una serie di numeri che ricorda il varietà. Insieme gestiscono un club, tanto fantomatico quanto accessibile al mondo che vuole divertirsi ascoltando parole fatte d’aria, inni nazionali e marcette di periferia, musica lirica e rock del passato, barzellette raccontate male, improperi, insulti e guittate di bassa lega.

Mac lavora per Doncano, il patrono di tutti i club proprietario del Gobetti il club più in voga. Da qui parte l’ambizione di Mac, l’ambizione di Macbeth che poi alla fine è una storia di Clan come ha meravigliosamente raccontato Kurosawa  nel suo Trono di Sangue. Ed è Beth a creare Mac,  dando vita a questo ambiente improprio, fatto di luci, lucine, lampi, cellule fotoelettriche, suoni di temporali e di battaglie che tanto ricordano e citano i film di Sergio Leone ed emozionano fino alla commozione e alla pietà. Ed è questo l’ambiente creato: l’ambiente della loro privacy condivisa che non dichiara alcun serio intento di mettere in scena la catastrofe del mondo, ma al contrario la vive questa catastrofe nella privacy stessa.

Alberto Astorri e Paola Tintinelli

22 marzo ore 17Poggio Torriana (RN), Centro Sociale, Via Costa del  Macello 10 – Ingresso € 7, residenti Poggio Torriana € 5 – al termine apertivo – info: 347 9353371, quotidiana@alice.it

L’uomo sulla luna di Giuliano Ricci, al Cisim

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uomo sulla luna (giuliano ricci)

In un villaggio tra le montagne della Barbagia, un gruppo di vedove racconta il proprio legame con il mondo dei morti. Per secoli le donne sono state la voce del paese, hanno custodito storie e segreti di guerre tra famiglie e vendette sanguinarie. Le faide e gli omicidi s’intrecciano alle visioni dei defunti, ai contatti con l’aldilà e ai sogni, soglie di una realtà invisibile e anticipatori di sventure. Il documentario raccoglie i frammenti di un mondo perduto in cui morte e violenza sono elementi ricorrenti e quotidiani. Un immaginario disperso dall’arrivo della modernità, dal momento in cui l’uomo ha messo piede sulla luna. Uno sguardo ironico e curioso su un mondo atavico e fuori dal tempo, dal quale gli uomini sembrano essere scomparsi per lasciare alle donne il compito di conservare e tramandare credenze e leggende. Antropologia e fiaba si incrociano in un film che, con grande sensibilità, riesce a spalancare porte che difficilmente si aprono verso l’esterno.

A seguire incontro con l’autore, Giuliano Ricci.

20 marzo, ore 21 –  Lido Adriano (RA), Cisim, viale Giuseppe Parini 48 – ingresso gratuito con tessera ENTES 2014/2015 – info: 389 6697082, ccisim.it